Inizia a suonare nella Romania di Ceausescu, continua a farlo una volta emigrato in Israele e poi sboccia definitivamente a NewYork. La musica di Alexander Balanescu, dai Kraftwerk a Robinson Crusoe
Su Spotify ha giustamente ottenuto 80mila clic. "Model", leggendario pezzo dei Kraftwerk, ha, in effetti, un tiro affascinante e coinvolgente. Anche se a proporlo è un "banale" quartetto d'archi, che concettualmente ha ben poco da spartire con la band tedesca elettropop, morbosamente attratta dal suono algido del synth. Ma il discorso assume contorni differenti se si scopre che a capo del quartetto d'archi si nasconde un nome che è una garanzia nell'ambito musicale internazionale: Alexander Balanescu. E' un violinista rumeno dotato di grande genio e versatilità, nato a Bucarest l'11 giugno 1954, fondatore del quartetto omonimo.
Gli inizi
Inizia a suonare a sette anni, presso la Special School for Music, della capitale del paese. Dopo due anni, le prime esibizioni dal vivo per amici e conoscenti, che non passano inosservate e spingono i genitori Ion e Similica a spronarlo definitivamente a dedicarsi al mondo della musica. Nel 1969, per via della dittatura imposta da Ceausescu, e delle limitazioni artistiche che ne derivano, la famiglia si trasferisce in Israele, paese lontano dalla filosofia romena, ma altrettanto florido dal punto di vista dell'offerta accademica.
Nella nuova patria il giovane frequenta la Rubin Academy, a Gerusalemme, fino al compimento del diciottesimo anno d'età. Emigra di nuovo con la famiglia, questa volta in Inghilterra, dove il genuino amore per la musica classica subisce la contaminazione da parte delle avanguardie anglosassoni, che stanno sovvertendo i canoni tradizionali della musica popolare. Parte con gli studi al London's Trinity College, per poi proseguire negli USA, presso la prestigiosa Julliard School di New York.
Nel 1976 incontra Michael Nyman, capostipite del minimalismo, compositore e pianista di origine londinese (divenuto famoso grazie alla colonna sonora del film Lezioni di piano). Di nuovo a Londra frequenta i più importanti esponenti della musica contemporanea targata anni Ottanta, includenti Capricorn, Matrix, Gemini, Dream Tiger e London Sinfonietta, ma non dimenticando le radici. "Mi è sempre piaciuta, del resto, la possibilità di proporre una musica che parli a tutti, attingendo alle forme musicali più diverse, dalla tradizione, all'elettronica anni Ottanta, dal pop al jazz", dichiara Balanescu nel corso del Dancity Festival. E c'è anche la danza. Con i lavori condotti presso il London Contemporary Dance Theatre.
Dal Michael Nyman Ensemble al Balanescu Quartet
La carriera di Balanescu, lanciata a grande velocità nel mondo dello show business, firma un'altra tappa fondamentale nel 1979: Alexander diviene il leader del Michael Nyman Ensemble e membro prezioso del Gavin Bryars Ensemble. Alle registrazioni in studio, alterna periodi di frenetica attività live, che lo portano in breve tempo a girare una quindicina di nazioni. In seguito presta il suo talento all'Arditti Quartet, fondato nel 1974, specializzato in musica contemporanea; con essi suona come secondo violino dal 1983 al 1985, prima di lasciare il posto a David Alberman.
Il 1987 è l'anno della svolta, dà libero sfogo al proprio talento, e battezza il Balanescu Quartet. Con lui ci sono anche Clare Connors (secondo violino), Caroline Dale (violoncello) e Bill Hawkes (viola). Il via all'avventura è quanto mai rocambolesco, con l'affiancamento di star assolute come David Byrne e John Lurie, con cui affronta il 1992, l'anno dell'indimenticato Possessed, fra gli album più noti del quartetto con la rivisitazione dei Kraftwerk. Nel 1994 esce Luminitza, album che attinge soprattutto all'universo della musica folk. Altrettanto brillante l'anno successivo, con l'elaborazione della colonna sonora del film Angels & Insects del regista Philip Haas, al fianco dei musicisti della Luminitza Orchestra e l'apparizione in un album degli Spiritualized, band rock anglosassone.
Maria T. e Robinson Crusoe
Nel 2000 collabora ancora per il cinema e fa capolino in Italia per servire il lungometraggio di Guido Chiesa, Il partigiano Johnny. Nel 2005 è, invece, la volta del lavoro con Klaus Obermaier. I due realizzano uno spettacolo incentrato su Maria Tanase, leggenda romena scomparsa nel 1963, da sempre definita la Edith Piaf di Bucarest. Con il lavoro musicale di Balanescu, ci sono anche le immagini del video artista austriaco, che contribuiscono a rendere l'atmosfera ideale - calda e per certi versi tragicomica - per riassaporare la storia di Maria T. (così, peraltro, si intitolerà il disco). Lo show viene presentato anche a Torino, al teatro Piccolo Regio, nel novembre 2005.
L'ultimo lavoro ufficiale di Alexander è del 2011. Si intitola The Island. Collabora con Ada Milea, straordinaria cantante, attrice e cantautrice romena. Il disco è interamente cantato e recitato in inglese e ispirato alla storia di Robinson Crusoe. A detta dei critici "una parabola commovente in grado di coinvolgere il pubblico in un surreale viaggio musicale-teatrale".