Si è tenuto a Chişinău il primo Forum delle Ong romene e moldave. Tre giorni di lavoro, più di 100 organizzazioni, per migliorare la collaborazione tra le Ong dei due paesi e avviare un percorso di condivisione di intenti, conoscenze e azioni future. A sostegno dell'integrazione della Moldavia nell'Unione Europea

11/08/2010 -  Claudia Iatan Bucarest

Nessun lavoro è più lungo di quello che non ti decidi mai a cominciare”. Così ha esordito il Segretario di Stato del ministero degli Affari Esteri rumeno Doru Costea, riguardo al ruolo svolto dalla società civile nell’assicurare il successo del Programma di Assistenza Ufficiale durante il Forum delle Ong rumene e moldave, che si è svolto a Iaşi e Chişinău. Nel 2009, nell’ambito del Programma, sono stati donati dalla Romania alla Moldavia 2 milioni di euro, mediante accordi di partenariato bilaterale e trilaterale. Questo processo di partenariato è stato oggetto di discussione durante il Forum, primo nella storia delle relazioni tra organizzazioni non governative dei due paesi.

Il “Forum delle ONG di Romania e Moldavia” è stato organizzato dalla piattaforma rumena delle Ong - FOND all'inizio di maggio in due città, Iaşi (Romania) e la capitale moldava Chişinău, con il sostegno finanziario del ministero degli Esteri rumeno. Al Forum hanno partecipato i rappresentanti di circa 100 Ong e organizzazioni governative provenienti dai due paesi. Lo scopo dell’evento era migliorare la comunicazione e la cooperazione tra le Ong dei due paesi e identificare le azioni comuni da mettere in atto a breve e a lungo termine.

L’evento è stato caratterizzato da tre momenti molto importanti: un giorno di sessioni plenarie, un giorno di laboratori a tema e una visita a Chişinău, dove i rappresentanti delle Ong hanno discusso delle conclusioni a cui era giunto il Forum con l’ambasciatore rumeno in Moldavia e con rappresentanti dei governi, futuri donatori, commissioni parlamentari e rappresentanti della società civile.

La Romania è uno dei membri più “giovani” della Ue e recentemente è diventata anche un donatore internazionale. La Repubblica di Moldavia ricopre, a sua volta, un ruolo prioritario nell’ambito della strategia di cooperazione della Romania. La cooperazione tra Moldavia e Romania risale infatti a molto tempo fa, ed è iniziata grazie a diversi programmi di cooperazione della Croce Rossa e altri progetti finanziati da Soros o da altri donatori internazionali, come il Fondo del Mar Nero (BST - Black Sea Trust).

A dimostrazione di questa stretta relazione, la Romania fornirà aiuti finanziari alla Moldavia per un totale di 100 milioni di euro, da erogare nel corso dei prossimi 4 anni. I fondi verranno utilizzati in programmi a sostegno del percorso di integrazione del paese in Unione europea, e saranno affidati ad amministrazioni pubbliche per la realizzazione di progetti nel campo dell'educazione, dello sviluppo sostenibile e del turismo.

Il concreto e forte interesse della Romania a rafforzare la cooperazione con il vicino moldavo è dimostrato anche dall'annuncio fatto dal presidente rumeno, Traian Băsescu, durante una recente visita ufficiale a Chişinău: “sarà offerto un sostegno incondizionato alla Moldavia per facilitare la sua capacity building, in vista dell'integrazione europea.”

Nonostante la società civile abbia il compito importante di facilitare l'elaborazione e la messa in atto di politiche di cooperazione efficaci, i finanziamenti dedicati al settore della capacity building non vengono adeguatamente impiegati in progetti di organizzazioni non governative. Questa è stata una delle principali questioni affrontate dai rappresentanti delle Ong di entrambi i paesi, presenti al Forum di maggio. E' emerso che i fondi dedicati al miglioramento della capacity building risultano insufficienti per coprire la domanda di progetti in Romania. Inoltre, laddove vengano sostenuti con finanziamenti europei progetti presentati in partnership tra Ong romene e Ong moldave, essendo la Moldavia fuori dalla Ue, per le Ong di questo paese non sono previsti fondi per le risorse umane.

Ionut Sibian, direttore esecutivo della Fondazione per lo Sviluppo della Società Civile in Romania (CSDF - Civil Society Development Foundation), ha affermato nel suo intervento durante il Forum, che dal 2000, con l'avvio dei negoziati per l'adesione all'Ue e la partecipazione a diversi programmi pre-accesso e post-accesso, è stata incoraggiata la creazione di partenariati e reti di cooperazione. Inoltre la presenza della delegazione Ue in Romania ha costituito a suo tempo un forte impulso per lo sviluppo della società civile.

L'auspicio di Sibian è che lo stesso avvenga in Moldavia e che le Ong moldave prendano spunto dall'esperienza di transizione affrontata dalle Ong romene, cercando però di non incappare nei problemi in cui le stesse sono incorse dal 2007 in poi: "Fino al 2007 la Romania - e così anche le Ong - ha potuto accedere a importanti fondi pre-accesso. Dal 2007 invece i fondi strutturali dell'Ue sono divenuti di più difficile accesso per le Ong. Da un lato perché non preparate a rispondere ai criteri richiesti dalle application, dall'altra perché non in grado di coprire economicamente il co-finanziamento richiesto, che varia tra il 10 e il 25%, portandole spesso alla bancarotta".

Di contro, Olesea Cruc, rappresentante dell’Istituto per le Iniziative Sociali (IDIS - Institute for Development and Social Initiatives), parlando delle prospettive d’integrazione della Moldavia ha fatto notare gli scarsi progressi registrati nella messa in atto del Piano d’Azione per il paese. “Dobbiamo lavorare affinché vengano garantite le libertà fondamentali e i diritti dei nostri cittadini, e per risolvere le principali problematiche che tuttora ostacolano il corretto sviluppo del mercato. Occorre inoltre applicare strategie nazionali efficaci per la lotta alla corruzione e al traffico di sostanze stupefacenti e per lo sviluppo delle infrastrutture e del settore energetico. L’accordo di associazione è uno strumento che muterà senz’altro le relazioni tra la Moldavia e l'Ue, ma non esistono reali prospettive di integrazione.” Cruc suggerisce che potrebbe rivelarsi una buona strategia per la Moldavia prolungare i negoziati e dedicare particolare attenzione ad aspetti come la creazione del libero mercato e la liberalizzazione del regime dei visti.

Igor Botan, rappresentante dell’Associazione per la Democrazia Partecipativa in Moldavia (ADEPT – Association for Partecipatory Democracy), ha dichiarato che il paese sta al momento attraversando “un periodo di incertezza, caratterizzato dal ritorno del partito comunista alle sue vecchie abitudini”, vale a dire, a politiche mirate ad impedire una vera e propria collaborazione tra lo stato e la società civile. La Romania in questo caso dovrebbe “dire alla Moldavia cosa è opportuno e cosa non è opportuno fare. Allo stesso tempo, la classe politica dovrebbe imparare ad agire in modo appropriato e i rappresentanti della società civile, sia romena che moldava, dovrebbero immediatamente avviare progetti congiunti.”

Quest’ultimo punto è di estrema importanza per le società civili romena e moldava. In questo senso nei giorni di Chişinău sono stati portati avanti fitti negoziati allo scopo di aumentare la cooperazione tra Ong dei due paesi, trovare interessi comuni e condividere conoscenze ed expertise. I laboratori organizzati il secondo giorno del Forum vertevano su temi come la democrazia, la good governance e i diritti umani, nonché su temi ambientali e sociali, le politiche giovanili, la cultura e il capacity building per la società civile.

Alcuni dei principali oggetti di discussione tra le Ong romene e moldave nel corso dei laboratori sono stati la scarsa comunicazione tra le due parti coinvolte, oltre che la mancanza di una strategia di azione comune e la scarsa conoscenza dei contesti sociali e politici nella Repubblica di Moldavia.

Fino ad ora, inoltre, sono stati fatti pochi progressi in termini di strutture finanziarie e legali che dovrebbero favorire l'attuazione di progetti comuni. Le Ong dipendono ancora da complicati progetti crossborder e da altre sovvenzioni che non sono però sufficienti a soddisfare il bisogno di capacity building.

A conclusione del Forum di Chişinău, è stato stilato un documento di raccomandazioni, poi reso pubblico, in cui sono state delineate le priorità future delle Ong di entrambi i paesi. Tra queste, individuare attività comuni su temi specifici riguardanti l’Unione europea; creare una piattaforma comune per la comunicazione e un database comune di Ong romene e moldave; sviluppare maggiori programmi people-to-people non soltanto nelle aree di frontiera, ma anche a livello nazionale; promuovere lo scambio di esperienze, coinvolgere maggiormente le istituzioni universitarie ed effettuare lo scambio di buone pratiche nell’ambito delle imprese sociali; armonizzare gli standard e gli indici in campi d’azione comune ad entrambi i paesi.