La richiesta di un risarcimento al di fuori di ogni procedura legale costituisce un chiaro esempio di SLAPP, un abuso del diritto che OBCT e Articolo 21 condannano con fermezza in nome della libertà di espressione
Il 28 luglio l’edizione online del quotidiano Domani ha informato i propri lettori di aver ricevuto una lettera dall’ENI in cui l’azienda lamentava presunti danni reputazionali da un articolo pubblicato dal quotidiano e chiedeva il pagamento di 100mila euro entro 10 giorni, altrimenti avrebbe sporto querela.
Secondo OBCT e Articolo 21, si tratta chiaramente di un tentativo di intimidire la libertà dei media con una richiesta che non trova inquadramento legale. Tale pratica si potrebbe inquadrare invece come SLAPP, strategic lawsuit against public participation, un abuso del diritto a scopo intimidatorio, pratica conosciuta in Italia come querele bavaglio, liti temerarie e cause pretestuose.
Sia la Commissione Europea sia il Parlamento Europeo considerano le SLAPP una minaccia alla democrazia, come provano diverse iniziative e documenti delle istituzioni europee e del Consiglio d’Europa. Anche la piattaforma Mapping Media Freedom gestita dal consorzio MFRR Media Freedom Rapid Response di cui OBCT fa parte, registra le SLAPP come minaccia alla libertà di stampa: da marzo 2020 sono oltre 20 i casi documentati nei paesi membri dell’Unione Europa e nei paesi candidati.
Ciò che tutti questi casi hanno in comune è la volontà di zittire le critiche, di intimidire giornalisti, whistleblowers e attivisti con strategie e strumenti anche diversi fra loro.
Le SLAPP minacciano la democrazia anche perché ostacolano il diritto dei cittadini ad essere informati.
Una SLAPP costituisce una minaccia non solo quando si concretizza in una querela o causa civile, ma agisce come intimidazione anche quando la querela viene soltanto annunciata o prospettata. Lo scorso aprile, in una lettera alla vicepresidente della Commissione Europea in cui insieme a Greenpeace e ad altre ong chiedevamo di agire contro le SLAPP, mettevamo già in rilievo l’abuso delle querele da parte di ENI, che aveva querelato Il Fatto Quotidiano e aveva chiesto un risarcimento di 350mila euro.
Al di là della vittima del singolo caso, queste tattiche legali possiedono un forte effetto deterrente e intimidatorio su altri giornalisti e testate, e in generale sulla partecipazione civile e sulla libertà di parola. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana ha condannato l’accaduto, sottolineando come sia “la dimostrazione del fatto che non si vuole intervenire sul fenomeno delle querele bavaglio perché in realtà fa comodo a tutti avere uno strumento col quale tentare di condizionare l'informazione».
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, incontrando i componenti dell'Associazione stampa parlamentare, ha avuto parole chiare di condanna delle SLAPP: “Va assicurata la massima attenzione alla proposta annunciata dalla Commissione Europea di un provvedimento normativo per la libertà dei mezzi di espressione, così come l’annuncio della presentazione, il prossimo autunno, di una Direttiva per la protezione dei giornalisti contro le azioni “bavaglio” dirette a far tacere, o a scoraggiare, le voci dei media”.
Per questo come OBCT e Articolo 21 condanniamo con forza tale pratica, e mostriamo la nostra solidarietà al quotidiano Domani e a tutte le vittime di SLAPP.
Come OBCT porteremo il caso all’attenzione dei partner del consorzio MFRR Media Freedom Rapid Response, facendo registrare l’episodio nella piattaforma Mapping Media Freedom, e ci faremo promotori di altre iniziative a livello europeo.
Firmato: Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, Articolo 21