Il Dodecaneso dall'Impero ottomano all'Impero del fascismo. Una tesi di dottorato
Scopo della tesi è indagare i modi e le forme attraverso cui la percezione dell'opinione popolare egea da parte delle autorità italiane hanno influenzato trasformazioni della vita giuridica, economica e sociale del Dodecaneso nel periodo compreso tra la spartizione dell'Impero ottomano e la proclamazione dell'Impero fascista.
Attraverso questa chiave interpretativa si tenterà di enucleare alcune peculiarità del Possedimento delle Isole Italiane dell'Egeo rispetto al contesto italiano e a quello internazionale. Per ricostruire gli sviluppi e gli esiti di tale rapporto si è proceduto a una disamina analitica, mettendo a fuoco le vicende che videro coinvolti gli attori locali e gli organi di governo metropolitani, le problematiche affrontate e le decisioni prese sia sulla base di documenti interni (studi, memorie, carteggi) che di fonti ufficiali (pubblicistica italiana e internazionale, atti di convegno, bilanci, discorsi parlamentari, leggi e regolamenti).
Si è poi cercato di interpretare i singoli eventi, evidenziando le specificità del contesto egeo rispetto agli altri territori sottoposti alla sovranità italiana, le linee di continuità o le divergenze tra le pratiche di governo italiane e quelle ottomane, le finalità attribuite alla politica locale, gli effetti della Grande depressione e dello scenario politico successivo alla Crisi di Abissinia sul tessuto sociale e sulle pratiche amministrative.
Il lavoro è diviso in quattro capitoli. Il primo è un'introduzione storica che descrive l'organizzazione politica e sociale dell'Arcipelago durante gli ultimi decenni della dominazione ottomana, le vicende che spinsero gli italiani all'occupazione del Dodecaneso, gli esiti della Guerra di Libia e delle Guerre balcaniche nell'opinione popolare egea e nei centri decisionali metropolitani.
Nei due capitoli centrali si è deciso di seguire una struttura argomentativa tripartita. Vengono esposti dapprima gli scenari internazionali, con particolare attenzione alle trattative diplomatiche che interessano la sorte dell'Arcipelago. In secondo luogo, vengono analizzate le politiche amministrative che furono pianificate e portate avanti con il perdurare della presenza italiana, tentando di mettere in luce non solo come le direttive inviate da Roma condizionarono l'azione di governo degli amministratori, ma anche e soprattutto i modi e le forme in cui il preesistente quadro politico ed amministrativo ottomano, pur rimanendo formalmente in vigore, fu progressivamente modificato, vuoi per rispondere alle esigenze dei nuovi governanti, vuoi sulla base di spinte che provenivano dalla società civile egea.
Infine si tenta di mettere in luce come i mutamenti degli scenari internazionali e i diversi atteggiamenti adottati dall'amministrazione italiana influirono sulla società dodecanesina, creando non solo oppressione e resistenza, ma anche nuove opportunità di crescita e di guadagno per le diverse classi e gruppi etnici, che adattarono le proprie condizioni di vita secondo dinamiche specifiche e furono in grado di negoziare la loro integrazione all'interno dei nuovi circuiti prodotti dall'imperialismo italiano.
L'ultimo capitolo mira invece ad evidenziare gli effetti dell’atteggiamento più marcatamente espansionista esplicitato dal fascismo dopo la conquista dell'Etiopia. Ciò ponendo l'accento sia sugli effetti che il nuovo clima politico, e più in particolare la rivalutazione strategica del Possedimento, ebbe sul rapporto tra governo ed opinione popolare sia sulle valutazioni, di stampo razzista, che portarono Roma a considerare il Dodecaneso una sorta di laboratorio, o prototipo, per la futura espansione nei Balcani.