29 maggio: la strage dei pacifisti
27 may 2016
Domenica 29 maggio, in occasione dell'anniversario dell'uccisione di tre volontari di Brescia e Cremona avvenuta in Bosnia centrale nel 1993, l'Associazione per l'Ambasciata della democrazia locale a Zavidovići onlus (ADL Zavidovići) organizza un evento pubblico dal titolo "Le attualità di un eccidio. Le ragioni per continuare l'impegno di solidarietà".
"Tre civili italiani sono stati uccisi sabato nella Bosnia centrale da uomini che indossavano la divisa dell'esercito bosniaco. Lo hanno riferito oggi fonti militari delle Nazioni Unite... Altri due italiani... sono stati ritrovati oggi a Grnica". Lancio ANSA, 31 maggio 1993
Il lancio ANSA proveniva da John Fullerton, un giornalista della Reuters inviato in Bosnia Erzegovina. Fu la prima conferma dell'uccisione, due giorni prima, di tre pacifisti italiani - Guido Puletti, Fabio Moreni, Sergio Lana - che stavano portando aiuti umanitari verso le due cittadine bosniache di Vitez e Zavidovići.
Domenica prossima, in occasione dell'anniversario dell'eccidio, l'ADL Zavidovici con sede a Brescia organizza un evento pubblico. Un incontro per ribadire l'importanza dell'impegno profuso allora da centinaia di volontari, e sull'impegno presente, come riporta il comunicato dell'iniziativa: "Dal ‘93 il pacifismo bresciano si è concretamente impegnato sul fronte dell’azione umanitaria a difesa delle vittime della guerra e a sostegno di un percorso di giustizia e verità che possa svelare i motivi dell’eccidio dei tre volontari. Quest’anno, in occasione dell’anniversario del 29 maggio, riteniamo importante ribadire le ragioni che ci portarono dentro il conflitto, le stesse che ci impegnano oggi nella difesa dei diritti umani, nell’accoglienza, come allora, delle persone in fuga e nell’affermazione di un'Europa solidale contro ogni muro. Oggi, come allora, cerchiamo la Pace, oggi come allora, siamo al fianco di tutti i cercatori di pace e giustizia che non smettono di impegnarsi per un mondo migliore."
L'ADL Zavidovici, di cui è oggi direttore uno dei due superstiti, Agostino Zanotti, è infatti attiva da più di vent'anni in progetti di cooperazione comunitaria con la cittadina di Zavidovići. Parallelamente, si dedica alla tutela e all’accoglienza di cittadini stranieri in Italia, promuovendo azioni a favore delle persone vittime di guerra e persecuzioni con particolare attenzione all’accoglienza e integrazione di rifugiati, titolari di protezione internazionale e umanitaria, richiedenti asilo.
L'eccidio non fermò dunque le attività di solidarietà della città di Brescia e dei comuni della provincia, sebbene alcuni aspetti di quell'evento non siano ancora stati portati alla luce. La persona che comandava il gruppo responsabile di quell’agguato, Hanefija Prijić, detto "Paraga", è stato estradato dalla Germania in Italia nel febbraio scorso ed è attualmente incarcerato in attesa di un processo che possa fare definitivamente chiarezza su quanto accaduto ventitré anni fa.
Quel giorno, il 29 maggio 1993, Guido Puletti, Fabio Moreni, Sergio Lana, Christian Penocchio e Agostino Zanotti erano partiti da Spalato diretti alle due cittadine bosniache di Vitez e Zavidovići, per portare aiuti umanitari alla popolazione civile e per riportare in Italia un pullman con donne e bambini, vedove e orfani di guerra, che sarebbero stati ospitati da famiglie del bresciano.
I cinque volontari, come ricostruiranno in seguito i due superstiti, Agostino Zanotti e Christian Penocchio, furono bloccati dal gruppo di "Paraga" e, dopo essere stati derubati, condotti ai margini di un bosco per essere uccisi. Zanotti e Penocchio si salvarono fuggendo nel bosco e rifugiandosi poi nella sede dei caschi blu scozzesi a Bugojno. Hanefija Prijić “ Paraga” venne condannato nel 2001 dalla giustizia bosniaca a 13 anni di carcere per "crimini contro la popolazione civile".
Hanefija Prijić però non ha mai rivelato i nomi degli esecutori materiali né i motivi della strage. Lo scorso 28 ottobre è stato arrestato all'aeroporto di Dortmund su mandato dell'Interpol e poi estradato in Italia, il 19 febbraio scorso. Un mese fa i superstiti, Zanotti e Penocchio, sono stati sentiti al Tribunale di Brescia dai pm Silvia Bonardi e Valeria Bolici, che conducono l’indagine, ed ora si attende di sapere quando verrà avviato il processo.
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Nel ventennale del massacro, il 17 maggio del 2013, è stata apposta una lapide sulla "strada dei Diamanti" nel punto in cui il convoglio di aiuti umanitari fu fermato dai soldati di Prijić: guarda la galleria fotografica e leggi il reportage.
Per approfondire vai al Dossier "Ricordare il 29 maggio, vent'anni dopo"