Aleksandar Vučić - Wikimedia Commons

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Il premier serbo Aleksandar Vučić si è sottoposto alla macchina della verità sull'accusa di voler discreditare i media di opposizione, mentre quelli pro-governativi denunciano un possibile colpo di stato. Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [30 novembre 2015]

Assume i toni di un film di spionaggio lo scontro politico in Serbia, con accuse di diffamazione e voci di un possibile colpo di stato che rimbalzano tra media di opposizione e pro-governativi.

L'ultimo capitolo della saga, in corso da settimane, è stato scritto dal premier Aleksandar Vučić che ha deciso di sottoporsi all'esame della macchina della verità. Obiettivo di Vučić, dimostrare l'infondatezza delle accuse a lui rivolte di voler discreditare Aleksandar Rodić, proprietario del tabloid di opposizione Kurir.

Ad annunciare l'insolita decisione di Vučić, che avrebbe passato il test, è stato il ministro degli Interni Nebojša Stefanović, secondo il quale le accuse a Vučić fanno parte di un piano volto a destabilizzare il paese.

La decisione di Vučić di sottoporsi alla macchina della verità si inserisce all'interno di uno scontro serrato tra media di opposizione e testate pro-governative, che nelle ultime settimane hanno denunciato un presunto colpo di stato proprio ai danni del premier, il cui esecutivo continua a godere di un alto sostegno tra gli elettori serbi.

Nei giorni scorsi Dragan Vučićević, proprietario del tabloid Informer si è spinto ad invitare Vučić a non recarsi in Cina per il recente summit economico tra i leader dell'Europa centro-orientale e quelli della Repubblica popolare, perché in sua assenza sarebbe scattato il rovesciamento violento delle istituzioni serbe.

Nessuna conferma è arrivata finora dalle autorità di Belgrado sulla veridicità del presunto colpo di stato. Per molti rappresentanti dell'opposizione, si tratta di accuse prive di ogni fondamento.

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