Come vivono i profughi e gli sfollati in Montenegro? Quali sono le prese di posizione istituzionali e ufficiali su questo argomento? Quanti profughi e sfollati vivono nel paese? A queste domande risponde una indagine curata dalla nostra corrispondente.
Un breve reportage dalla cittadina di Kozarac. Un tempo simbolo della pulizia etnica, ora simbolo del rientro della comunità bosniaco-musulmana. E' qui che è stata ricostruita la prima moschea della Republika Srpska.
Ada Sostaric, collaboratrice dell'Osservatorio, indaga sulla situazione di sfollati e rifugiati in Serbia. Attraverso interviste ad esperti legali, rappresentanti di ONG ed agli stessi profughi. Il testo è in inglese.
Il Ministero per i profughi e gli sfollati cerca 900 milioni di marchi convertibili per soddisfare le necessità immediate. Le organizzazioni internazionali sembrano però sul piede di partenza
A partire dalla pimavera di quest'anno saranno 98 i centri collettivi per rifugiati che verranno dismessi. Ora si tratta di capire quante persone debbono trovare un'altra sistemazione.
Alcuni ragazzi sono letteralmente cresciuti nei centri collettivi. Fuggiti da Croazia e Bosnia nel 1991-1992 hanno vissuto una vita da rifugiati. E l'uscita dalla precarietà è ancora lontana.
Dopo i due approfondimenti sulla FBiH, concludiamo la parte bosniaca di questo aggiornamento sulla situazione degli sfollati e rifugiati nella penisola balcanica
Seconda parte dell'inchiesta avviata sulla situazione dei rifugiati nei centri collettivi della FBiH. Dopo un primo articolo di inquadramento generale sulla tematica, continuiamo con un aggiornamento sulla situazione dei centri collettivi nei cantoni Herzegovina-Neretva, Tuzla, Sarajevo.
Un reportage di Dejan Georgievski, nostro corrispondente da Skopje, sulla situazione di rifugiati e sfollati in Macedonia. C'è chi vuole andare in Paesi terzi e chi invece è irremovibilmente intenzionato al rientro.
Difficoltà e problemi per i rifugiati in Macedonia. Le richieste degli IDPs non coincidono con quelle del governo, che ciò nonostante cerca di promuovere una forte politica di rientro, iniziando dalla sicurezza.
Osservatorio sui Balcani ha visitato due centri (Tasovcici e Klepci) nel Cantone Herzegovina-Neretva, cercando di ricostruire le condizioni di vita di parte della popolazione sfollata in BiH oggi.
Il rientro in massa previsto per sabato 21 settembre è stato posticipato per ragioni di sicurezza. Non sono mancati dissidi e contrasti tra le organizzazioni che si occupano del rientro, che si accusano vicendevolmente di aver fatto fallire l'azione.
Un migliaio di Rom hanno protestato nei giorni 2 e 3 settembre di fronte al Parlamento serbo, nel centro di Belgrado, contro lo sfratto delle 205 famiglie Rom che vivono in un quartiere nei pressi di Novi Beograd.
Introduzione al documento integrale del Patto di stabilità sulla strategia da adottare per i paesi dell'area balcanica nel campo della giustizia e degli affari interni.
Minaccia di sgombero per 44 famiglie di profughi che da cinque anni alloggiano vicino al porto di Bar. Le autorità del porto vogliono utilizzare il terreno per altri scopi ma, in attesa di soluzioni alternative, il sindaco blocca le ruspe.
Un villaggio diviso a metà dal confine amministrativo tra Federazione ed RS. L'incontro con gli sfollati serbi che vi sono ritornati a vivere. L'articolo è stato segnalato e tradotto in inglese da un gruppo di ragazzi della municipalità di Prijedor che, grazie all'Agenzia della Democrazia Locale attiva in quella città, sta seguendo un corso di formazione giornalistica. L'Osservatorio riceve grazie a loro una rassegna settimanale di articoli pubblicati sulla stampa locale e del nord della BiH.
Si prospettano tagli dei fondi per i Balcani e le grandi organizzazioni internazionali annunciano che oramai si è usciti dall'emergenza. Ma sono molte le voci che si levano preoccupate: "attenzione a non rischiare una nuova destabilizzazione dell'area".
A quasi sette anni dalla firma degli Accordi di pace di Dayton in Bosnia Erzegovina molti sfollati e rifugiati vivono ancora in centri collettivi. Qualcosa però, anche se tardi, sta cambiando.
E' iniziata la primavera e molti dei cittadini di Srebrenica stanno facendo ritorno a casa. 480 le famiglie rientranti, in una situazione spesso precaria dove lavoro e casa non sono assicurati.
A quasi sette anni dalla firma degli Accordi di Dayton in Bosnia Erzegovina molte famiglie continuano a vivere nei centri collettivi. Ora il governo del cantone di Tuzla annuncia la prossima chiusura di tre di questi centri.