Negli ultimi decenni il numero di sfollati interni (IDPs) è drammaticamente in aumento. Guerre civili ed umanitarie, lotta al terrorismo, fondamentalismi religiosi o economici, costringono le popolazioni a migrare in modo forzoso. Una tesi di laurea
Di Francesca Cazzato
Negli ultimi 60 anni, l'attenzione internazionale e la tutela verso le vittime civili dei conflitti armati è cresciuta, come il numero dei conflitti civili e a sfondo etnico. Si parla di profughi ci si riferisce ad una categoria generalizzante, che racchiude in sé i rifugiati e sfollati interni o IDPs .
Il numero degli IDPs, è in aumento, si spiega tenendo conto dei cambiamenti politici e giuridici che si stanno verificando a livello internazionale; guerre umanitarie e lotta al terrorismo, fondamentalismi religiosi o economici; costringono le popolazioni a migrare in modo forzoso. L'attenzione/protezione verso le migrazioni interne a causa di conflitto, è aumentata solo negli ultimi anni, più di tutto dal punto di vista giuridico, tenendo conto che 50 anni fa, quando fu creato il sistema giuridico e istituzionale di protezione ai rifugiati non si considerarono coloro che non abbandonano i confini nazionali.
Prova n'è l'Articolo 1 della Convenzione di Ginevra del 1951 che dà della figura del rifugiato una chiara definizione . Nella definizione di rifugiato non rientra la categorie degli IDP's, perché essi, non varcando una frontiera internazionalmente riconosciuta, non rinunciano così alla cittadinanza e la loro tutela spetta, allo stato di appartenenza.
Esempio drammatico nella moderna Europa, è l'effetto delle guerre della Ex Jugoslavia: serbi, croati e bosniaci dal '91 sono scappati dalla Krajna o dalla Bosnia, fino a finire al "caso" Kosovo. I dieci anni di guerre jugoslave hanno provocato il movimenti di persone in grossi numeri, molti di essi sono a tutto oggi in balia delle decisioni spesso arbitrarie o incompetenti della comunità internazionale o di giochi di potere.
A seguito dei bombardamenti della Nato, in Kosovo è iniziato un movimento di sfollati, i primi a sfollare sono stati gli albanesi Kosovari, cercando rifugio sulle montagne o cercando di raggiungere la Macedonia e l'Albania, ma in un secondo momento al rientro degli albanesi, è cominciato l'esodo dei serbi e dei rom. Essi sono sfollati in Serbia o in Montenegro, o nelle enclave.
Gli sfollati in Serbia e Montenegro, pur essendo queste due entità facenti parte legalmente della Federazione Jugoslavia , non godono degli stessi diritti di cittadinanza dei Serbi nati in Serbia. La Grande Serbia che sui principi di grandezza e di forza del popolo serbo ha goduto e giocato, durante le guerre nazionalistiche, non tratta oggi nello stesso modo i suoi figli kosovari.
Gli IDPs in del Kosovo vivono ammucchiati in centri comunitari e in campi ed enclave, lontani dalle loro case, non sentendosi parte del territorio, in situazioni precarie. Alla fine dell'Agosto 1999, furono 230,000 serbi e altre minoranze che dovettero lasciare la regione. Nella RSM, esistono tre differenti regimi legali riguardanti le politiche di asilo, per i circa 200.000 IDPs provenienti dal Kosovo, non esistono regimi legali differenti. Sono formalmente considerati e trattati come cittadini della RSM, ma la loro è una condizione di mancanza di diritti di cittadinanza, a cominciare da un basilare diritto, quello di movimento.
Sebbene, molti dei problemi che essi affrontano, sono simili a quelli dei rifugiati; il bisogno di protezione, le privazioni e le difficoltà di tipo legale, il fatto che essi non attraversino una frontiera internazionali, il Kosovo rimane una regione appartenente alla Serbia, li priva dello godere dello status di "rifugiato". Nella RSM, la legge che regola la condizione dei rifugiati, risale al 1992, dimostra come i legislatori nella stesura della legge, avessero in mente le persone che lasciavano la Croazia e la Bosnia-Herzegovina, queste dopo la guerra hanno acquisito l'indipendenza e il riconoscimento di stati-nazione. Le convenzioni in materia di rifugiati, assegnano protezione a coloro che lasciano il proprio paese per un altro, che raramente ha così simili vicinanza culturali, politiche e linguistiche, come nel caso dei rifugiati della ex-Jugoslavia.
Note:
1. Internally Displaced Persons
2. E' rifugiato chiunque avendo un fondato timore di persecuzione per motivi di razza, religione, nazionalità e appartenenza a un determinato gruppo sociale o opinione politiche, si trova fuori del paese di cui è cittadino e non può, o a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale paese; oppure,che non avendo una cittadinanza e trovandosi fuori del paese in cui risiedeva abitualmente, non può o non vuole tornarvi a cause di tale timore.
3. Oggi Repubblica di Serbia e Montenegro