In una tesi di laurea si analizza il processo che ha portato alla decisione Usa di intervenire militarmente sulla questione Kosovo. Riceviamo e volentieri pubblichiamo
Le contraddizioni, le ambiguità e la disinformazione che circondano il devastante bombardamento della Jugoslavia rendono la campagna militare dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord una delle più controverse operazioni della storia moderna. Stabilito il fatto che l’intervento umanitario non poté essere la sola ragione dell’interesse americano nella guerra del Kosovo, cercheremo di scoprire quali furono i veri motivi per i quali i responsabili della politica estera americana hanno deciso di sostenere la campagna aerea dal 24 marzo 1999 fino al 10 giugno del 1999 contro il paese del Presidente Milosevic.
Adotteremo un nuovo approccio rispetto alle teorie presentate da diversi esperti di relazioni internazionali e ricercatori di diritti umani in quanto ci baseremo su una sotto-disciplina delle relazioni internazionali che studia la politica estera in riferimento alle azioni di coloro che prendono le decisioni di Stato riguardanti la politica estera, i cosiddetti “Decision Makers”. Questa branca particolare di relazioni internazionali é la cosiddetta “Analisi della Politica Estera” che ribadisce l’importanza di un’analisi multilivello che prende in considerazione vincoli internazionali, interni, personali e storico-culturali che condizionano i decision-makers nel fare scelte di politica estera.
I primi due capitoli della ricerca approfondiscono, contrastano e confutano certe teorie di relazioni internazionali e analizzano casi tradizionali e moderni per determinare come il sistema internazionale, l’attore statale, i decision-makers stessi e i fattori storico-culturali portano i responsabili della politica estera di tutti gli Stati a prendere certe decisioni in questo campo.Nel terzo capitolo non abbiamo meramente applicato quest’approccio al caso studio del Kosovo ma abbiamo anche valutato quale di questi quattro livelli di analisi è stato il più rilevante nell’influenzare le azioni prese dall’Amministrazione del Presidente Clinton e dal Presidente Milosevic che condussero ad un drammatico deterioramento della crisi in Kosovo, culminato in un curioso coinvolgimento americano in una guerra lontana ed imprevedibile.
Più in dettaglio per quanto riguarda i primi due capitoli esamineremo come il comportamento del decision-maker cambierà in relazione ai quattro livelli d’analisi: il sistema internazionale unipolare, bipolare o multipolare; le capacità militari, economiche e geopolitiche del proprio Stato e dei Paesi alleati e dei Paesi nemici; elementi psicologici relativi al decision-maker stesso come la mancanza di tempo e il pensiero analogico, la sua personalità e propensione al rischio e allo stress, il suo stile di leadership e i vincoli burocratici o errori di calcolo; e la cultura e storia del proprio Paese.
Solo quando avremo spiegato come l’analisi della politica estera ha ampiamente dimostrato la sua rilevanza nell’esaminare le cause delle principali azioni di politica estera, esamineremo in primo luogo i veri obiettivi dell’Amministrazione Clinton riguardo l’intervento nella guerra del Kosovo e successivamente, l’analisi del processo decisionale stesso. Dopo aver dimostrato che tutti e quattro i livelli d’analisi ebbero un gran impatto nel plasmare le azioni dei responsabili della politica estera americana, confronteremo e contrapporremo le quattro variabili tra di loro per scoprire quali hanno avuto un ruolo più importante nell’influenzare l’Amministrazione Clinton verso la sua scelta finale.
Infine analizzeremo come i decision-makers dell’Amministrazione Clinton furono fortemente influenzati da variabili domestiche e psicologiche che condizionarono l’esclusione delle altre tre linee d’azione-ovvero un semplice ma rischioso pacifismo, un invio unilaterale e potenzialmente impopolare di truppe in Kosovo ed una soluzione diplomatica al conflitto che fu distrutta nel percorso del processo decisionale. L’unica linea di condotta che poteva essere intrapresa in Kosovo risultò essere, dal punto di vista americano, un intervento militare attraverso la forma di un’organizzazione intergovernativa.