Appena chiuse le urne in Bulgaria, dove oggi si è votato per le elezioni parlamentari anticipate. Secondo i primi exit-poll, la vittoria sarebbe andata al centro-destra dell'ex-premier Boyko Borisov. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [26 marzo 2017]
E' appena terminata la lunga giornata elettorale in Bulgaria, dove sei milioni e ottocentomila elettori erano chiamati ad eleggere i 240 membri del parlamento di Sofia. Secondo i primi exit poll, la vittoria sarebbe andata a GERB, il movimento di centro-destra dell'ex-premier Boyko Borisov, che avrebbe conquistato il 32% dei voti, staccando così di circa quattro punti percentuali il redivivo Partito socialista, attestato intorno al 28%.
A superare la soglia di sbarramento del 4% ci sarebbero poi il DPS, movimento che tradizionalmente rappresenta la numerosa minoranza turca in Bulgaria, e la lista dei “Patrioti Uniti”, coalizione di partiti nazionalisti ed euroscettici che per la prima volta si presentavano uniti di fronte all'elettorato.
Dovrebbero farcela anche “Volontà”, progetto populista del controverso imprenditore Veselin Mareshki, ribattezzato nelle scorse settimane “il Donald Trump bulgaro”, e la coalizione del “Blocco riformatore”, che rappresenta la destra liberale e conservatrice.
Se i dati degli exit poll verranno confermati durante lo spoglio, si profila dunque un parlamento a cinque partiti. Con questi risultati, la prospettiva più credibile è quella di una coalizione tra GERB e i partiti nazionalisti, che potrebbe coinvolgere anche il movimento di Mareshki.
Una coalizione che non sarebbe però priva di contraddizioni, visto il discorso pro-europeista di Boyko Borisov che cozza con la visione molto più critica dei suoi possibili partner di governo, e che potrebbe avere problemi di tenuta sul medio e lungo periodo.
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