Il figlio dell'ex Presidente guida una eterogenea compagine che vorrebbe dedicare a Tudjman una piazza ed un monumento nel centro della capitale, di fronte alla piazza Maresciallo Tito. I cittadini di Zagabria non sembrano gradire
Confermata la sentenza di primo grado nei confronti di Radislav Krstic, comandante delle forze serbo bosniache a Srebrenica: fu genocidio. La condanna del generale è stata tuttavia ridotta da 46 a 35 anni per non aver partecipato direttamente al massacro
Proprio nel momento di chiusura della fase istruttoria del processo più lungo della storia giudiziaria internazionale, il giudice che presiede la troika impegnata nelle udienze contro Milosevic si dimette. E adesso?
Le mosse della comunità internazionale indicano che quest'anno potrebbe essere messa la parola fine alla questione Radovan Karadžić e Ratko Mladić, i quali già da quasi dieci anni fuggono alla consegna al Tribunale dell'Aia.
Intervista a Hugh Griffiths, giornalista investigativo, autore di due recenti reportage sul principale latitante della BiH, nome in codice "The big one". Le forze Usa avrebbero adottato nei suoi confronti la stessa strategia seguita contro Saddam Hussein.
L'arresto di due ex guardie del corpo di Karadzic è parte della strategia della NATO per catturare il ricercato numero uno della Bosnia Erzegovina. Pubblichiamo la recente inchiesta di IWPR sulla vicenda.
Tra il '42 ed il '43 il nostro esercito internò nel campo di Gonars migliaia di persone: quasi 500 morirono in pochi mesi. Il progetto: ripopolare il territorio sloveno con italiani. Un articolo di Alberto Bobbio pubblicato su Famiglia Cristiana
Pubblichiamo la traduzione del riconoscimento di colpevolezza avanzato da Milan Babić, presidente nel 1991 della Repubblica autonoma di Krajina, davanti al Tribunale internazionale dell'Aia.
Per gli Europei, la consegna all'Aja del generale Ante Gotovina resta condizione indispensabile per la adesione all'Unione. Gli Stati Uniti sono invece più interessati all'invio di truppe di Zagabria in Iraq. Il nuovo governo fa rotta su Washington
Le accuse contro i quattro generali serbi, sia della polizia che dell'esercito, mosse dal Tribunale de L'Aja hanno, con ogni probabilità, conferito l'ultimo colpo al già indebolito governo della Serbia
Domenica 19 ottobre è morto a Sarajevo Alija Izetbegovic. Aveva abbandonato la vita politica nel 2000. Nazionalista musulmano, presidente del Partito dell'Azione Democratica, è stato protagonista dei "dieci anni più difficili" della Bosnia Erzegovina
Ante Gotovina, generale croato ricercato dal Tribunale dell'Aja per crimini contro l'umanità commessi nel corso della operazione "Tempesta" (1995), gode ancora di un grande sostegno nel paese. I dilemmi del governo Racan nella imminenza delle elezioni.
La vedova del testimone di crimini di guerra assassinato chiede i danni al governo croato. Ufficiale croato, Milan Levar aveva testimoniato contro il proprio esercito per i crimini commessi nei confronti della popolazione serba in Krajna. Tornato in Croazia dopo aver reso le proprie dichiarazioni all'Aja, fu assassinato di fronte al figlio nella propria casa di Gospic. Ora la vedova chiede al governo croato i danni per non averlo protetto. Drago Hedl ricostruisce la vicenda in questo articolo scritto per l'Institute for War and Peace Reporting (IWPR), traduzione di Carlo Dall'Asta.
Il superlatitante croato, ricercato per crimini contro l'umanità in relazione alla operazione "Tempesta", rilascia tranquillamente una intervista ad un settimanale di Zagabria, accusando Tudjman di avergli impedito di conferire con la Procura dell'Aja.
Due figure controverse e discusse quelle di Jovica Stanisic e Franko Simatovic, ritenuti responsabili di crimini di guerra in Croazia e Bosnia ed Erzegovina, sospettati di essere coinvolti nell'omicidio del premier Djindjic.
Janko Bobetko è morto martedì nella sua casa di Zagabria. Simbolo della guerra di indipendenza croata, era ricercato per crimini di guerra dal Tribunale dell'Aja. Il governo non ne consentiva la estradizione per motivi di salute
Terminato il tour della procuratrice capo del TPI de L'Aja. Ultima tappa del tour Skopje, dove della Del Ponte ha colloquiato con le autorità macedoni sulla cooperazione col tribunale internazionale.
Un team di medici del TPI de L'Aja starebbe per far visita all'ex generale Janko Bobetko accusato di crimini di guerra, attualmente all'ospedale per motivi di salute.
Jakob Finci è presidente della comunità ebraica della Bosnia Erzegovina e iniziatore della associazione civica 'Verità e Riconciliazione'. In Italia per partecipare al convegno annuale di Osservatorio sui Balcani, in questa intervista illustra il progetto della Commissione e descrive la situazione attuale della comunità ebraica bosniaca
La scoperta di corpi che probabilmente appartengono a serbi nel villaggio di Paulin Dvor potrebbe sollevare questioni scottanti per la Croazia. Abbiamo tradotto un articolo di Drago Hedl - IWPR
Sino a qualche anno fa era stato protetto da Tudjman. Venne però poi arrestato dopo che il nuovo governo di centro-sinistra di Zagabria firmò con Sarajevo un accordo di cooperazione penale e si impegnò a processare Abdic in Croazia.
Sconfitta la coalizione liberal-laburista in Olanda. Ma dalla Bosnia Erzegovina le madri e vedove di Srebrenica continuano a chiedere giustizia anche se non è più al governo Wim Kok primo ministro ai tempi del massacro avvenuto nella cittadina bosniaca.
Un commento di Andrea Rossini, autore del documentario "Europa, Srebrenica", sulle dimissioni del governo olandese a seguito della pubblicazione del rapporto su Srebrenica
Forti pressioni internazionali sulla Serbia per una piena collaborazione con il Tribunale Internazionale dell'Aja. Forse tra qualche settimana verrà estradato in Olanda il presidente serbo Milutinovic. "Altrimenti blocchiamo i finanziamenti".
Ieri sembrava Mladic e Karadzic fossero stati arrestati. Ma voci autorevoli smentiscono. Intanto se ne stanno tranquilli sulle bancarelle di Prijedor, BiH.
Ritornano le minoranze e cominciano a vivere nuovamente luoghi che per anni erano rimasti abbandonati. E così riemergono i corpi ed i crimini della pulizia etnica. Il difficile ritorno alla normalità in Bosnia Erzegovina.
Prijedor, una delle città simbolo della pulizia etnica, tristemente famosa per i campi di concentramento di Omarska, Keraterm e Trnopolje. Descritti dai responsabili serbo-bosniaci per crimini contro l'umanità quali campi di "smistamento" e di "passaggio" di croati e bosniaco-musulmani che venivano poi espulsi dai territori del nord della Bosnia, furono nella realtà luoghi dove si compirono i più efferati crimini della pulizia etnica. Moltissime persone tra quei reticolati di filo spinato vennero seviziati, torturati ed uccisi.
I fatti di Prijedor furono descritti da un'indagine illuminante dell'Human Rights Watch/Helsinki pubblicata nel gennaio del 1997 dove si denunciava come molti dei responsabili delle pulizia etnica fossero ancora in città e non solo restavano impuniti, ma addirittura ricoprivano cariche importanti e di potere. Seguirono una serie di arresti da parte della IFOR/SFOR e Prijedor iniziò a vivere in un'atmosfera diversa e più favorevole al cambiamento dove i moderati poterono iniziare a governare a scapito dei partiti nazionalisti.
I tragici fatti di Prijedor, descritti in modo drammatico da testimoni e sopravvissuti, continuano ad avere pesanti conferme. Secondo informazioni avute dalla Commissione per il ritrovamento di scomparsi della Bosnia Erzegovina, negli ultimi mesi sono state identificate nella municipalità di Prijedor altre fosse comuni contenenti i corpi dei molti non-serbi vittime della pulizia etnica nella primavera-estate del 1992. Tre di esse sono state rinvenute nel complesso minerario di Ljubija, una presso il cimitero principale di Prijedor, una a Kozarac ed una nella Lijeva Obala, quartiere di Prijedor prima della guerra abitato quasi esclusivamente da bosniaco-musulmani e raso letteralmente al suolo durante le operazioni di pulizia etnica. La più grande è quella trovata presso la miniera di ferro di Ljubija dalla quale sono stati estratti i resti di 372 vittime.
Si tratta dei corpi delle vittime delle esecuzioni nei villaggi di Kozarac ed Hambarine e dei campi di concentramento di Omarska, Keraterm e Trnopolje che al termine della guerra, per evitare fossero scoperti dalle organizzazioni internazionali, vennero sotterrati in fosse comuni. I lavori di riesumazione sono durati circa tre settimane. Gli esperti hanno trovato anche una quarantina di documenti personali in buono stato che faciliteranno l'identificazione delle vittime. E ritornano alla mente i racconti di alcune donne di Kozarac, divise dai loro figli e mariti li videro allontanarsi stipati su alcuni autobus. Per l'ultima volta. Gli stessi autobus secondo dichiarazioni di alcuni cittadini di Omarska furono visti dirigersi verso le miniere di Ljubija e tornare vuoti. Questi nuovi ritrovamenti non sono che una tragica conferma.