Lo scorso 4 marzo si è tenuto il primo incontro della commissione di europarlamentari che deve valutare l’operato dell’agenzia europea accusata di essere coinvolta in respingimenti di migranti e violazioni dei diritti umani
Sono ormai diversi mesi che Frontex , agenzia europea fondata nel 2004 per il controllo delle frontiere esterne dell‘UE è al centro di un intenso dibattito.
Quest’ultimo è esploso dopo che ad inizio gennaio 2021, l’OLAF (Ufficio europeo per la lotta antifrode) ha annunciato di aver aperto un'indagine su Frontex per accuse di cattiva condotta e respingimenti di migranti. L’indagine è stata avviata dopo che nei mesi precedenti erano state denunciate numerose irregolarità - subito smentite da Fabrice Leggeri, direttore esecutivo di Frontex – che riguardavano diversi contesti territoriali: dalla Danimarca, al mare tra Grecia e Turchia, fino alla rotta balcanica. Accuse riportate anche nel cosiddetto “libro nero ”, realizzato dal Border Violence Monitoring Network, una rete indipendente di NGOs e associazioni, e consegnato nel dicembre 2020 a Ylva Johansson, Commissaria europea agli Affari interni e responsabile politica di Frontex.
Che vi fosse necessità di fare chiarezza è emerso anche nel Report Preliminare del Frontex Management Board Working Group - organismo interno istituito a gennaio proprio per indagare sulle condotte dell'agenzia e sulle presunte violazioni dei diritti umani - pubblicato a metà gennaio 2021. Nel rapporto si afferma che non sono emerse prove di violazioni dei diritti fondamentali ma, allo stesso tempo, si lamenta la mancanza di informazioni adeguate per una corretta valutazione dei casi e si invita Frontex a stabilire regole trasparenti riguardo i suoi processi interni, nonché ad assumere immediatamente i 40 osservatori dei diritti fondamentali già previsti nel suo mandato.
In questo contesto è intervenuto in prima persona anche il Parlamento europeo di fronte al quale l'agenzia è chiamata a rispondere del proprio operato. Il 29 gennaio 2021, il presidente della Commissione per le libertà civili la giustizia e gli affari interni (LIBE ), ha annunciato la creazione del Frontex Scrutiny Working Group , gruppo di lavoro formato da 14 europarlamentari con il compito di indagare sulle accuse di respingimenti illegali e sui problemi di gestione interni a Frontex. Nei prossimi quattro mesi - questa la durata del mandato - il gruppo di lavoro parlamentare dovrà condurre un “fact-finding investigation” per raccogliere informazioni e prove riguardanti le violazioni dei diritti fondamentali di cui è accusata Frontex. Lo scorso 4 marzo si è tenuto il primo incontro tra il gruppo di lavoro, Leggeri, Johansson e i parlamentari della Commissione LIBE (streaming disponibile qui).
Durante l’incontro diversi europarlamentari hanno criticato il ruolo di Leggeri e di Frontex stessa. In prima battuta Tineke Strik, membro del gruppo dei Verdi e incaricata di redigere il rapporto finale, ha chiesto l’accesso a informazioni interne di Frontex di interesse pubblico (finora non disponibili) e ha ribadito che vi debba essere l’impegno da parte di Leggeri e Johansson nel collaborare appieno nell’ambito dell’inchiesta parlamentare. Si è a lungo dibattuto anche sul ritardo nella selezione e assunzione, in seno all’agenzia, dei 40 osservatori dei diritti fondamentali. Leggeri ha risposto che rispetterà le tempistiche previste, mentre Johansson ha espresso il desiderio di coniugare le evidenti mancanze nel sistema di monitoraggio dell’agenzia con una nuova cultura interna che permetta di riconoscere e agire sui comportamenti scorretti posti in essere all'interno dell'istituzione.
Sulla questione sono intervenute anche l’Agenzia dell’Unione Europea per i diritti fondamentali (FRA) e la Corte Europea per i diritti dell'uomo (CEDU). Pur riconoscendo che nell’esercizio delle loro funzioni i funzionari di stato, gli agenti di polizia e il personale di scorta possono utilizzare la forza, la FRA e la CEDU hanno espresso preoccupazione per gli incidenti nelle cosiddette «operazioni» di intervento, evidenziando che ai sensi del diritto dell’UE, l’uso della forza dev’essere ragionevole, necessario e proporzionato.
Il contesto in cui il dibattito si sta svolgendo è quello del Patto sull'immigrazione e l'asilo proposto dalla Commissione EU nel settembre 2020.
Nonostante la pandemia abbia ridotto i numeri di richieste di asilo e di attraversamenti irregolari, il ruolo di Frontex andrà ad intensificarsi nei prossimi anni. L’agenzia, a seguito dell’approvazione del bilancio europeo 2021-2027, ha visto il proprio budget aumentare sensibilmente e può contare attualmente su 10.000 dipendenti operativi.
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