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Kosovo - Articoli

Kossovo: la settimana delle proteste

13/02/2002 -  Anonymous User

Lo scorso venerdì l'ennesima dimostrazione a favore dei tre comandanti dell'UCK arrestati per crimini di guerra è sfociata nella violenza. E' forse l'inizio di un nuovo periodo di instabilità per la regione?


Forum cooperazione: ... a proposito di Charity Party...

08/02/2002 -  Anonymous User

Stimolato dall'intervento di Furio Ottomani, pubblicato recentemente, ci ha inviato alcune sue considerazioni Antonio Serra, operatore ICS a Pristina.


Pristina: salute, si brinda al bambino rom ed ai suoi stracci

05/02/2002 -  Anonymous User

A volte è dura, per gli operatori umanitari che tanta passione mettono nel loro lavoro, trovarsi ad affrontare i paradossi e le indelicatezze di una certa presenza internazionale. Una critica di Furio Ottomani, ICS-Pristina.


Ritorno in Kossovo: integrazione o nuove enclaves?

01/02/2002 -  Davide Sighele

Vi sarà prima o poi un Kossovo multietnico? Chi è a favore di un ritorno della comunità serba in Kossovo? Un sintetico sguardo sulla situazione attuale.


Albania e Kossovo senza luce ...

21/01/2002 -  Anonymous User

Forte crisi del settore energetico. Lunghi tagli della somministrazione di elettricità sia in Kossovo che in Albania. Monta la protesta dei cittadini.


Forum cooperazione: ONG? Meglio OSC

15/01/2002 -  Anonymous User

Renato Kisito Sesana è padre comboniano e missionario. In questo articolo riflette su cosa sia stata la cooperazione allo sviluppo in Africa in questi ultimi anni e sul difficile rapporto tra ONG e Governi. Un'analisi che va oltre il contesto africano.Pubblichiamo un intervento di Renato Kisito Sesana, padre comboniano, missionario ed autore di numerosi articoli per la rivista Nigrizia. L'articolo non è stato redatto in modo specifico per il forum cooperazione, promosso in questi mesi all'Osservatorio, ma lo riteniamo interessante e stringente rispetto alle tematiche sollevate dai precedenti interventi.L'analisi di Renato Kisito Sesana inoltre è stata stimolata dalla conoscenza approfondita del contesto africano, mondo sotto alcuni aspetti "lontano" e "diverso" rispetto all'area del sud est Europa, ma, come si vedrà durante la lettura, non per questo i Balcani vengono dimenticati.
Ricordiamo che per intervenire al forum di discussione basta inviare i testi all'indirizzo: segreteria@osservatoriobalcani.org.


Il Kosovo rimane ancora senza presidente e senza governo

11/01/2002 -  Luka Zanoni

Anche ieri per ben due volte la seduta del neo-parlamento kosovaro non è riuscita ad eleggere il presidente.


Domani nuova seduta per l'elezione del presidente del Kosovo

09/01/2002 -  Luka Zanoni

Domani 10 gennaio il neo-parlamento kosovaro si riunirà per la votazione del presidente del Kosovo. Rugova rimane sempre il favorito.


Incidenti in Kosovo: cosa fa la polizia internazionale?

07/01/2002 -  Luka Zanoni

Due gravi incidenti si sono verificati in questi giorni in Kosovo. In discussione l'operato della polizia internazionale.


Kosovo: la lotta per il Presidente che andrà al museo

02/01/2002 -  Anonymous User

Riprendiamo un articolo pubblicato su Notizie Est e curato da Besnik Bala (AIM Pristina). Quali prospettive per l'elezione del presidente del Kosovo?


Kossovo: quale sviluppo economico?

28/12/2001 -  Anonymous User

Questo report dell'ICG fornisce uno sguardo "istituzionale" ma interessanti su una questione di fondamentale importanza non solo per la regione kossovara ma per l'intero sud est Europa: quale relazione tra sviluppo economico e pacificazione dei territori?


La Chiesa ortodossa serba nell'ultimo decennio

27/12/2001 -  Anonymous User

Un'intervista con Cedomir Cupic, Professore di antropologia politica e sociologia, presso la Facoltà di Scienze politiche di Belgrado.
...in the future he hopes the streams dominating in the SPC will be much more open to co-operation, and have much more understanding and tolerance towards the others...


Serbia/Kosovo: liberato Albin Kurti

21/12/2001 -  Anonymous User

Liberato dopo due anni di carcere uno dei leader del movimento studentesco albanese.


Tempestoso battesimo per l'Assemblea del Kossovo

11/12/2001 -  Anonymous User

Il PDK di Hashim Thaci abbandona l'aula ancor prima che si voti la presidenza dell'assemblea. Per l'elezione del Presidente del Kossovo si rimanda tutto a giovedì.


Kossovo: ricostruire il sistema di salute mentale

04/12/2001 -  Anonymous User

Dove sono finiti i malati mentali in Kossovo? Quale l'atteggiamento della comunità internazionale? Si sta cercando di ricreare un sistema di salute mentale e come? Alcune risposte in questo interessante articolo di Hannah Roberts pubblicato su The Lancet


Forum cooperazione: interviene Mauro Barisone

29/11/2001 -  Anonymous User

Proponiamo da oggi un forum di discussione per dare spazio ad opinioni, critiche, riflessioni su cosa sia significato e significhi tuttora fare cooperazione nei Balcani.


Il Kosovo a due velocità

26/11/2001 -  Anonymous User

All'indomani del voto politico in Kosovo uno spaccato della società kosovara. Quali saranno i primi problemi che Rugova dovrà affrontare?


Elezioni in Kossovo: i primi risultati

21/11/2001 -  Anonymous User

Vince il partito di Rugova che raggiunge quasi il 50% dei consensi. Partecipano numerosi anche i serbi, il loro partito Povrtak (ritorno) è la terza forza politica della regione.


Elezioni in Kossovo: un passo verso la distensione?

21/11/2001 -  Davide Sighele

Tiene il partito di Ibrahim Rugova ma come vanno interpretate le sue dichiarazioni pro-indipendenza? E la patecipazione dei serbi al voto influenzerà il futuro della regione? Ne parliamo con Emiliano Bertoldi.


Ci sarà il ritorno? Alcuni giorni con i profughi dal Kossovo

20/11/2001 -  Anonymous User

La voglia di rientrare, la paura di farlo. Alcuni giorni passati in Serbia tra i serbi originari del Kossovo. Un racconto di Livio Vicini.


Elezioni in Kossovo: le opinioni degli operatori italiani

17/11/2001 -  Davide Sighele

Sembra regnare una strana atmosfera. Di disillusione rispetto ai cambiamenti che queste elezioni politiche potranno portare. Ed intanto vi è una sostanziale incertezza sulla partecipazione della comunità serba: le indicazioni di Belgrado verranno seguite?


In Kosovo è iniziato il silenzio elettorale

16/11/2001 -  Anonymous User

È iniziata questa notte, in Kosovo, la fase di silenzio che precede la votazione di domani 17 novembre. Il silenzio elettorale verrà mantenuto fino alla chiusura dei seggi (1.660 che saranno aperti dalle 7.00 di mattina), ossia fino alle ore 20.00 di sabato. Circa 1,2 milioni di elettori voteranno i 120 rappresentati del nuovo parlamento kosovaro. Secondo i dati dell'OSCE, degli oltre un milione di elettori i serbi registrati sono circa 170.000.
Da parte serba le elezioni saranno osservate dal Centro per le libere elezioni e la democrazia. Nella Serbia centrale, dove secondo un documento sottoscritto dal Commissariato della Repubblica per i rifugiati e dalla Organizzazione internazionale per la migrazione, verranno disposti 81 centri di voto con 177 seggi dove poter svolgere le elezioni, presso i quali sabato potranno votare gli oltre 98.000 serbi scacciati dal Kosovo. In Montenegro, su 30.000 profughi circa 20.000 hanno diritto di voto. Secondo i dati offerti dal Commissariato montenegrino per i rifugiati solo 7.000 hanno espresso il desiderio di votare alle elezioni kosovare. Nella repubblica del Montenegro verranno aperti 21 seggi dove si potrà votare in 19 comuni, che verranno scrutati dalle organizzazioni internazionali e dal Commissariato montenegrino per i rifugiati.


I rischi del nuovo umanitarismo militare

15/11/2001 -  Davide Sighele

Dall'Afganistan al Kossovo. Loris De Filippi, MSF Italia, parla delle pericolose commistioni tra intervento militare ed intervento umanitario.


Osama Bin Laden ed i Balcani

14/11/2001 -  Anonymous User

Da pochi giorni è uscito un report curato dall'ICG. Anche nei Balcani il rischio terrorismo: contro le truppe occidentali li stanziate? O Balcani come punto di partenza per azioni terroriste nel cuore dell'Europa?


Caschi bianchi, sentiero di nonviolenza che attraversa i Balcani

13/11/2001 -  Anonymous User

Servizio civile all'estero per obiettori e volontari: il progetto di Caritas Italiana, le esperienze di tre giovani obiettori.


Kossovo: accordo Haekkerup-Covic, i serbi andranno a votare

07/11/2001 -  Davide Sighele

A Belgrado UNMIK ed autorità federali yugoslave raggiungono un accordo per la partecipazione della comunità serba alle elezioni. Tra il malcontento dei partiti albanesi.


AiBi lascia il Kossovo: mancano i finanziamenti

25/10/2001 -  Anonymous User

AiBi costretta a sospendere i propri progetti nella regione di Pec-Peja, Kossovo. Il suo presidente Griffini denuncia il calo di attenzione sui problemi dei Balcani.


Il Kosovo si prepara alle elezioni

18/10/2001 -  Luka Zanoni

Tra mille polemiche, rifiuti di partecipare alle elezioni e scontri tra le diverse fazioni politiche in campo, tra un mese circa il Kosovo affronterà la prima tornata elettorale parlamentare del dopo guerra. Le elezioni sono state fissate per il 17 di novembre e da queste verrà eletto un parlamento con 120 rappresentanti, dei quali, dieci spetteranno di diritto alla minoranza serba ed altri dieci alle altre minoranze che compongono la regione. Per i 120 posti nel futuro parlamento si calcolano 26 tra partiti, associazioni e coalizioni>. Il futuro del Kosovo rimane comunque nelle mani dell'amministrazione internazionale e nella fattispecie nelle mani di Hans Haekkerup.

I serbi kosovari alle elezioni

Una massiccia campagna di informazione riguardante la registrazione dei cittadini di nazionalità serba era iniziata questa estate, dopo che i politici di Belgrado si sono accordati con i rappresentati della comunità internazionale. Numerosi ed enormi cartelloni pubblicitari comparivano nelle vie di Belgrado, così come sull'intera facciata delle pagine centrali dei quotidiani. Una cartina del Kosovo ed in sovrimpressione una mano con l'indice puntato, in alto una scritta riportava: "pokazi sta je tvoj, da vidimo koliko nas ima" (mostra ciò che è tuo, per dimostrare quanti siamo).
Cosicché la registrazione dei serbi del Kosovo, dopo le incertezze iniziali e dopo gli inviti di Kostunica e la stessa registrazione del Patriarca Pavle, ha richiamato un largo numero di cittadini. In totale si parla di 178.296 serbi ufficialmente registrati (dato pubblicato dal quotidiano Danas, 6-7 ottobre 2001) riuniti nell'unica coalizione di partiti serbi dell'Iniziativa civile "Povratak" (il ritorno), che ancora non ha fornito la lista dei candidati (il termine di presentazione è stato prorogato al 25 ottobre). Secondo quanto affermato da Nebojsa Covic, presidente del Centro di coordinamento per il Kosovo e Metohija, "È stato dimostrato che i serbi presenti in Kosovo sono circa il 15% della popolazione e non il 3,5% come qualcuno voleva insinuare, ma addirittura se si fossero registrati tutti quanti i serbi presenti - aggiunge Covic - si sarebbe raggiunto almeno il 18,5% della popolazione complessiva" (Danas, 8-10-2001).
Tuttavia la partecipazione della componente serba alle prossime elezioni è ancora oggetto di dibattito. La seduta della presidenza della DOS fissata per martedì 16 ottobre è stata fatta slittare al martedì successivo (cfr. Beta, B92, 16-10-2001), pertanto l'effettiva partecipazione alle elezioni da parte della componente serba, rimane per il momento in sospeso. Le indecisioni legate alla partecipazione alle urne sono un tasto ancora delicato che divide i partiti politici sia in Serbia che in Kosovo. Esiste infatti una corrente dei serbi kosovari, guidata da Rada Trajkovic, rappresentate del Kosovo centrale e vice presidentessa del Partito Democristiano, che propende per un dialogo aperto con l'amministrazione internazionale e con gli albanesi. Mentre esiste una corrente, guidata da Marko Jaksic, rappresentate del Kosovo settentrionale (Kosovska Mitrovica) e vice presidente del DSS (partito di Kostunica), che è più incline a non presentarsi alle elezioni del prossimo novembre, con la motivazione che andando alle elezioni si legittimerebbe il potere degli albanesi e si perderebbe definitivamente il Kosovo, anche se la risoluzione 1244 dell'ONU di fatto non prevede l'indipendenza della regione.
In un interessante dibattito tra i due pubblicato dal settimanale Danas Vikend (6-7 ottobre 2001) si leggono bene i differenti punti di vista. Da un alto, la Trajkovic teme che la non presenza alle urne possa di fatto comportare la separazione del Kosovo, abbandonando quindi le enclavi serbe del Kosovo centrale al proprio destino, ossia sganciate dal nord della regione, e lasciate senza rappresentanza in parlamento perché appunto non riconosciuto. Dall'altro, il non riconoscimento del prossimo assetto politico-parlamentare del Kosovo è sostenuto da Jaksic, che preferirebbe non presentarsi alle elezioni per non, come più volte ha affermato, consegnare il paese agli albanesi. Perché di fatto ci sarà un presidente albanese e l'esecutivo sarà formato da una maggioranza o quasi di albanesi.
Ma aldilà di queste ultime sottolineature che hanno il netto sapore del nazionalismo, l'effettività del non riconoscimento del nuovo parlamento potrebbe veramente condurre, e non solo in termini politici, alla spaccatura del paese in due entità: l'una con un parlamento dove i serbi non sono rappresentati e dove ciononostante vi abitano, e l'altra che farebbe capo al governo centrale, o forse sarebbe meglio dire della Serbia.
L'ipotesi delle due entità è stata sostenuta recentemente proprio da Marko Jaksic, il quale considera che i serbi del Kosovo settentrionale hanno un proprio piano che abbraccia l'ipotesi delle due entità al posto di una ipotetica cantonalizzazione. Quest'ultima è stata invece avanzata da Momcilo Trajkovic, presidente del Comitato federale per il Kosovo e leader del Movimento di resistenza serbo (SPOT). In un documento dove si presenta la cantonalizzazione della regione, e che è stato presentato alla presidenza della DOS, si specifica che il Kosovo potrebbe essere diviso in cinque regioni, ovvero: centrale, settentrionale, la regione della Morava, della Sar Planina e della Metohija. Secondo Trajkovic questo programma non è per nulla un'artificiale multietnicità, né un parallelismo, ma bensì la coesistenza e la possibilità offerta alla comunità internazionale, così come ai serbi del Kosovo e agli albanesi e allo stato, per fermare le persecuzioni dei serbi e della popolazione non albanese (Danas Vikend, 6-7 ottobre 2001).

Cosa dice la comunità internazionale

Quest'ultima nelle espressioni di alcuni dei suoi rappresentati, quali Owen Masters, capo della missione osservatrice del Consiglio europeo per le elezioni in Kosovo, oppure l'ambasciatore americano in FRJ, William Montgomery, continua a rassicurare i vari partiti politici che il Kosovo rimarrà parte della Federazione di Jugoslavia così come sancito dalla risoluzione dell'ONU. In particolare l'ambasciatore americano durante un'intervista per il primo programma di Radio Beograd ha insistito sulla partecipazione dei serbi alle elezioni, dichiarando che "i serbi del Kosovo devono votare nel maggior numero possibile, in modo di assicurare ai propri rappresenti di avere ancora a disposizione tutte le possibilità politiche". Riguardo la situazione in Kosovo Montgomery ha ribadito che "gli estremisti di entrambe le parti impediscono completamente ogni sforzo nella creazione di una società multietnica, per questo credo che sia necessario moltiplicare gli sforzi per combattere gli estremismi". Montgomery ha infine aggiunto che i serbi "commetteranno un grosso errore se diranno che non voteranno a causa della mancanza di condizioni", necessarie alla loro presenza alle urne (Danas, 15-10-2001).
Anche il capo missione dell'unione Europea per le elezioni in Kosovo, Owen Masters, ha dichiarato in un'intervista al quotidiano Politika che i serbi non avranno nulla da perdere dalle elezioni, anzi avranno solo da guadagnare e che l'indipendenza voluta e sostenuta dai partiti albanesi fa solo parte di una propaganda preeletorale, dal momento che non avrebbero così tanti voti se non si dichiarassero per l'indipendenza del Kosovo, ma ciò è contrario alla risoluzione 1244. Masters dichiara di comprendere pienamente la difficile situazione dei serbi del Kosovo, "capisco la loro preoccupazione. Già dal luglio 1999 visito le comunità serbe del Kosovo e so in quali pericoli si imbattono. Benché riconosciamo che la loro vita non sia sicura, crediamo che sia molto importante la loro partecipazione alle elezioni e i luoghi delle elezioni saranno organizzati in modo che la loro partecipazione (o la loro votazione tramite posta) saranno completamente al sicuro. Ai serbi sono stati garantiti dieci posti nel futuro parlamento e in caso in cui tutti i 175.000 serbi registrati andranno alle elezioni, potranno ottenere altri quindici e forse altri venti posti in questo parlamento" (Politika, 15-10-2001).

I cittadini di altre nazionalità (ovvero non serbi e non albanesi)

Come è noto in Kosovo sono presenti altre minoranze che non sono né serbe né albanesi, si tratta in maggiornaza di Bosgnacchi, Turchi, Gorani, Rom e Askalija. I Bosgnacchi si sono dichiarati in due partititi, che sono rappresentati da Hilmija Kadic e Numan Balic, mentre in un solo partito si sono raggruppati i Turchi, i Rom e gli Askalija. Le differenze di vedute sono presenti anche in questi piccoli partiti. Infatti non dello stesso parere sono i due partiti bosgnacchi, l'"Azione democratica dei bosgnacchi del Kosovo", guidata da Numan Balic che propende per l'indipendenza della regione e il "Partito dei Bosgnacchi", di Hilmija Kadic, che invece è in disaccordo con la linea politica di Balic e l'indipendenza del Kosovo. Questo è infatti uno dei motivi per cui i bosgnacchi non si sono presentati insieme in un'unica coalizione. Il partito di Kadic insiste sul ritorno dei bosgnacchi che sono stati scacciati e sulla ricostruzione delle loro abitazioni. Kadic si impegna inoltre per una formazione scolastica esclusivamente nella lingua madre. Sebbene i turchi abbiano dichiarato il loro partito alle elezioni sotto il nome di "Partito democratico dei turchi kosovari", sembra che tuttavia siano propensi a boicottare le elezioni (cfr. Politika, 16-10-2001).

La struttura politica del Kosovo dopo il 17 novembre

Dopo il 17 novembre il Kosovo, come sancito dalla Cornice costituzionale per l'autogoverno provvisorio del Kosovo, avrà un parlamento, un presidente, un premier e nove ministeri. I nove ministeri saranno: il Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministero del commercio e dell'industria, della cultura, della gioventù e dello sport, il Ministero dell'educazione, della scienza e della tecnologia, il Ministero del lavoro e della protezione sociale, il Ministero della sanità, della difesa dell'ambiente e della pianificazione territoriale, il Ministero dei trasporti e delle comunicazioni, il Ministero degli affari pubblici, il Ministero dell'agricoltura, delle foreste e dello sviluppo rurale. Come si può notare da questo elenco, rimangono fuori da questi ministeri, ovvero rimangono di gestione dell'UNMIK, l'ordine e la legge, la politica estera e la difesa. Tuttora il Kosovo è amministrato dall'UNMIK e dal suo capo missione Hans Haekkerup, e fino al 3 ottobre, data di inizio della campagna preelettorale, esisteva il Consiglio di Transizione del Kosovo e il Consiglio di Amministrazione di cui facevano parte i rappresentanti serbi e albanesi. Ma questi organi voluti dalla comunità internazionale e dove vi partecipano i rappresentati delle varie comunità che compongono il Kosovo, non sembra che finora abbiano prodotto nulla di più di liti interne, utilizzando quindi le riunioni settimanali per esporre le personali frustrazioni (AIM, 9 -10-2001, la versione in italiano è disponibile sul sito di Notizie Est). Attualmente vi sono 20 dipartimenti che regolano le attività amministrative della regione, ma dopo le elezioni verranno ridotti ai soli nove ministeri summenzionati. Gli ufficiali della missione Onu in Kosovo hanno motivato questa riduzione dicendo che serve a razionalizzare i ministeri. Mentre le funzioni dei nuovi organi così come i loro limiti e le loro competenze sono stati decisi dal capo missione dell'ONU, Haekkerup, nell'ultimo Decreto.

Il vero vincitore delle elezioni: Hans Haekkerup

Come commenta, Rahman Pacarizi, per l'AIM di Pristina>, "non è difficile concludere che il vincitore delle elezioni sarà Hans Haekkerup, mentre i partiti che avranno il maggior numero di voti rimarranno in effetti 'partner' dell'ampia coalizione di governo, con Haekkerup che manterrà la chiave amministrativa: la difesa e l'ordine, la giustizia e la politica estera. Nelle sue competenze rimarranno anche la politica fiscale, la riscossione delle imposte e la nomina dei giudici e dei magistrati" (AIM, cit.).
In sostanza il capo della missione civile in Kosovo potrà: annullare qualsiasi decisione che non sia in accordo con i documenti approvati, risolvere la crisi parlamentare sciogliendo il parlamento, destituire il presidente del Kosovo o il suo premier. "Per fare un semplice confronto, - sottolinea il giornalista di AIM - l'autorità dell'amministratore del Kosovo può essere commisurata come minimo ai due terzi del parlamento del Kosovo che sono necessari per eleggere coloro che sono incaricati delle funzioni di cui sopra. Di conseguenza, l'amministrazione internazionale del Kosovo, con queste elezioni e con la creazione di organi centrali del potere, si spoglierà in una certa misura della responsabilità di alcune funzioni esecutive che non sono poi molto importanti per una decisione politica dei cittadini del Kosovo riguardo allo status finale di quest'ultimo" (AIM, cit.).
Da notare è inoltre che "nell'ambito delle strutture di governo funzioneranno anche alcune cosiddette agenzie esecutive, come l'Autorità per l'emissione di decreti nel campo della farmaceutica, l'Ufficio per la statistica, l'Ente del catasto, nonché tutta una serie di altre agenzie simili, che verranno create ex novo e saranno dirette da rappresentanti internazionali" (AIM, cit.).
Ci si renderà conto quindi che il Kosovo lungi dal godere di una situazione chiara e definita, rimane, come ben si evince dalle pressioni della comunità internazionale sui kosovari serbi, ma soprattutto dal potere effettivo nelle mani della stessa, un grande protettorato internazionale con la parvenza di un assetto parlamentare democratico sul quale è immaginabile che verranno scaricate le difficoltà concernenti la convivenza multietnica e l'implementazione di una pace che, ad oltre due anni dalla guerra umanitaria, ancora sembra un miraggio.

Vedi anche:

UNMIK

Notizie Est

ICS Italia

AIM Pristina


Kossovo: i serbi per ora non andranno a votare

17/10/2001 -  Anonymous User

La campagna elettorale per le elezioni generali del 17 novembre è definitivamente iniziata senza però che alcun partito o coalizione che rappresenta la comunità serba abbia ad oggi confermato la propria partecipazione. Questo anche dopo l'inaspettata registrazione per votare di 178,000 serbo-kossovari, avvenimento che aveva fatto ben sperare. Dopo l'insuccesso della Comunità Internazionale nel convincere la componente serba della popolazione a prendere parte alle ultime amministrative molti temevano che il totale fallimento si sarebbe infatti ripetuto. Per ora non è ancora così e la situazione permane statica e nessuno conferma in modo definitivo la propria partecipazione.
Nebojsa Covic, a capo dell'apposita commissione creata dalle autorità serbe per gestire la "questione Kossovo", si è recato questa settimana in Italia dove è stato esortato ancora una volta a fare in modo che la comunità serba del Kossovo prenda parte a queste elezioni. Per rassicurare la autorità serbe sono state anche in quest'occasione ribadite le garanzie delle quali la Comunità Internazionale si farà carico: libertà di movimento, accelerare il ritorno degli sfollati ecc.
Ma la comunità serba rimane del tutto indecisa. In un incontro di protesta a Mitrovica, il segretario dell'espressione locale del DSS di Kostunica, Marko Jasic, davanti ad una folla di 4,000 persone ha dichiarato che "...i serbi non dovrebbero partecipare alle elezioni se per muoversi in Kossovo devono farlo all'interno dei blindati della KFOR e se vengono ancora assassinati per le strade...se parteciperemo perderemo tutto, non partecipando ci rimarrà almeno qualche speranza...". Jaksic ha poi terminato chiedendo ai politici di Belgrado di spendere un po' più tempo in Kossovo in modo da rendersi conto delle terribili condizioni di vita alle quali è costretta la comunità serba (Tanjung, 13.10). Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha esortato, dopo un briefing con i responsabili dell'amministrazione internazionale del Kossovo, i leader albanesi a sostenere gli sforzi per garantire la sicurezza e combattere l'estremismo e gli atti terroristici nei confronti delle minoranze e, come ha affermato l'Ambasciatore irlandese Richard Ryan, ad assumersi "la responsabilità di assicurare delle elezioni pacifiche, democratiche ed inclusive".


Studenti serbo-kossovari ritornano in Kossovo

16/10/2001 -  Anonymous User

L'Università di Pristina, spostata nel sud della Serbia dopo la crisi del 1999, verrà trasferita nuovamente in Kossovo. E' stato infatti deciso dal governo serbo che la maggior parte delle Facoltà, a parte quella di Belle Arti che avrà sede a Zvecan, saranno riaperte a Kosovska Mitrovica. Il Governo ha inoltre previsto per chi rifiutasse di continuare i propri studi in Kossovo di poter automaticamente spostarsi in uno degli altri cinque centri universitari del Paese.Alcune agenzie governative hanno già destinato alcuni edifici adeguati a sede della futura Università: per i corsi, per il rettorato e per i dormitori studenteschi.
Le lezioni dovrebbero cominciare nella seconda parte del mese di ottobre ma aleggia molto scetticismo e preoccupazione tra gli studenti, nonostante KFOR ed UNMIK abbiano garantito l'assoluta sicurezza delle locazioni prescelte.
Inoltre le università serbe si sono fino ad ora dimostrate a dir poco riluttanti ad accettare numeri troppo ingenti di studenti provenienti dall'Università di Pristina. Ufficialmente questo è dovuto alle difficoltà, prevalentemente finanziarie, che tutte le università hanno avuto quest'anno ad accogliere un numero accettabile di studenti. Situazione messa ancor' più in crisi dagli studenti provenienti dal Kossovo (in particolare all'Università di Nis).
In via meno ufficiale questa riluttanza è anche da ricercarsi nella scarsa preparazione contestata agli studenti dell'Università di Pristina. Quest'ultima era infatti conosciuta in passato per la corruzione, la mancanza di criteri seri di selezione e per dare rifugio a studenti che non erano stati in grado di terminare i loro studi nelle università di Nis, Belgrado o Novi Sad. Molti ad esempio a Nis temono che l'ammissione di questi studenti potrebbe seriamente danneggiare la qualità dei corsi di studio (Beta, 11.10).