© Thanakorn.P/Shutterstock

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Inserite nella "lista nera" dagli USA, quarantasette persone fisiche e giurdiche in Bosnia Erzegovina, soprattutto politici e funzionari, hanno visto i propri conti correnti bloccati. La leadership della Republika Srpska ha però prontamente adottato una legge per pagare gli stipendi in contanti

10/05/2024 -  Darko Kurić Sarajevo

All’inizio di quest’anno, seguendo le raccomandazioni del Dipartimento del tesoro degli Stati Uniti, le banche commerciali in BiH hanno iniziato a bloccare i conti correnti intestati a persone fisiche e giuridiche inserite della lista nera dell’Ufficio statunitense per il controllo dei beni esteri (OFAC).

A spingere le banche ad adottare questa misura - come confermato dal ministero delle Finanze della BiH – è stata anche la nuova legge sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento delle attività terroristiche, approvata a metà febbraio. Si tratta di uno dei testi legislativi di fondamentale importanza per il processo di integrazione europea della Bosnia Erzegovina.

Tra le quarantasette persone che in BiH sono state sottoposte a sanzioni statunitensi c’era anche chi in un primo momento, nelle proprie esternazioni pubbliche, sottolineava di essere orgoglioso del fatto di trovarsi nella lista nera, vedendovi la conferma della propria disponibilità ad opporsi all’Occidente per difendere il proprio popolo.

Quando poi i funzionari sanzionati – che inizialmente consideravano quelle misure inefficaci, affermando di non avere interessi finanziari negli Stati Uniti né tanto meno alcuna intenzione di recarvisi – hanno iniziato a ricevere notifiche riguardo alla chiusura dei loro conti correnti, le sanzioni all’improvviso sono diventate “una violazione dei diritti umani”.

Republika Srpska

La leadership di Banja Luka si è mossa prontamente per superare le difficoltà legate al pagamento degli stipendi dei funzionari della Republika Srpska sottoposti a sanzioni statunitensi. Lo scorso mese le autorità della RS hanno dimostrato che ogni legge può essere modificata, anche con procedura d’urgenza, per soddisfare gli interessi dell’élite al potere.

Dopo aver capito di non poter creare una nuova banca per erogare le retribuzioni alle persone sanzionate, la leadership della RS ha reso possibile il pagamento degli stipendi in contanti, anche se in precedenza si era unita – almeno in modo declaratorio – ai sindacati e alle autorità fiscali nella loro lotta contro i pagamenti in contanti.

Lo scorso 19 aprile l’Assemblea popolare della RS ha approvato alcune modifiche alla Legge sul lavoro che consentono il pagamento degli stipendi in contanti a persone i cui conti correnti sono stati bloccati a causa delle sanzioni. Le autorità si sono impegnate a completare l’iter legislativo con estrema velocità, ritenendo che l’adozione di una nuova legge fosse la strada più semplice per risolvere il problema dell’erogazione delle retribuzioni ai funzionari sanzionati.

Il nuovo articolo della Legge sul lavoro della RS prevede la possibilità di pagare gli stipendi in contanti ai lavoratori a cui è stato vietato di aprire un conto corrente, solo però nel caso in cui tale divieto non fosse basato su una sentenza o altra decisione definitiva delle autorità competenti.

Il governo della RS ha motivato la decisione di emendare la Legge sul lavoro col fatto che il diritto al lavoro e ad una retribuzione è garantito dalla Costituzione.

“La nuova Legge sul lavoro prevede che il datore di lavoro possa pagare gli stipendi e altre retribuzioni ai suoi dipendenti utilizzando il denaro contante”, ha affermato il ministro del Lavoro della Republika Srpska Danijel Egić. Il ministro ha poi precisato che il governo ha previsto un’ulteriore modifica che consenta di effettuare i pagamenti degli stipendi presso gli uffici postali, una modalità che dovrebbe essere ulteriormente regolamentata dal ministero delle Finanze e dall’Agenzia delle entrate della RS.

L’opposizione della RS ha commentato la nuova Legge sul lavoro, affermando che non è chiaro chi abbia il diritto di ricevere lo stipendio in contanti e a quale istituzione spetti stabilirlo. Gli esponenti dell’opposizione si chiedono perché questo diritto sia riservato a poche persone. L’opposizione ha anche sottolineato che le leggi possono essere approvate con procedura d’urgenza solo se si tratta di questioni di interesse pubblico.

Per gli esperti le modifiche apportate alla Legge sul lavoro, pur essendo la soluzione più semplice in questo momento, non sono prive di contraddizioni. I recenti emendamenti sono infatti in netto contrasto con gli slogan “i salari in contanti minacciano il futuro ” e “no ai pagamenti in contanti”, lanciati l’anno scorso dall’Agenzia delle entrate della Republika Srpska nell’ambito di una campagna volta a “contrastare questo fenomeno negativo”.

Un altro aspetto problematico sottolineato dagli esperti, che però non viene affrontato nella nuova legge, riguarda i dipendenti delle aziende sottoposte a sanzioni statunitensi che non hanno uno status ben definito. Alcune realtà imprenditoriali i cui conti correnti sono stati bloccati continuano ad assumere nuovi lavoratori anche se non hanno modo di pagare i salari.

C’è chi ritiene che le modifiche alla Legge sul lavoro che consentono di utilizzare il denaro contante per pagare gli stipendi non siano altro che una soluzione miope che va a vantaggio dei funzionari sanzionati e che a breve anche le istituzioni che erogano le retribuzioni in contanti possano essere colpite da sanzioni.

Altri livelli di governo

Tra i funzionari statali sottoposti a sanzioni statunitensi ci sono anche Željka Cvijanović, membro della Presidenza tripartita della Bosnia Erzegovina, Milan Tegelija, console della BiH a Fiume, Marinko Čavara, presidente della Camera dei rappresentanti dell’Assemblea parlamentare della BiH, e due procuratrici, Diana Kajmaković e Gordana Tadić. Al momento, i dipendenti pubblici le cui retribuzioni sono finanziate dal bilancio della BiH non possono ritirare lo stipendio presso un ufficio pubblico, perché la legge non prevede la possibilità per il ministero delle Finanze di pagare le retribuzioni con vaglia postale.

Alla fine di marzo, Marinko Čavara ha inviato una lettera al Consiglio dei ministri della BiH, lamentandosi del fatto di non poter ricevere lo stipendio perché la sua banca lo aveva informato dell’intenzione di bloccare il suo conto corrente, e nessun’altra banca voleva aprirgli un nuovo conto.

Gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni a quarantasette persone fisiche e giuridiche in Bosnia Erzegovina. Si tratta perlopiù di politici, alcuni dei quali continuano a ricoprire cariche pubbliche. Va sottolineato che gli stipendi dei funzionari della BiH sono tra i più altri della regione. Oltre ai politici, ad essere colpiti da sanzioni sono anche alcuni narcotrafficanti, ma anche diverse aziende e fondazioni legate ai soggetti sanzionati. Il Partito democratico serbo (SDS, la destra nazionalista) è l’unica forza politica della BiH ad essere stata inserita nella lista nera statunitense.