Il 2 dicembre si è conclusa ufficialmente la missione della SFOR in Bosnia Erzegovina. La forza militare a guida NATO sarà sostituita da una missione della Unione Europea, EUFOR. In questo commento "Cosa è stata per noi la SFOR", il settimanale sarajevese Dani traccia il bilancio di questi otto anni, visti dai Bosniaci
Inquietante manifestazione filo ustascia a Zara, salutata dal presidente del consiglio comunale cittadino. La polizia non interviene. Sempre più diffuse nel Paese opinioni revisioniste sul carattere "positivo" del regime del criminale Pavelić. Venerdì la decisione della Commissione sull'avvio dei negoziati di adesione alla UE
Da comandante dell'UCK a primo ministro. La brillante carriera di Ramush Haradinaj sembra però essere arrivata al capolinea. In molti in Kossovo si aspettano un suo trasferimento all'Aja.
Con un proprio decreto il Ministro Sirchia ha avviato un monitoraggio in particolare su funghi, cereali, altri vegetali, prodotti lattiero-caseari e prodotti ittici. Alla ricerca di uranio ed arsenico.
Dopo aver riconosciuto la responsabilità delle proprie forze armate nella strage di Srebrenica, e le dimensioni del massacro, il governo della Republika Srpska ha nei giorni scorsi espresso ufficialmente le proprie scuse per quella vicenda. Si è aperto un percorso di riconciliazione in Bosnia Erzegovina? Ne parliamo con Amor Mašović.
Il tribunale dell'Aja sta compiendo indagini su Ramush Haradinaj, che in questi giorni potrebbe diventare il prossimo Primo ministro del Kossovo. Un articolo tratto da TOL.
La persistente latitanza del generale croato ricercato per crimini di guerra mette a rischio il percorso di adesione di Zagabria alla Unione Europea. Martedì prossimo relazione di Carla Del Ponte al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Il premier Sanader temporeggia
Prima del '99 faceva la tassista. Poi la guerra ed il coraggio di scrivere per rompere l'omertà che regna sui crimini commessi dai suoi concittadini in Kossovo. Svetlana Djordjevic, ora, nella Serbia "democratica", rischia ogni giorno la vita. Un appello dell'Osservatorio per la protezione degli attivisti sui diritti umani.
A margine del convegno di Campolongo Maggiore su "La giustizia internazionale nei conflitti balcanici", la Procuratrice Capo del Tribunale dell'Aja, Carla Del Ponte, ha incontrato alcuni giornalisti presenti. Le domande si sono incentrate in modo particolare sul processo Milosevic. La trascrizione del colloquio
Uno di temi più scottanti nella Serbia di oggi riguarda proprio le fosse comuni, alcune ancora nascoste sul suo territorio. Un argomento difficile da affrontare, perché chiama in causa istituzioni e alti funzionari. Ne parla Nataša Kandić, da anni impegnata nella ricerca della verità
Sulle orme delle riflessioni svolte da Andrea Rossini ("la giustizia internazionale nei conflitti balcanici", 02-11-2004) sul processo di elaborazione del conflitto da parte delle popolazioni della ex-Jugoslavia e a seguito di interventi pubblicati in passato dall'Osservatorio sui Balcani sul tema della giustizia resa da tribunali locali in tema di crimini di guerra (Drago Hedl, "Croazia: dalla giustizia internazionale ai tribunali locali", 01-06-2004), viene qui di seguito proposta la traduzione di un articolo tratto dal quindicinale "Vukovarske Novine". La pubblicazione in questione, (ri)nata a Zagabria nel 1992 su spinta dell'allora regime tudjmaniano in guerra, esprime un punto di vista nazionale croato in quanto a scelta, articolazione ed analisi dei temi relativi alla realtà di Vukovar e del suo territorio. Definiti il taglio e le peculiarità del giornale, l'autrice del pezzo si mantiene comunque sul piano dell'informazione e dell'aggiornamento sul tema della giustizia croata locale contro i crimini di guerra, motivo per cui il testo offre specifici elementi di interesse per il lettore. Riceviamo la traduzione e volentieri pubblichiamo.
A partire dal recente caso Beara, la Procuratrice Capo dell'Aja illustra il funzionamento del Tribunale sul campo, il rapporto con i governi di Belgrado e Zagabria, la delicata fase di passaggio dal Tribunale Internazionale alle Corti locali. Nostra intervista
Pubblichiamo l'intervento dell'Osservatorio sui Balcani tenuto nel corso della tavola rotonda del 29 ottobre scorso a Campolongo Maggiore su "Crimini contro l'umanità: il ruolo della giustizia internazionale nei conflitti balcanici". All'incontro ha partecipato la Procuratrice Capo del Tribunale dell'Aja, Carla Del Ponte
I rifugiati bosniaci sparsi in tutta Europa aiutano ad identificare i morti senza nome. Un reportage dall'Olanda sulle nuove indagini condotte con l'analisi del dna alla ricerca degli scomparsi delle guerre in ex Jugoslavia
Il governo serbo bosniaco riconosce per la prima volta la dimensione del massacro di Srebrenica. Estradato all'Aja uno dei più stretti collaboratori del generale Mladić, Ljubisa Beara. Allo stesso momento, inizia di fronte al Tribunale Internazionale il processo a Naser Orić
Un uomo nato in Iraq, inizialmente arrestato per reati di falsificazione e di frode fiscale, dovrà affrontare il tribunale per i crimini di guerra. È accusato del sequestro di cinque civili.
Sono molte le famiglie che ancora, a 5 anni da quel tragico 1999, non conoscono il destino dei loro cari. Albin Kurti e la sua associazione si battono, tra molte difficoltà, affinchè su questi 'desaparecidos' balcanici si faccia chiarezza. Un'intervista.
12 anni fa, insieme ad una troupe della ITN, il giornalista Ed Vulliamy aveva rivelato al mondo la esistenza dei campi di concentramento serbi in Bosnia Erzegovina. Nella sua prima visita da allora al campo di Omarska, riflette sulle lezioni non apprese. Questo articolo è stato pubblicato sul Balkan Crisis Report n°513, 27 agosto 2004, IWPR, con il titolo originale "Commento: dobbiamo lottare per la memoria dei campi di concentramento bosniaci". La traduzione è a cura di Osservatorio sui Balcani
Nel primo giorno di difesa nel processo che lo vede accusato di genocidio e di crimini contro l'umanità, l'ex presidente serbo sceglie l'attacco come strategia difensiva. Secondo Slobodan Milošević è tutta colpa dell'occidente
Si moltiplicano le illazioni su possibili accordi sottobanco dopo la scioccante decisione del Tribunale dell'Aja di scarcerare temporaneamente Jovica Stanisic e "Frenki" Simatovic, due dei suoi imputati di maggior profilo
Blaškić, generale croato bosniaco, era stato condannato a 45 anni per crimini commessi nella Bosnia centrale, incluso il massacro di Ahmići. Responsabili erano in realtà i quadri dell'HDZ bosniaco. In collegamento diretto con Tuđman
Il Paese ha contribuito alla ricostruzione del Ponte di Mostar, distrutto nel 1993 dall'artiglieria croata, ma la sottile arcata di pietra proietta ancora la propria ombra su Zagabria. Dissidio Mesic-Sanader in occasione della inaugurazione ufficiale
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il resoconto della manifestazione fatta a Belgrado dalle Donne in Nero nell'anniversario della strage di Srebrenica, e del loro viaggio al memoriale di Potočari l'11 luglio
Venerdì 23 luglio si terrà a Mostar la cerimonia di inaugurazione dello Stari Most. Attesi presidenti e capi di Stato. Sabato 24 la giornata dell'acqua. Dalla ricostruzione fisica alla ricostruzione sociale?
La mancata collaborazione con l'Aja ferma il cammino internazionale della Bosnia al vertice Nato di Istanbul, nonostante le aperture del governo della Republika Srpska su Srebrenica. Ashdown dimette 60 politici e funzionari. Negoziati per la resa di Karadzic?
Mentre si avvicina il termine previsto per le attività del Tribunale Internazionale per la ex Jugoslavia, nei Balcani si discute della assunzione da parte delle Corti locali dei processi per crimini di guerra. La situazione in Croazia
Il protettorato Bosnia Erzegovina sta scricchiolando. Un aggiornamento sulle recenti vicende politiche ed economiche nel Paese, sui principali fatti di cronaca e sull'andamento del processo di riconciliazione
Far avvicinare il Tribunale dell'Aja alle comunità locali. Questo lo scopo di una serie di incontri promossi in Bosnia Erzegovina. "Rischia d'essere una foglia di fico" dichiara Refik Hodzic, uno degli organizzatori.
Il figlio dell'ex Presidente guida una eterogenea compagine che vorrebbe dedicare a Tudjman una piazza ed un monumento nel centro della capitale, di fronte alla piazza Maresciallo Tito. I cittadini di Zagabria non sembrano gradire