Dopo l'euforia e le congratulazioni del presidente Barroso, un'analisi delle misure di accompagnamento, meccanismi di controllo e di protezione stabiliti da Bruxelles per l'ingresso di Romania e Bulgaria. Il calendario delle prossime scadenze
"Romania e Bulgaria sono entrambe in grado di farsi carico dei diritti e dei doveri connessi all'allargamento a partire dal 1° gennaio 2007". Con queste parole, il Presidente della Commissione europea Barroso conferma al Parlamento europeo di Strasburgo l'entrata nell'Unione europea dei due paesi balcanici.
"Mi congratulo - ha poi aggiunto - con i cittadini e con i dirigenti della Bulgaria e della Romania per questa svolta fondamentale. La nostra valutazione obiettiva dimostra che l'adesione di questi due paesi secondo il calendario stabilito, insieme alle misure di accompagnamento da noi proposte, permetterà di completare il quinto allargamento dell'UE, allargamento che ha consolidato la pace e incrementato la prosperità in Europa. Abbiamo preso la decisione giusta per la Bulgaria, la Romania e l'Europa."
È stato poi il Commissario Rehn, responsabile per l'allargamento, a prendere la parola e ad illustrare quelli che sono i meccanismi di adesione e quali le misure che accompagneranno l'entrata dei due paesi nell'Unione. "La nostra impostazione è giusta e rigorosa. È giusta, perché abbiamo preso atto dei progressi compiuti e riconosciamo i giusti meriti a chi di dovere. È rigorosa, perché abbiamo predisposto il meccanismo necessario onde sostenere la Bulgaria e la Romania sulla via delle riforme, nell'interesse di questi paesi e dell'intera UE."
Rigorosa, in quanto i due Stati balcanici saranno sottoposti per tre anni ad uno stretto regime di sorveglianza che, attraverso una speciale commissione, verificherà l'assunzione degli impegni presi con l'Europa, in particolare nella lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Bulgaria e Romania dovranno infatti riferire due volte l'anno sui progressi realizzati e già entro il 31 marzo 2007 dovranno presentare una relazione alla Commissione, la quale riferirà poi al Parlamento europeo e al Consiglio nel giugno 2007. "Nel caso i criteri di riferimento non venissero soddisfatti - ha avvertito Rehn - applicheremo le misure di protezione".
L'Ue si riserva quindi il diritto di sospendere o ridurre i versamenti per i fondi strutturali e per i finanziamenti agricoli nel caso in cui i due nuovi membri non dovessero raggiungere i risultati adeguati nei settori indicati dalle relazioni presentate dalla Commissione all'aula di Strasburgo.
Bulgaria
La relazione si basa principalmente sui settori su cui era stata espressa forte preoccupazione nella relazione del maggio 2006. Al centro delle problematiche bulgare rimangono ancora il sistema giudiziario, il riciclaggio di denaro sporco, la lotta alla criminalità organizzata e la lotta alla corruzione ad alto livello.
Riguardo al primo aspetto, la Bulgaria è chiamata ad adottare modifiche costituzionali "per eliminare qualsiasi ambiguità riguardo all'indipendenza ed alla responsabilità del sistema giudiziario", a varare una riforma per assicurare "la trasparenza e l'efficienza" del processo penale e a proseguire nel processo di riforma della magistratura e riferire annualmente sui progressi ottenuti.
La relazione riconosce poi un miglioramento del quadro legislativo in materia di lotta alla corruzione grazie all'adozione di modifiche alle leggi sui partiti politici e sulla pubblicità del patrimonio degli alti funzionari, ma ravvisa che questa "continua a porre problemi", essendovi "pochi esempi concreti di indagini o di azioni penali per corruzione ad alto livello".
"La legislazione bulgara" relativa al riciclaggio di denaro sporco "è ora ampiamente allineata sull'acquis comunitario, ma l'applicazione della legislazione è limitata e non si è potuto osservare alcuna azione penale per riciclaggio di denaro andata in porto con successo".
La relazione condanna anche le poche azioni penali che coinvolgono la lotta alla criminalità organizzata, lamentandosi dell'insufficiente cooperazione tra gli organi preposti ed invitando Sofia a lanciare una nuova strategia che coinvolga anche il riciclaggio di denaro sporco e la "confisca sistematica dei beni dei criminali".
Una bocciatura per la Bulgaria riguarda infine il tema della sicurezza aerea dove, nel caso non adottasse misure per garantire la compatibilità dei propri aerei con le norme comunitarie, corre il rischio di vedere ridotto il proprio accesso al mercato interno dei trasporti aerei.
Romania
Come per la Bulgaria, anche per la Romania la Commissione pone l'accento sui settori su cui si era soffermata mesi fa e su cui aveva avanzato non poche perplessità, anche se ad oggi si tratta di incertezze almeno parzialmente fugate, a partire dalla riforma del sistema giudiziario e dalla lotta alla corruzione.
Riguardo al sistema giudiziario, Bucarest è chiamata a rafforzare l'autorità del Consiglio superiore della magistratura e a garantire un processo giudiziario più trasparente ed efficace, ravvisando il "bisogno di una più consistente applicazione e interpretazione della legge".
Sul fronte della lotta alla corruzione, la relazione registra i progressi testimoniati dall'introduzione della responsabilità penale delle persone e dalla nuova legislazione adottata per rafforzare le regole di finanziamento dei partiti politici. Il principale problema sembra però piuttosto la difficoltà di rendere "durevoli" tali iniziative, considerati anche i tentativi del Parlamento rumeno di mitigare tali riforme. La Commissione invita poi ad effettuare indagini "professionali ed "imparziali" sulle affermazioni di corruzione ad alto livello e a varare l'"Agenzia per l'Integrità" atta a sorvegliare su conflitti di interessi e stipendi dei dipendenti pubblici. Infine, destando preoccupazione la dilagante corruzione che ancora affligge le amministrazioni locali, vi è un chiaro invito ad adottare "ulteriori misure".
Restano poi da intraprendere miglioramenti relativi al funzionamento del sistema integrato di gestione e controllo agricolo e degli organi che erogano fondi (il rischio è che non vi sia un corretto funzionamento dello stesso al momento dell'adesione) e sull'interoperatività dei sistemi fiscali (i cui progressi non soddisfano ancora completamente la commissione).
Infine, per entrambi i Paesi è stato adottato un regolamento specifico sulle spese agricole (così come sono state adottate misure per garantire la sicurezza alimentare) che permetterà di bloccare una parte delle sovvenzioni agricole in caso di carenze persistenti, dopo l'adesione, nella gestione e nel controllo di questi fondi da parte delle agenzie nazionali.
Con i nuovi ingressi, la popolazione dell'Unione cresce così di 30 milioni (22 milioni di rumeni e 8 milioni di bulgari), toccando quota 487 milioni di abitanti. Ben diversa la questione economica, considerato che il reddito pro-capite prodotto da Sofia e Bucarest arriva solo ad un terzo della media europea.
L'approvazione finale spetta al Consiglio, la cui riunione è prevista per ottobre, mentre a livello nazionale Francia, Germania, Belgio e Danimarca devono ancora ratificare l'adesione di Sofia e Bucarest. Poi, entro dicembre, la Commissione europea dovrà dunque procedere ad un rimpasto di portafogli che permetta di far spazio ai rappresentanti di Bulgaria e Romania.
Per approfondire, vedi il rapporto della Commissione
Sui risultati ottenuti e problemi ancora aperti vedi Bulgaria e Romania
Vedi le misure di accompagnamento