Il processo di transizione in Bosnia Erzegovina, indagato attraverso lo studio di un caso studio locale: la cittadina di Zavidovići in Bosnia centrale
A vent’anni dalle guerre di dissoluzione jugoslava e a quasi trent’anni dalla caduta del regime di Tito, lo spazio post-jugoslavo è teatro di molteplici cambiamenti riassunti nel termine transizione. Ma cosa ha significato la transizione in Bosnia Erzegovina? Questa tesi indaga il processo di transizione attraverso lo studio di un contesto locale specifico: la cittadina di Zavidovići in Bosnia centrale.
Ex città industriale, Zavidovići ha conosciuto il suo maggiore sviluppo nella seconda metà del ‘900 quando venne impiantata la “Krivaja”, stabilimento per la lavorazione del legno che si espanse al punto da diventare uno dei grandi Kombinat industriali del periodo jugoslavo. Intorno allo stabilimento ed insieme ad esso si sviluppa la città di Zavidovići.
Dopo il decennio degli anni Novanta, anche la Krivaja è stata interessata dal processo di privatizzazione, con conseguenze pesanti sul tessuto economico e sociale della città. Dalla storia della Krivaja, e dall’influenza che questa ha avuto nel suo rapporto con le dinamiche della città, nasce l’idea del titolo di questo elaborato: uno slogan che veniva usato per promuovere i manufatti realizzati dalla fabbrica e che attribuisce alla Krivaja la capacità di produrre beni di qualità che favoriscono il benessere.
La ricerca si sviluppa a partire da fonti bibliografiche ed è arricchita da materiali raccolti durante brevi soggiorni sul campo, organizzati nell'ambito delle attività di volontariato attivate dall’Ambasciata di Democrazia Locale di Zavidovići. L'autrice ha avuto occasione di sperimentare il metodo dell’osservazione partecipante e condurre interviste che sono state utilizzate in questo lavoro.
La tesi è suddivisa in tre capitoli. Nel primo si delineano i contorni della transizione nei Balcani partendo dalle conseguenze degli Accordi di Dayton. Il secondo capitolo tratta della storia cittadina sottolineando il ruolo sociale della fabbrica e degli altri elementi che avevano fatto della città un luogo di unione tra diverse culture. Oggi quell’atmosfera sembra essere diventata solo un ricordo nostalgico. Nel terzo capitolo si guarda alla Zavidovići di oggi attraverso i dati demografici per poter cogliere meglio il cambiamento nella sua specificità.
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