Aleksandar Vučić - Wikimedia Commons

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Con i risultati definitivi ancora non pubblicati, è scattata ieri la contestazione a Belgrado e in altre città serbe contro Aleksandar Vučić, trionfatore alle presidenziali di domenica scorsa. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [4 aprile 2017]

Sono scesi in piazza scandendo slogan contro il premier Aleksandar Vučić, che nelle consultazioni presidenziali di domenica scorsa ha trionfato - ma i dati non sono ancora definitivi - con un perentorio 55% delle preferenze, divenendo così già al primo turno il quinto capo di stato della storia recente della Serbia.

Per alcune migliaia di cittadini, scesi in piazza ieri a Belgrado e in altre città serbe e organizzatisi soprattutto grazie al passaparola dei social media, la vittoria di Vučić è però frutto del controllo asfissiante del governo sulla stampa e di pressioni dirette e indirette sugli elettori, insieme al fatto che Vučić ha condotto la propria campagna dalla posizione privilegiata di primo ministro.

La protesta più numerosa si è registrata a Belgrado, dove i manifestanti hanno circondato il palazzo del parlamento gridando “Vučić ladro!”, per poi prendere di mira le mura esterne dell'assemblea nazionale con un fitto lancio di uova. Circa mille persone sono invece scese in piazza a Novi Sad, capoluogo della Vojvodina.

Lo stesso Vučić ha replicato oggi ai manifestanti durante la sua visita ufficiale a Mostar, in Bosnia-Erzegovina. Cercando di smorzare i toni, l'attuale premier e presidente in pectore ha dichiarato che in una democrazia è un diritto di tutti esprimere il proprio scontento, a patto però che le proteste restino pacifiche.

Gli organizzatori delle proteste intanto, hanno annunciato che la lotta contro “la dittatura di Vučić” non si ferma qui: nuove manifestazioni sono previste stasera a Niš e in altre città serbe.

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