Balcani - Wikimedia commons

Balcani - Wikimedia commons

Il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker sta visitando le capitali dell'area per rilanciare le prospettive di integrazione europea della regione. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [26 febbraio 2018]

 

“Il 2025 potrebbe essere l'anno di ingresso nell'Unione europea di tutti i paesi dei Balcani occidentali”. Dopo le cautele di inizio mandato, quando sosteneva la necessità di rallentare sull'allargamento, il presidente della Commissione UE Jean-Claude Juncker pigia adesso sull'acceleratore dell'integrazione europea dei Balcani.

In questi giorni Juncker è impegnato in un tour de force che lo porterà in tutte le capitali della regione, con l'obiettivo di dare sostanza alla nuova Strategia UE sui Balcani occidentali, presentata lo scorso 6 febbraio.

Il documento, pur ribadendo la necessità di una stretta su corruzione e criminalità organizzata, e la soluzione di tutti i conflitti bilaterali, pone per la prima volta una data plausibile per un nuovo allargamento dell'UE, quella del 2025, riservata però ai paesi attualmente più avanti nel processo negoziale, cioè Serbia e Montenegro.

Nel parlare ai media dopo il suo incontro col premier albanese Edi Rama, Juncker ha però dato un'interpretazione diversa al testo: il 2025 non è una data sicura per nessuno, nemmeno per Belgrado e Podgorica, ma al tempo stesso un ingresso entro quell'anno non viene precluso a nessuno degli stati balcanici, nemmeno quelli a oggi più indietro come Kosovo e Bosnia Erzegovina.

I prossimi passi concreti dovrebbero riguardare soprattutto Albania e Macedonia, già candidati, che potrebbero aprire il processo negoziale entro il prossimo giugno: l'Albania deve però concretizzare la lungamente attesa riforma delle giustizia, mentre per la Macedonia è indispensabile risolvere l'annosa “questione del nome” con la vicina Grecia.

Vai al sito di Radio Capodistria