Approvato il contestato “pacchetto anti-diffamazione” in Albania
19 december 2019
Dopo oltre un anno di gestazione, il parlamento albanese ha approvato mercoledì 18 dicembre l’“Anti-defamation package” voluto dal premier Edi Rama.
La Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatović, un giorno prima del voto, aveva espresso “profonda preoccupazione ” a causa della presenza di “numerose disposizioni non in linea con gli standard europei ed internazionali in tutela della libertà di espressione e della libertà dei media”.
Il premier Rama ha elencato su Twitter le modifiche apportate al disegno di legge per venire incontro alle richieste dell’OSCE. Un elenco riproposto anche da Harlem Désir , Rappresentante per la Libertà dei Media proprio dell’OSCE, per sottolineare quanto ottenuto, ma anche quanto rimasto da migliorare, riconoscendo inoltre la necessità di monitorare l’effettiva applicazione della legge.
Il pacchetto attribuisce, infatti, all’Autorità per i Media Audiovisivi (AMA) il potere discrezionale di sanzionare o bloccare temporaneamente portali d’informazione online ritenuti propagatori di ‘notizie false lesive della reputazione e della privacy altrui’ senza bisogno di un ordine del tribunale.
Il rischio che le norme si trasformino in un’arma di censura contro le voci dissidenti dipenderà dalla reale indipendenza dell’AMA dal governo, già fortemente messa in discussione. Decine di organizzazioni della società civile, associazioni dei giornalisti e singoli professionisti hanno protestato davanti al Parlamento subito dopo l’approvazione.