Camminando vicino Grabaja (Montenegro)

Questa estate i camminatori e gli appassionati della montagna avranno un'occasione in più per le loro vacanze. Potranno infatti partecipare ad una "Lunga camminata per la Pace" che si inerpicherà tra le valli e le montagne di Kosovo, Montenegro e Albania.

28/07/2005 -  Anonymous User

Di Letizia Gambini

Le montagne dei Balcani sono luoghi impervi, selvaggi e mitici in cui risiedono tradizioni antiche. Per favorirne la scoperta e la valorizzazione quest'anno ci sarà una "Lunga camminata per la Pace" che permetterà a 40 persone provenienti da tutta la regione e anche dall'estero di cimentarsi in un percorso impegnativo a cavallo di Kosovo, Montenegro e Albania alla scoperta di uno dei più belli scenari montani d'Europa.

La camminata è organizzata dall'ERA (Enviromental Responsible Action Group), e il BIRD (Balkan Institute for Research and Development), sotto il patrocinio del Ministro della Cultura, della Gioventù e dello Sport (Kosovo) e si svolgerà tra il 1 agosto e il 12 agosto 2005.

Il percorso si snoderà tra i diversi paesi e sarà composto di quattro giorni di cammino in Kosovo, quattro in Albania e quattro in Montenegro. Durante il tragitto ci saranno occasioni di confrontarsi con la popolazione e le autorità locali e all'arrivo a Mitrovica, in Kosovo, il 12 agosto l'evento si concluderà con una conferenza.

Casetta di pietra nella Valle di Thethi (Albania)

L'iniziativa è compresa nell'ambito del progetto di creazione del Balkans Peace Park. La creazione del parco è un progetto di pace che coinvolge tre paesi (Kosovo, Albania e Montenegro) che hanno in comune un territorio bellissimo e incontaminato: le montagne delle regioni di Prokletija, la Val Rugova e la foresta di Thethi.

Il progetto nasce dall'idea di favorire la difesa e la cura della diversità e della ricchezza biologica delle risorse naturali e di sostenere la crescita e gli scambi culturali fra le popolazioni che risiedono nella zona di confine tra Kosovo, Albania e Montenegro promuovendo così la cooperazione e la convivenza pacifica.

I Peace Park sono sparsi un po' dappertutto nel mondo là dove ci sono o ci sono stati dei conflitti: in Sud Africa/Mozambico, Malawi/Zambia, Messico/USA, ecc. Il primo fu creato nel 1905 Morokulia, tra la Svezia e la Norvegia, erano diventati già una settantina nel 1993 e oggi se ne contano più di 150.

L'iniziativa di creare un Peace Park nei Balcani nasce dalla consapevolezza che questi luoghi possono essere un simbolo per la pace e la convivenza tra i popoli.

Un parco naturale "condiviso" permette alle popolazioni di vivere più a contatto l'una con l'altra e le incoraggia a collaborare insieme per proteggere le bellezze naturali delle loro zone di frontiera. Portano inoltre un effettivo beneficio economico, rilanciando le spesso disastrose economie post-conflitto. Fornendo al visitatore ampie zone protette e attività ad hoc si favorisce lo sviluppo di un turismo ecologico e responsabile, nonché interessato alla conoscenza delle tematiche del conflitto.

Sebbene l'idea del parco sia nata ben dieci anni fa dalla collaborazione della BPP Committe in Inghilterra e dalla Colgate University e si sia sviluppata poi anche nelle regioni balcaniche interessate, la realizzazione del progetto sembra all'oggi abbastanza lontana. Tuttavia, tre parchi nazionali sono già esistenti nella zona (anche se si può parlare di entità autonoma solo nel caso dell'Albania, mentre quelli del Kosovo e del Montenegro hanno un assetto molto più ambiguo ed incerto, anche dovuto alle tensioni politiche presenti) e da parte della popolazione locale non manca certo l'entusiasmo e l'interesse verso l'iniziativa.

Nick Oliver, della Scuola Universitaria di Studi sulla Pace di Bradford, spiega che la zona sta andando incontro ad un forte fenomeno di spopolamento. Le zone montane sono già scarsamente popolate (siamo infatti in una delle catene montuose più aspre ed inaccessibili d'Europa) e con la crisi economica post-bipolare e post-bellica non ci sono neanche risorse per sostenere la piccola industria o le attività agricole. La popolazione perciò se ne va dalle montagne e si rifugia nelle città, in cerca di lavoro, lasciando queste terre a se stesse, abbandonandole al contrabbando e al degrado naturale. Secondo Oliver il parco potrebbe essere la soluzione anche a questi problemi.

Il sole sorge tra le montagne del Kosovo

La creazione del parco infatti trasformerebbe questi tre angoli sperduti dei Balcani nel centro di un polo di attrazione naturale, sviluppando così il turismo (anche internazionale) e creando opportunità di collaborazione tra i paesi interessati.

Il parco diverrebbe così la dimostrazione di come il futuro dei Balcani non risieda nella chiusura e difesa dei confini nazionali e nella separazione dei popoli, ma nel dialogo costruttivo e nella collaborazione attiva.

Per maggiori informazioni consultare il sito del Balkans Peace Park Project .