In Slovenia i risultati si sono rivelati in linea con i sondaggi: l'alleanza di stampo conservatrice guidata dal Partito democratico sloveno (SDS) di Janez Janša, vicino a Viktor Orban, assieme ai moderati del Partito popolare sloveno (SLS) escono largamente vincitori di queste elezioni europee con il 26,4% dei voti. Seguono i social-democratici (SD, 18,64%) che si attestano davanti al partito del primo ministro Marjan Šarec (LMŠ,15,58%). Seguono infine i Cristiano-democratici di Nuova Slovenia (Nsi, 11,07%).
Il partito di Alexis Tsipras, dato per sconfitto da tutti i sondaggi, non è riuscito a recuperare terreno nonostante il forte impegno personale del primo ministro per cercare di convincere i delusi e gli indecisi.
A Vienna, domenica scorsa, si è tenuta una manifestazione per chiedere giustizia per David e Dženan, due giovani bosniaci uccisi in situazioni poco chiare e per cui i genitori chiedono giustizia.
Nel ballottaggio tenutosi domenica 5 maggio per l’elezione della più alta carica dello stato in Macedonia del Nord si è imposto il candidato della coalizione tra il Partito social-democratico (SDMS) e l’Unione democratica per l’integrazione (DUI).
Nel 2013, secondo l'ultimo censimento, la Bosnia Erzegovina aveva perso più di un quarto della popolazione del 1991. Dal 2013, l'esodo è continuato. Tanto che in Republika Srpska, una delle due entità che costituiscono la Bosnia Erzegovina, gli edifici scolastici vengono trasformati in case di riposo.
Al secondo turno delle elezioni presidenziali tenutesi domenica scorsa in Ucraina si è affermato nettamente Volodymyr Zelensky sul presidente ucraino uscente Petro Poroshenko.
Secondo quanto riportato dai media serbi, è morta ieri, 14 aprile, a Mosca dove era fuggita nel 2003, Mirjana Marković, vedova di Slobodan Milošević. Aveva 77 anni.
Lo scorso 29 marzo il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev e il primo ministro dell'Armenia Nikol Pashinyan si sono incontrati a Vienna sotto gli auspici del Gruppo di Minsk dell'Osce.
“In Bosnia Erzegovina il Pride avverrà spontaneamente, come espressione di insoddisfazione di un gruppo sociale e una forma di lotta. Le persone scendono in strada quando sentono la necessità di denunciare i problemi con cui sono costrette a confrontarsi”, così spiegava Emina Bošnjak, direttrice del Sarajevski otvoreni centar, organizzazione non governativa impegnata nella promozione e nella difesa di gruppi vulnerabili, tra cui donne e minoranze sessuali e di genere, in un'intervista riportata sulle pagine di Deutsche Welle . A qualche mese di distanza, lo scorso lunedì, è stato annunciato alla stampa bosniaca che il prossimo 8 settembre Sarajevo ospiterà il primo Pride nella storia del paese.
L'esito, ancora parziale, delle presidenziali tenutesi domenica in Ucraina danno in testa Volodymyr Zelensky, ex comico e candidato “anti-establishement", sul presidente uscente Petro Poroshenko.