Dopo una lunga battaglia politica, risolta nei giorni scorsi da una controversa decisione della Corte costituzionale, il Kosovo si prepara oggi ad avere un nuovo governo senza passare da elezioni anticipate, secondo il volere del presidente Thaçi. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [3 giugno 2020]
Alla fine ha vinto il presidente Hashim Thaçi: il Kosovo avrà un nuovo governo senza passare dalle urne, come invece chiedeva a gran voce Albin Kurti, primo ministro uscente e leader del movimento nazionalista e riformista Vetëvendosje.
Kurti è stato sfiduciato dopo pochi mesi di governo dagli ex alleati della Lega democratica del Kosovo, scontenti della gestione dei rapporti con l'alleato americano che chiedeva la soppressione dei dazi doganali sui prodotti serbi che hanno portato al blocco totale del dialogo tra Pristina e Belgrado.
Dopo la caduta dell'esecutivo, avvenuta lo scorso marzo nel pieno della crisi coronavirus, Vetëvendosje ha chiesto ripetutamente di andare alle urne, ma Thaçi ha invitato invece gli altri partiti a cercare una nuova maggioranza in parlamento. Ne è nata una disputa risolta nei giorni scorsi dalla Corte costituzionale, che ha dato ragione al presidente dando luce verde alla creazione di un nuovo governo.
Il nuovo premier, Avdullah Hoti, viene proprio dalle fila della Lega democratica, e dovrebbe ottenere il supporto e i voti anche dell'Alleanza per il futuro del Kosovo dell'ex primo ministro Ramush Haradinaj e vari partiti minori tra cui la Srpska Lista, partito di riferimento della minoranza serba.
Nel suo ultimo atto politico, il governo di Kurti ha introdotto nuove controverse misure nei confronti delle merci in arrivo dalla Serbia, che secondo le nuove disposizioni, devono riportare la dicitura “Repubblica del Kosovo” sui documenti doganali. Una misura fortemente criticata sia da Thaçi che da Miroslav Lajčák, rappresentante UE al dialogo Belgrado-Pristina.
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