Tutti i territori attraversati da Davide Monteleone si estendono a ridosso della catena montuosa del Caucaso. Alcuni fanno parte della Federazione russa, altri, sono de facto indipendenti ma de jure parte del territorio della Georgia.
Parte della Federazione è la Cecenia dove, dopo le sanguinose guerre che hanno caratterizzato gli anni Novanta, non si può parlare ancora di pacificazione. Nonostante la fine dello stato d'emergenza infatti, secondo le principali organizzazioni per la difesa dei diritti umani che osservano il Caucaso, sarebbero ora gli stessi soldati e poliziotti ceceni, in larga parte ex ribelli ora agli ordini del presidente filorusso Kadyrov, ad essere responsabili di episodi di violenza, abusi e rapimenti di matrice politica di cui rimane vittima la popolazione civile.
L'Inguscezia, con una popolazione di circa mezzo milione di persone, è teatro di attentati e scontri quotidiani tra autorità e ribelli islamici. Nel solo 2009 si sono registrate oltre 300 vittime. L'Islam radicale riesce a fare presa sui giovani anche grazie alla difficile situazione economica e all'alta disoccupazione che tocca livelli oltre il 50 per cento. Inoltre, la regione soffre ancora le conseguenze dell'enorme afflusso di rifugiati ingusci fuggiti dai conflitti consumatisi nelle confinanti repubbliche di Cecenia e Ossezia del nord nel corso degli anni Novanta.
Il Daghestan è la Repubblica più ampia, popolosa e multietnica del Caucaso russo, in cui nessun gruppo nazionale è maggioritario. La necessità di bilanciare la composizione etnica ad ogni livello di governo porta difficoltà aggiuntive in questa regione in cui nel 1999 ha avuto luogo l'evento scatenante della seconda guerra cecena, un'offensiva di combattenti islamici mirata a costituire uno stato islamico indipendente in Caucaso.
L'Ossezia del nord è stata segnata da una delle tragedie più note che hanno coinvolto la regione negli ultimi anni, la strage degli ostaggi alla scuola di Beslan avvenuta nel 2004. Inoltre, parte del territorio è reclamato dagli ingusci che l'hanno dovuto abbandonare in seguito a scontri con la comunità osseta avvenuti nel 1992. Nonostante queste ferite aperte è tra le Repubbliche più stabili del Caucaso nord-orientale.
Infine due territori che si trovano al di fuori dei confini della Federazione Russa ma dove l'influenza di Mosca è forte: Abkhazia e Ossezia del sud. Sono due regioni de facto indipendenti ma de jure parte della Georgia. Solo la Russia e pochi altri stati hanno riconosciuto ufficialmente l'indipendenza di entrambe le regioni nel 2008 ed oggi truppe russe sono presenti sul territorio. L'Abkhazia, una delle più note mete per il turismo marittimo dell'ex-Unione Sovietica, sta cercando faticosamente di rilanciare la sua economia e recuperare la sua vocazione turistica dopo la guerra e l'embargo che l'hanno coinvolta negli anni Novanta. Nonostante abbia avuto inizio un processo di ricostruzione, sono ancora molto evidenti i segni della guerra separatista del 1992-1993, a partire dalle case abbandonate dagli oltre 200,000 georgiani che abitavano la regione. L'Ossezia del sud – nonostante la sua popolazione attuale di qualche decina di migliaia di abitanti - ha attirato l'attenzione dei media di tutto il mondo nell'agosto del 2008 quando è stata teatro di un conflitto che ha visto scontrarsi direttamente l'esercito russo e quello georgiano.