Nebojša Glogovac

Nebojša Glogovac

Inizia oggi il 68° Festival del cinema di Berlino con un ricco programma che durerà fino a domenica 26 febbraio. Imprescindibile il richiamo al grande attore serbo Nebojša Glogovac scomparso da poco

15/02/2018 -  Nicola Falcinella

Mentre il cinema serbo, e non solo, piange ancora la morte di Nebojša Glogovac, è ai nastri di partenza il 68° Festival del cinema di Berlino , in programma fino a domenica 26 con una presenza massiccia di film dell'Europa del sud-est e del Caucaso in tutte le sezioni.

Glogovac, classe 1969, nato a Trebinje (Bosnia Erzegovina), era senza dubbio uno dei migliori attori europei della sua generazione: tra le sue numerose interpretazioni, era il tassista de “La polveriera” (1998) di Goran Paskalijević (che lo richiamerà per “Optimisti”), poi “Država mrtvih” (2002) l'ultimo lungometraggio di Živojin Pavlović, “Klopka” e “Krugovi – Circles” di Srdan Golubović, “Beli, beli svet” di Oleg Novković o “Enklave” (2016) di Goran Radovanović.

In concorso alla Berlinale c'è “Touch Me Not” della debuttante romena Adina Pintilie, che si era segnalata con il documentario “Don’t Get Me Wrong – Nu te supara, dar...” del 2007. Si tratta di una coproduzione Romania, Germania, Repubblica Ceca, Bulgaria e Francia che ha come interpreti Laura Benson, Tómas Lemarquis, Christian Bayerlein, Grit Uhlemann, Hanna Hofmann, Seani Love e Irmena Chichikova.

È sicuramente tra i favoriti la coproduzione serba “Dovlatov” del russo Aleksej German Jr. (“The Last Train”, “Garpastum”, “Paper Soldier”, “Under Electric Clouds”) con Milan Maric, Danila Kozlovsky, Helena Sujecka, Artur Beschastny ed Elena Lyadova: sei giorni nella vita dell'ironico scrittore sovietico Sergei Dovlatov ostracizzato dal regime fino all'emigrazione negli Stati Uniti.

Nella selezione ufficiale, ma fuori concorso, c'è “Ága” del bulgaro Milko Lazarov, che aveva esordito con “Alienation – Otchuzhdenie” nel 2013. Una coproduzione Bulgaria / Germania / Francia, con le interpretazioni di Mikhail Aprosimov, Feodosia Ivanova, Galina Tikhonova, Sergey Egorov e Afanasiy Kylaev, ulteriore conferma del positivo momento dei cineasti di Sofia.

La sezione parallela Panorama abbonda di titoli, sia finzione sia documentari. C'è il ritorno della georgiana Tinatin Kajrishvili, segnalatasi con il bel “Brides – Patardzlebi” proprio a Berlino, con “Horizonti – Horizon”, coproduzione Georgia / Svezia con protagonisti George Bochorishvili, Ia Sukhitashvili, Jano Izoria e Soso Gogichaishvili.

La romena Ioana Uricaru porta “Lemonade”, coproduzione Romania / Germania / Canada / Svezia, con Mălina Manovici, Steve Bacic, Dylan Scott Smith, Milan Hurduc e Ruxandra Maniu. Il kazako Timur Bekmambetov (noto per “I guardiani della notte”) torna a Berlino con il thriller “Profile”, produzione Stati Uniti / Gran Bretagna / Cipro, la storia di una giornalista britannica che indaga sulle donne europee che vanno a combattere per l'Isis e lo stato islamico.

Ancora “Koly padayut dereva - When the Trees Fall”, Ucraina / Polonia / Macedonia, dell'ucraina Marysia Nikitiuk con Anastasiia Pustovit, Sofia Halaimova, Maksym Samchyk, Mariia Svizhynska e Alla Samoilenko.

Nutrito il gruppo dei documentari: “Obscuro Barroco” della franco-greca Evangelia Kranioti (nota per “Exotica, Erotica, Etc.”), “Hotel Jugoslavija” dello svizzero Nicolas Wagnières, “Je vois rouge - I See Red People” della bulgara Bojina Panayotova, “Až přijde válka - When the War Comes” di Jan Gebert, produzione Repubblica Ceca / Croazia e “Al Gami'ya - What Comes Around” di Reem Saleh, coproduzione Libano / Egitto / Grecia / Qatar / Slovenia
.

Il 48° Forum degli indipendenti presenta, oltre a vari emergenti, le opere di due registi affermati come “Den' Pobedy - Victory Day” dell'ucraino che vive in Germania Sergei Loznitsa e “Fotbal Infinit - Infinite Football” del romeno Corneliu Porumboiu. Il primo torna a raccontare la storia dell'area ex sovietica, il secondo, figlio di un arbitro, torna a parlare di calcio dopo l'ottimo “Al doilea joc - The Second Game”. La Bosnia si presenta con due lavori singolari: “Drvo - The Tree” del portoghese André Gil Mata e “Kaotični život Nade Kadić - The Chaotic Life of Nada Kadić” della messicana Marta Hernaiz. La Turchia è invece rappresentata da “Tuzdan Kaide - The Pillar of Salt”, debutto di Burak Çevik.

Tra le proiezioni speciali del Forum il restauro di uno dei capolavori del cinema jugoslavo, “Kad budem mrtav i beo - When I Am Dead and Pale” (1967) del grande Živojin Pavlović.

La sezione per ragazzi Generation ha selezionato l'altro turco, “Güvercin - The Pigeon” dell'esordiente Banu Sıvacı, con un ragazzino dei sobborghi di Adana che trova pace solo sul tetto di casa. E tra i cortometraggi “Neputovanja – Untravel” di Ana Nedeljković e Nikola Majdak Jr., produzione Serbia / Slovacchia; il romeno “De Natura” di Lucile Hadžihalilović; l'anglo-bosniaco “Snijeg za Vodu - Snow for Water” di Christopher Villiers; il romeno “Trois rêves de ma jeunesse - Three Dreams of My Childhood” di Valérie Mréjen e Bertrand Schefer.