Ancora tutto da definire il futuro assetto politico del Kosovo, a quasi due mesi di distanza dalle elezioni parlamentari anticipate dello scorso 11 giugno. Il presidente Hashim Thaçi ha convocato la prima seduta del nuovo parlamento per il 3 agosto, ma le prospettive sul futuro della nuova assemblea nazionale sono tutt'altro che chiare.
Si è svolta ieri, presso il parlamento albanese, la cerimonia di giuramento e di insediamento del settimo Presidente della Repubblica d’Albania, Ilir Meta. Una figura controversa, specchio della transizione del paese.
Gravi le condizioni di salute dei due insegnanti turchi in sciopero della fame da quattro mesi e mezzo, e in carcere da due, che chiedono di essere reintegrati al lavoro. Rifiutata la scarcerazione.
Quando nel 1979 furono organizzate le prime elezioni dirette del Parlamento europeo, le aspettative erano alte. Era la prima volta che un'assemblea continentale veniva eletta direttamente dai cittadini: doveva essere un modo per rendere meno lontane le istituzioni comunitarie, bilanciare il peso crescente del Consiglio europeo e iniziare a slegare la politica europea dalle dinamiche nazionali. La risposta degli elettori fu buona, tanto che il tasso di partecipazione di allora non è mai più stato raggiunto.
Quest'anno si commemorerà il ventiduesimo anniversario dal genocidio di Srebrenica. Come negli anni scorsi l'11 luglio, presso il Memoriale di Potočari, si svolgerà una giornata di preghiera, tumulazione dei resti delle vittime riconosciute con il DNA nell'arco dell'ultimo anno e la cerimonia ufficiale con istituzioni nazionali, internazionali ed associazioni.
Nel 2014 una Corte distrettuale dell'Aja aveva ritenuto responsabile lo stato olandese per la deportazione e la morte di 300 uomini e ragazzi bosniaci che si trovavano nella base Onu di Potočari, nei pressi di Srebrenica, quartier generale del battaglione olandese, avvenuta nel luglio del 1995. In appello, viene ora confermata la responsabilità dello stato ma decretato un risarcimento solo parziale ai parenti delle vittime.
Domenica si è votato in Albania per le politiche. A scrutinio quasi ultimato emerge un risultato estremamente favorevole ai socialisti, che si sono imposti in 11 delle 12 circoscrizioni elettorali.
Nei giorni in cui la fine del roaming telefonico tra paesi membri dell’Ue viene celebrata, meritatamente, come un successo della politica europea, un appello ad estendere la misura anche ai paesi dei Balcani occidentali arriva dalle colonne del Balkans in Europe Policy Blog, a firma di Marko Kmezić.