E' il Paese con il più alto tasso di carcerati in Europa, quasi cinque volte più della media europea. E le organizzazioni per i diritti umani denunciano violazioni sistematiche dei diritti dei detenuti. Ma il governo georgiano replica che proprio grazie al fatto che la popolazione carceraria è più che triplicata dal 2004 a oggi, il Paese è più sicuro
Lo stato del sistema carcerario georgiano è da tempo oggetto di numerosi report delle organizzazioni per i diritti umani, sia locali che internazionali, che non lesinano critiche.
I primi anni di indipendenza
Dopo il crollo dell'Unione sovietica, per la Georgia iniziò un lungo periodo caratterizzato da instabilità politica, guerra civile e aumento della criminalità. A metà degli anni novanta, delinquenti e criminali prima in carcere andarono ad ingrossare le fila delle milizie semi-ufficiali, ove si dedicavano al saccheggio senza alcun rischio di cattura. In carcere finivano solo i piccoli criminali, senza soldi né qualcuno di importante disposto ad intercedere per loro.
E' chiaro che in quel periodo le carceri non presentavano particolari problemi di sovraffollamento. Alla fine degli anni novanta, le milizie armate furono sciolte e per 2-3 anni nel Paese vi fu nel complesso una situazione di ordine. A quel tempo il numero dei detenuti raggiunse i livelli del periodo sovietico, circa 10.000 persone.
E qui cominciarono i problemi. A causa del cronico deficit di bilancio, lo Stato non riusciva a mantenere decentemente i detenuti, pagare gli stipendi alle guardie carcerarie, l'energia elettrica e così via. A causa della corruzione, nelle prigioni spadroneggiavano i boss del crimine, mentre le direzioni delle carceri difficilmente interferivano. Le torture divennero la norma: per estorcere confessioni, gli arrestati erano picchiati e torturati con l'elettricità, l'acqua ed altri metodi.
In quegli anni, la corruzione è diventata onnipresente in Georgia, a partire dallo stesso sistema carcerario. Ad inizio degli anni 2000, la popolazione carceraria scese ulteriormente, avvicinandosi alle 7.000 unità, nonostante la piccola criminalità e quella organizzata avessero raggiunto livelli da capogiro. Questo perché la polizia non registrava i reati, ma dava agli arrestati 2-3 giorni di tempo per trovare i soldi per corromperli. Se i soldi si trovavano li liberavano, altrimenti registravano il reato e trasmettevano la pratica al tribunale.
Report e dossier
La condizione dei detenuti nelle carceri georgiane è stata costantemente soggetta a critiche negli ultimi anni sia da parte dell'ombudsman georgiano, sia da report internazionali.
In un report del 2011 , il governo statunitense ha definito l'abuso di detenuti da parte delle autorità e le pessime condizioni del sistema carcerario georgiano quale principale problema riguardo alla tutela dei diritti umani nel Paese.
Nel 2006, Human Rights Watch ha dedicato un intero report di 101 pagine agli abusi nelle carceri georgiane.
Il sovraffollamento nelle carceri è in parte causato dalla rigidità del sistema giudiziario. Osservatorio si era occupato del basso tasso di assoluzioni nel Paese (solo lo 0,04% dei processi penali che si svolgono nella capitale Tbilisi si conclude con un'assoluzione) in un'intervista a Ekaterine Popkhadze, direttrice dell'Associazione dei giovani avvocati in Georgia, pubblicata nel 2011.
L'era Saakashvili
Dopo il cambio di regime nel 2004, la situazione è cambiata drasticamente. La corruzione nelle forze dell'ordine è stata ridotta al minimo. Ad oggi, chi viene arrestato non ha alcuna possibilità di pagare una tangente per essere rilasciato senza conseguenze. Esiste la possibilità di uscire su cauzione, ma di solito è riservata a chi ha compiuto reati minori e non costituisce una minaccia per la società. Naturalmente, anche oggi, per uno stesso reato c'è chi è a piede libero e chi è in carcere, ma si tratta di un numero limitato di persone che non incide sulla situazione complessiva.
Il risultato è che il numero di detenuti è aumentato significativamente. Secondo i dati del Servizio nazionale di statistica "Gruzstat", a fine marzo 2012 si contavano 23.969 detenuti e 39.708 condannati per reati minori con pena sospesa con la condizionale. Si tratta di uno dei tassi di condannati più alti al mondo: 545 su 100.000 abitanti, contro una media UE di 120. Con un tale aumento dei carcerati, il sistema penitenziario si scontra però con grandi difficoltà: ad ospitarli non bastano nemmeno le nuove carceri costruite sotto il governo di Saakashvili.
Secondo il difensore civico della Georgia Georgi Tugushi, presto tutte le carceri si troveranno in condizioni di sovraffollamento, anche a causa del rigido codice penale vigente nel Paese. Secondo il suo rapporto, nel corso dell'ultimo anno sono morti in carcere 142 detenuti, il 56% in più rispetto al 2009, soprattutto a causa di inadeguate cure mediche. La principale causa di morte nei detenuti è infatti la tubercolosi, a seguito di cure inadeguate o tardive.
"Posso affermare con certezza che i problemi sanitari nel sistema penitenziario potrebbero essere evitati o significativamente ridotti. Nonostante i nostri ripetuti appelli, il Ministero si è preoccupato di nascondere i problemi anziché di risolverli”, ha dichiarato Tugushi. In ogni caso, gli attivisti per i diritti umani e il difensore civico concordano sul fatto che il ministro della Giustizia Khatun Kalmakhelidze non riesce a controllare completamente il proprio sistema e che sia proprio la mancanza di controlli adeguati una delle cause del perdurare dell'attuale situazione.
La politica
La situazione del sistema carcerario in Georgia è indissolubilmente legata alla politica ed è tema di costanti controversie fra governo e opposizione. L'opposizione porta l'alto numero di detenuti a prova del fatto che si stia costruendo uno stato di polizia e che in prigione finiscano per lo più persone innocenti o colpevoli di reati minori per i quali si potrebbe anche non andare in carcere.
A queste accuse il governo risponde che 23.000 detenuti non sono molti per un Paese in cui intere generazioni sono cresciute in mezzo alla criminalità e hanno avuto dei ladri come modelli di riferimento. Inoltre, l'alto numero di detenuti avrebbe contribuito a rendere la Georgia uno dei Paesi più sicuri al mondo. "Scegliete quello che preferite: pochi detenuti e molta criminalità per le strade o molti detenuti e poca criminalità. Non c'è una terza via", dicono i rappresentanti delle autorità.
Nonostante ciò, non solo nel mondo politico, ma nemmeno nella società, si trova una risposta univoca al perché il numero di detenuti in Georgia sia quasi cinque volte maggiore della media europea.