Si apre domani il Festival di Cannes. A differenza del passato non è presente alcun film dalla ex Jugoslavia ma non mancano produzioni di altri paesi dei Balcani. Dal nostro corrispondente Nicola Falcinella

16/05/2006 -  Nicola Falcinella Cannes

Ungheria e Romania, insieme alla Turchia, al 59° Festival di Cannes che inizia domani. Sono i Paesi di area balcanica e dintorni rappresentati in un'edizione del festival francese che vede l'ex Jugoslavia del tutto assente.

Un pò come all'ultima Mostra di Venezia, quando "Odgrobadogroba" di Jan Cvitkovic fu lasciato fuori dal concorso e venne invece presentato a San Sebastian, dove vinse. In concorso c'è solo il turco Nuri Bilge Ceylan, rivelato dal premiatissimo "Uzak - Lontano": presenta "Iklimler", annunciato come "intimo".

Se la deve vedere con pezzi da 90 quali Moretti, Almodovar, Kaurismaki e Loach e talenti emergenti come Gonzales Inarritu, Sofia Coppola, Caetano o Kelly.

Come film di chiusura è stato invece scelto "Transylvania" del "gitano" Tony Gatlif, che va a ritmo di musica al cuore delle cose e degli uomini.

Nella sezione "Un certain regard" sono invece inclusi l'ungherese "Taxidermie" di Gyorgy Palfi e l'opera prima del rumeno Catalin Mitulescu (già segnalatosi per alcuni corti) "The Day I Spent The End Of The World" di Catalin Mitulescu.

Abbastanza raro il caso di Agnes Kocsis, giovane regista ungherese in lizza nella Cine Fondation (la sezione per i cortometraggi delle scuole di cinema) il breve "A Virus" e il suo lungometraggio d'esordio "Fresh Air", in gara nella Semaine de critique.

Tra le proiezioni speciali della Settimana della critica c'è il greco "Soul Kicking" di Yannis Economidis. Nella Quinzaine des realisateurs, l'altra sezione parallela del festival, si ripete l'accoppiata Ungheria - Romania, forse le due cinematografie in miglior salute del sudest europeo. Si tratta di "A Fost sau n-a fost" di Corneliu Porumboiu, che fa i conti con la rivoluzione del dicembre '89, e "White Palms" di Szabolcs Hajdu.