Montenegro - Nick Youngson CC BY-SA 3.0 Alpha Stock Images

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Ieri a Podgorica nella cornice del suo tour balcanico, Jean-Claude Juncker ha lodato i progressi del Montenegro verso l'UE. Il paese resta però spaccato, con l'opposizione che continua il suo boicottaggio del parlamento. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [28 febbraio 2018]

Il Montenegro è il paese dei Balcani più avanti nel percorso di integrazione europea, e può fare da modello agli altri paesi della regione. Queste le parole del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, ieri a Podgorica.

Juncker è impegnato in un tour delle capitali dei Balcani occidentali per dare forza alla nuova Strategia Ue per la regione, che ha rilanciato le prospettive di piena integrazione per il sud-est Europa.

Dopo l'incontro col premier Duško Marković, Juncker ha ribadito che la velocità dell'allargamento “dipende da paese a paese”, aggiungendo poi che la data del 2025, indicata nei documenti della Commissione, “rappresenta solo una prospettiva realistica, a cui avvicinarsi in fretta”.

Dal canto suo, Marković ha dichiarato che le priorità per il Montenegro restano crescita economica ed integrazione europea. Il premier montenegrino ha espresso la speranza che nel corso del 2018 il paese possa aprire due nuovi capitoli negoziali e avanzare sui basilari 23 e 24, dedicati a giustizia e diritti fondamentali.

A rovinare il clima trionfalistico da parte del governo, però, è arrivata la decisione dell'opposizione di continuare il proprio boicottaggio del parlamento anche durante la visita di Juncker.

Dalle elezioni dell'ottobre 2016 - segnate da un presunto e controverso colpo di stato pro-russo - l'opposizione diserta infatti le istituzioni. Per i critici il putch, in cui sono stati coinvolti leader del Fronte Democratico, sarebbe in realtà una messa in scena ordita dal governo per falsare le elezioni e reprimere il dissenso.

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