Nonostante le critiche dell'opposizione, il parlamento turco ha rinnovato ieri il controverso stato di emergenza dichiarato dopo il tentato colpo del luglio 2016. Francesco Martino(OBCT) per il GR di Radio Capodistria [18 luglio 2017]
Ancora tre mesi di stato d'emergenza: così ha deciso il parlamento di Ankara, rinnovando ieri per la quarta volta consecutiva il provvedimento che assicura ampi poteri al governo turco.
Lo stato d'emergenza è stato dichiarato subito dopo il fallito colpo di stato dello scorso luglio 2016. Il governo turco , dominato dal partito della Giustizia e dello Sviluppo del presidente Recep Tayyp Erdoğan, sostiene che questo è ancora necessario per debellare la presunta organizzazione criminale del predicatore Fethullah Gülen, accusato di essere la mente dietro al tentato colpo di stato.
Il provvedimento permette all'esecutivo di emettere decreti senza passare attraverso le normali procedure costituzionali e in circa un anno ha portato all'arresto di circa 50mila persone e al licenziamento o sospensione di altre 150mila. Nel frattempo centinaia di media, associazioni e compagnie – accusate di legami con Gülen – sono stati constretti a chiudere i battenti.
Il rinnovo dello stato d'emergenza è passato largamente in parlamento coi voti della maggioranza, ma è stato contestato con forza dall'opposizione laica e kemalista del Partito repubblicano del popolo. Secondo il deputato Engin Altay, il provvedimento ha polarizzato oltre ogni necessità la Turchia e i cittadini turchi.
Altay ha ribadito la necessità di una pacificazione e normalizzazione nazionale, sostenendo che lo stato di emergenza ha generato in Turchia un clima di vera e propria “caccia alle streghe”, invece di contribuire a portare davanti alla giustizia i veri responsabili del fallito golpe.
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