Kosovo - foto di Luca Panvini

Il processo di riconciliazione in Kosovo dopo il conflitto del 1999. Quale il ruolo della comunicazione istituzionale? Una tesi di laurea

29/10/2009 -  Anonymous User

Di Szczogryn Anna

L'obiettivo di questo elaborato è scoprire se è possibile ricostruire la pace e la stabilità in Kosovo attraverso il dialogo e senza l'uso delle armi. Il metodo applicato è l'analisi dei testi proposti dagli esperti e osservatori di pace. Si cerca di capire se vari approcci di comunicazione post conflittuale possono essere applicati nella realtà kosovara.

La prima parte dell'elaborato è dedicata alla storia del conflitto. Vengono ricostruiti i motivi della guerra, le cause della continua instabilità nella regione. Si parla, ovviamente, della recente indipendenza della regione e delle conseguenze che essa potrebbe portare nel futuro. Viene trattato anche l'importante tema della giustizia dopo la guerra. La ricostruzione e il risanamento del potere giudiziario è una condizione indispensabile per la manutenzione della stabilità. La seconda parte dell'elaborato si concentra sull'analisi delle teorie degli approcci socio-comunicativi che possono essere applicati nelle situazioni post conflittuali. Si comincia dal modello di pluralità e diversità in comunicazione e conflitto per poi passare al modello interdisciplinare della comunicazione interculturale e in fine specificare cosa significa riconciliazione. Di seguito, sono studiati e approfonditi i concetti di autori come David Bloomfield o Luc Huyse. Quest'ultimo pone attenzione sulla comunicazione tra le vittime e i malfattori - un concetto estremamente importante nelle situazioni post belliche. Il capitolo finisce con una breve analisi del concetto dei peace workers. Si analizzano le competenze di una persona che deve lavorare in un contesto multiculturale e post conflittuale. Va sottolineato che alcune di queste caratteristiche non sono da sottovalutare in quanto le azioni di riconciliazione e di mantenimento della pace avvengono in situazioni estremamente delicate e il personale che se ne occupa deve avere non solo basi teoriche, ma anche ottime competenze pratiche nelle relazioni interpersonali e nell'ambito comunicativo.

Nel secondo e terzo capitolo si approfondiscono gli aspetti teorici della comunicazione post conflittuale, mentre nel capitolo quarto si esaminano alcuni programmi realizzati con lo scopo di implementare la teoria di riconciliazione nella realtà kosovara. Vengono descritti e analizzati alcuni progetti delle ONG locali e delle grandi Organizzazioni Internazionali come Onu e Unione Europea -tutti con l'unico scopo di implementare le basi per la riconciliazione e di far convivere pacificamente gli abitanti del Kosovo. Sono descritte le missioni UNMIK e EULEX progettate ed effettuate rispettivamente dall'Onu e dalla Unione Europea. Viene dato spazio ad un'iniziativa che mira al futuro della nazione e si chiama "Mosaico" - progetto con cui i bambini di varie etnie frequentano la stessa scuola e imparano a rispettarsi a vicenda. Si descrivono anche le attività di Intersos Kosovo - un'organizzazione non profit che sostiene le vittime, favorisce il dialogo interculturale intervenendo nei settori base della società, come sanità, giustizia e istruzione. In fine si analizza il lavoro di Community Building Mitrovica - un'organizzazione non profit locale che è nata dall'iniziativa dell'associazione olandese IKV (Interchurch Peace Council). L'organizzazione ha lo scopo di costruire il dialogo tra serbi e albanesi in Kosovo. Tutti i loro progetti fanno interagire le persone di diverse etnie e si concentrano soprattutto nell'ambito dei media e della cultura.

L'ultima parte dell'elaborato è dedicata alle conclusioni. Si sottolinea, ancora una volta, che il processo di riconciliazione nel Kosovo indipendente, è indispensabile. Nonostante tanti ostacoli, il futuro del Kosovo può essere stabile a pacifico. E ovviamente, la comunicazione istituzionale può essere un mezzo che sostituisce le armi e porta al dialogo interculturale nella regione.