Ci sono diverse modalità con cui i governi locali possono migliorare l'inclusione sociale nei loro territori. Se ne è discusso a NEXPO, la fiera internazionale delle municipalità del sud est Europa, tenutasi a Sarajevo il 10 e 11 marzo scorsi
“Non ne ho idea, di cosa si stratta?” questa la risposta di Sulejman, giovane cittadino di Sarajevo quando gli viene chiesto se sa cosa si intende per inclusione sociale. Alla domanda “Sa cosa fa il sindaco del distretto di Sarajevo in cui risiede?”, risponde: “Non so nemmeno questo, probabilmente trova lavoro a parenti e amici e gestisce affari".
Le risposte degli abitanti di Sarajevo a queste domande sono in generale piuttosto simili. Anche se eleggono con il voto diretto i propri rappresentanti a livello locale, affermano di non sapere cosa essi stiano facendo per la comunità.
Alta politica, emendamenti costituzionali, integrazioni euro-atlantiche, sono tutti concetti con cui i politici bombardano i propri cittadini. Nella loro quotidianità, però, per gli elettori è più importante avere un posto di lavoro, dei mezzi di trasporto affidabili, strade pulite, scuole buone e sicure. A Sarajevo si è tenuta una conferenza (e fiera espositiva) di due giorni, NEXPO, sul ruolo dei rappresentanti politici locali nel coinvolgimento dei cittadini nel processo decisionale, organizzata dalla rete di comuni del sud est Europa NALAS (Network of Associations of Local Authorities of South-East Europe).
I rappresentanti e i sindaci dei comuni si sono trovati per scambiarsi le loro esperienze sul proprio ruolo e sulle proprie responsabilità nel processo d’inclusione dei cittadini nel promuovere le comunità locali.
In Bosnia Erzegovina i sindaci vengono eletti con voto diretto e sono tra quelli che nel prossimo futuro avranno il maggior carico di responsabilità per l’inclusione dei cittadini nel funzionamento delle loro comunità locali. Il Paese sta ancora aspettando che si formi un governo statale sulla base delle elezioni dello scorso ottobre, a livello statale la politica sembra paralizzata. Molte responsabilità ricadono sull apolitica locale. A questo livello non è raro che qui i cittadini votino il candidato che conoscono personalmente, indipendentemente dal partito che rappresenta.
Bosanski Petrovac, cittadina della Bosnia occidentale di circa 10 mila abitanti, dalle scorse elezioni comunali ha un nuovo sindaco, giovane, energico e istruito, Ermin Hajder, di un partito costituitosi da poco. Ermin è sindaco di questa cittadina da due anni. Per guadagnarsi il pane non ha scelto di andare in un'altra città bosniaca più grande, bensì ha deciso di rimanere nella sua Bosanski Petrovac e di coinvolgere i cittadini nelle sue attività quotidiane. Proprio di questo ha parlato alla conferenza: "Con tutto quel che c'è da fare, nessuno riuscirebbe a far da solo il proprio lavoro. A mio avviso l'inclusione sociale è da identificarsi con l'attivismo sociale, con l'impegno dei cittadini nel seguire il lavoro dei politici che hanno eletto. Per me è una soddisfazione avere un tale livello di collaborazione. Alcuni politici invece si infastidiscono, vogliono essere loro a 'governare' il popolo e cercano di tenere i cittadini lontani al potere”.
A parlare a favore di questo giovane sindaco sono anche i fatti concreti e i risultati raggiunti, i maggiori indicatori del successo non solo suo, ma di tutta la comunità che rappresenta. "Il traguardo più importante mio e dei miei concittadini, dall'inizio del mio mandato ad oggi in questa cittadina dimenticata da tutti, sta nell'aver ridotto la disoccupazione del 50%. Abbiamo saputo indirizzare la nostra attività verso il rafforzamento del settore agricolo e la produzione di alimenti tipici“ ha affermato Hajder.
A parlare del significato dell'inclusione sociale per la comunità locale è stato anche Kurt Kunz, capo della sezione per il sud est Europa dell'Agenzia di cooperazione internazionale svizzera. Stando alle sue parole, l'inclusione dei cittadini nel processo decisionale è essenziale in presenza di disuguaglianze sociali. "L'inclusione sociale è anche una sfida per le società ricche. Nelle società povere, però, è un processo necessario, perché quando il livello di disuguaglianza è alto, il conflitto sociale diventa inevitabile. Basti vedere ciò che sta succedendo al momento in Nord Africa."
Il ruolo dei sindaci e dei rappresentanti dei governi locali, secondo Kunz, è decisivo perché sono proprio loro che comunicano maggiormente con i cittadini. Kunz ritiene che la ricetta per una buona collaborazione stia nella trasparenza del lavoro della pubblica amministrazione.
"I cittadini devono sapere dove vanno i loro soldi, in cosa si spendono, se le spese sono efficaci ed effettive" ha affermato Kunz. L'inclusione sociale è fondamentale quando si tratta di parti della popolazione che richiedono particolare attenzione, come le comunità rom, i bambini, gli anziani, i disabili e gli invalidi.
Darko Božić, membro del Distretto della città di Belgrado, ha presentato un progetto relativo all'inclusione sociale della popolazione rom. A Belgrado ci sono circa 100 campi rom in cui le condizioni di vita sono lontane dal vivibile. Sporcizia, mancanza di condizioni igieniche e di acqua corrente, l'impossibilità dei bambini di andare a scuola: questi i problemi con cui ci si confronta.
"In un campo rom nei pressi del centro di Belgrado vivevano circa 1200 persone in condizioni disumane. La città di Belgrado ha deciso di costruire degli edifici per questa comunità. Oggi hanno le loro abitazioni dotate di acqua, luce, corrente, buone condizioni igieniche e i bambini frequentano la scuola. Ora stiamo cercando di trovare loro un lavoro in modo da poterli inserire nella zona in cui vivono" ha spiegato Božić.
Stevco Jakimovski è sindaco del comune di Karpos, uno dei distretti della città di Skopje. A Karpos vivono circa 60.000 abitanti e la percentuale di disoccupazione è al 16%: con un pizzico di orgoglio ha affermato che è la percentuale più bassa in Macedonia.
“Noi siamo in contatto diretto con i cittadini e abbiamo la responsabilità di rispondere alle loro richieste. Anche se in Macedonia il processo di decentrameno amministrativo non è ancora arrivato a completamento, portiamo avanti azioni di aiuto e di inclusione dei cittadini volte a migliorare le loro condizioni di vita, cercando, tra le altre cose, anche di garantire condizioni favorevoli per gli investitori”.
In generale, alla conferenza si è giunti alla conclusione che i governi locali, essendo gli organi di potere più vicini ai cittadini, dovrebbero avere più autonomia nell'attuazione delle politiche sociali. Il lavoro delle comunità locali deve essere trasparente e accessibile ai cittadini e il servizio pubblico non può essere fine a se stesso. I partecipanti di NEXPO hanno concordato sul fatto che il livello di inclusione dei cittadini nel lavoro delle comunità locali non si possa ancora definire soddisfacente. Per ottenere un approccio sistematico al processo di inclusione sociale di ogni singola comunità sono necessari lo sviluppo di strategie, affiancate da banche dati sulle strutture sociali dei cittadini delle comunità stesse.
I cittadini devono essere più coinvolti, specialmente nella pianificazione del budget del comune in cui risiedono. E' importante tenere degli incontri pubblici sui budget comunali, definire le priorità degli interventi in collaborazione con i cittadini, perché sono loro che meglio conoscono le esigenze della comunità.
Per creare piani di sviluppo bisogna cominciare innanzitutto dall'informazione ai cittadini, dallo scambio di idee e opinioni con loro, dando rilevanza alle loro esigenze: questa è l'unica via efficace per creare amministrazioni locali responsabili ed efficienti che sappiano mettersi al servizio dei propri cittadini.