L'interessamento della Russia nella regione caucasica si esplicita attraverso varie azioni non mosse, certo, da capricci, dogmi ideologici o da singoli antagonismi politici, ma che vanno ascritte in una strategia di controllo del territorio di antica data
A un mese dalle elezioni georgiane, travagliato da tensioni interne e osteggiato da una opposizione su posizioni radicali, dopo gli scontri dello scorso novembre e i risentimenti covati per la conduzione e i risultati delle elezioni presidenziali, l'amministrazione Saakashvili si trova ulteriormente screditata dalle azioni condotte da Mosca, che portano a un riconoscimento de facto delle repubbliche indipendentiste di Abkhazia e Ossezia Meridionale e minano l'integrità territoriale del paese.
Questo non è che uno degli episodi che evidenzia l'interessamento della Russia nella regione, che si esplicita attraverso varie forme di pressione: da blocchi di importazioni, allo sfruttamento dei separatismi, al rifornimento o meno di gas e le relative tariffe. Azioni non mosse, certo, da capricci, dogmi ideologici o da singoli antagonismi politici, ma che vanno ascritte in una strategia di controllo del territorio di antica data.
Prima ancora di divenire uno stato di dimensioni continentali, la Russia, che fosse del periodo Kieviano, Zarista, Imperiale, Sovietica, è stata storicamente uno degli snodi dei mercati euro-asiatici. Dall'occidente all'oriente, dal nord al sud, le matrici commerciali via terra o fluviali, hanno caratterizzato l'identità mercantile russa. Nei secoli sono state incrementate le vie dei trasporti attraverso la costruzione di infrastrutture, soprattutto ferroviarie, e opere di canalizzazione, che portano Mosca oggi ad essere la "città dei cinque mari", pur collocandosi nel cuore del continente.
La tutela e il controllo dei propri mercati si scrive anche attraverso le guerre, che la Russia combattuto sulle tre direttrici nord-est, ovest-est, sud-est. Il primo fronte è quello che Pietro il Grande ha vinto, portando la Capitale sul Golfo di Finlandia e trasformando il suo Impero in una potenza dominante nella zona, anche se la vittoria non è stata definitiva, e altre guerre contro Svedesi e Finnici saranno combattute ( e la Finlandia, alternatamene, diverrà parte della compagine statale russa). La questione occidentale viene risolta da Caterina II, con la spartizione della Polonia, anche se, di nuovo, il problema tornerà a porsi e la competizione sulle terre mitteleuropee insanguinerà ancora la storia russa, ma non solo.
Il fronte meridionale, in cui si colloca il Caucaso, sarà uno dei temi caldi di tutto l'ottocento.
L'antica via "ai Greci" è quella che consente di accedere alle mercanzie del Mediterraneo, attraverso gli Stretti, e condurle all'Asia centrale. Manufatti e materie prime, oggi come secoli fa. Per tutelare la propria posizione nella zona la Russia mobilitava, nel XIX secolo, tutte le proprie risorse, diplomatiche, militari, religiose, economiche.
Si possono seguire le fasi della penetrazione, prima sporadica, poi sempre più incisiva, fino alla conquista definitiva del Caucaso, in periodo zarista, a spese degli indeboliti imperi Persiano e Ottomano.
Leggi l'intera ricerca
A cura di Marilisa Lorusso
marilisalorusso.blogspot.com