La Crimea, un laboratorio geopolitico che sembra riassumere tutte le caratteristiche di instabilità della regione del Mar Nero. Una tesi di laurea. Riceviamo e pubblichiamo
Di Alessio Bini
La Crimea non e' solo una Penisola situata nella parte meridionale dell'Ucraina, e' molto di più: essa e' un vero e proprio laboratorio geopolitico che sembra riassumere in sé tutte le caratteristiche negative che contribuiscono a rendere la Regione del Mar Nero una delle zone più complesse, instabili e foriere di pericoli per la stabilità mondiale.
La Crimea e' il teatro di un conflitto etnico a bassa intensità che vede contrapporsi i tre maggiori popoli che la abitano: Russi, Ucraini e Tatari di Crimea, tutti portatori di una rappresentazione geopolitica prona allo scontro. In particolare i Tatari, popolazione che fu deportata nel 1944 per ordine di Stalin e che solo dal 1989 ha ricominciato a fare ritorno in Crimea, vive una condizione di forte esclusione politica, economica e sociale. Tutto ciò genera tensioni ed alimenta l'attuale conflitto etnico a bassa intensità da cui tutti i soggetti geopolitici escono perdenti, eccezion fatta per le organizzazioni criminali, che da bravi sciacalli riescono sempre a trovare il modo di lucrare su situazioni conflittuali.
Poiché la Crimea rappresenta il cuore geopolitico della Regione del Mar Nero, la sua instabilità interna attrae gli appetiti e le mire di molti attori geopolitici esterni, Stati in primis ma non solo (si pensi ad esempio alle varie formazioni paramilitari e al ruolo delle gerarchie religiose) e contribuisce a rendere ancor più problematica le relazioni internazionali nella Regione, dove molti attori Statali come la Russia, l'Ucraina, la Turchia e gli USA si confrontano nel tentativo di far valere i propri interessi a discapito di quelli altrui. In particolare, per motivi politici, economici ed identitari, i rapporti Russo - Ucraini sono quelli che creano i maggiori condizionamenti nella Penisola.
La saldatura tra dinamiche interne ed esterne contribuisce a rendere la situazione più confusa e potenzialmente più esplosiva.
Risolvere il conflitto etnico a bassa intensità permetterebbe di securizzare la Crimea e di muovere un passo importante verso la stabilità nella Regione del Mar Nero. Stabilità che dovrà basarsi su un accordo condiviso dai maggiori soggetti regionali, Russia in primis. Un accordo che dovrà stabilire le regole del gioco a cui attenersi.
Nella risoluzione del conflitto in Crimea la prima mossa spetta doverosamente a Kiev, che dalla risoluzione del conflitto ci guadagnerebbe innanzitutto un dominio più saldo sulla Penisola e la possibilità di perseguire i propri interessi geopolitici nel Mar Nero con più sicurezza e coerenza. Per
fare ciò, Kiev deve accettare senza remore l'evidenza di essere uno Stato multietnico.