Con un'affluenza del 50% a livello nazionale si sono concluse domenica 2 ottobre le elezioni generali in Bosnia Erzegovina. Si è votato per la presidenza dello stato, delle entità, e per il rinnovo dei parlamenti delle due entità e dei cantoni. I risultati dei voti
Stando ai dati ancora non definitivi diffusi nel pomeriggio di lunedì 3 ottobre dalla Commissione elettorale della Bosnia Erzegovina (CIK), sulla base del 90,51% delle schede scrutinate, per la carica di membro croato della Presidenza tripartita della BiH è in testa Željko Komšić, leader del Fronte democratico (DF), con oltre il 54% dei voti, seguito da Borjana Krišto, sostenuta da una coalizione guidata dall’Unione democratica croata della BiH (HDZ BiH), con poco più del 45% dei voti. Nella Federazione BiH (una delle due entità costitutive del paese) si è votato anche per eleggere il membro bosgnacco della Presidenza e, stando ai dati ancora provvisori, Denis Bećirović, leader del Partito socialdemocratico (SDP) è in netto vantaggio con il 57% dei voti. Nell’altra entità del paese, in Republika Srpska, nella corsa per la carica di membro serbo della Presidenza, Željka Cvijanović dell’Unione dei socialdemocratici indipendenti (SNSD) è in testa con il 52% dei voti.
Stando agli ultimi dati disponibili forniti dalla CIK, alla chiusura dei seggi l’affluenza alle urne a livello nazionale è stata del 50%. Leggermente più alta la partecipazione al voto in Republika Srpska, dove alle urne si è recato il 53% degli aventi diritto, mentre nella Federazione BiH ha votato il 48%. È probabile però che i dati sull’affluenza cambino ancora, quindi bisognerà aspettare la pubblicazione dei risultati definitivi da parte della CIK. Volendo fare un paragone con le precedenti tornate elettorali, alle elezioni generali (politiche e presidenziali) del 2018 l’affluenza alle urne si era attestata al 54,02%, mentre alle elezioni del 2014 era stata del 54,47%.
Per quanto riguarda le elezioni per il rinnovo dell’Assemblea parlamentare della BiH, che svolge un ruolo cruciale nella formazione del Consiglio dei ministri della BiH, il Partito di azione democratica (SDA) e l’Unione dei socialdemocratici indipendenti (SNSD) si riconfermano come prime forze politiche delle rispettive entità, Federazione e Republika Srpska.
Nella Federazione BiH, sempre stando ai dati ancora non definitivi, aggiornati lunedì pomeriggio, sulla base del 79% delle schede scrutinate, l’SDA è in netto vantaggio con oltre il 25% dei voti. A seguire la coalizione guidata dall’HDZ BiH che si attesta intorno al 15%, il Partito socialdemocratico con il 13,14%, il Fronte democratico (9,93%) e il partito Popolo e Giustizia (8,16%). Anche la coalizione NES-Za nove generacije (Unione popolare europea-Per le nuove generazioni) e Naša stranka hanno superato la soglia di sbarramento del 3%.
In Republika Srpska, dopo lo spoglio dell’86% delle schede, l’SNSD ha ottenuto il 42,13 delle preferenze, seguito dal Partito democratico serbo (18,61%) e dal Partito del progresso democratico (11,66%).
Nella corsa alla carica di presidente della Republika Srpska – tra le cui funzioni rientra anche quella di nominare il capo del governo della RS – Milorad Dodik è dato in vantaggio con il 48,36% dei voti, davanti a Jelena Trivić, candidata dell’opposizione, che si attesta al 43,27%.
Per quanto riguarda il rinnovo dei parlamenti delle due entità, nella corsa per i seggi alla Camera dei rappresentanti dell’Assemblea parlamentare della FBiH, dopo lo spoglio del 79% delle schede, l’SDA è in testa con il 24,5% dei voti, seguito dall’HDZ BiH (15,14%) e dall’SDP (13,16%). In Republika Srpska invece, sulla base dell’84% delle schede scrutinate, l’SNSD ha ottenuto il 35,20% delle preferenze, l’SDS il 15,4% e il PDP il 9,78%.
Lunedì 3 ottobre la CIK ha diffuso anche i primi risultati delle elezioni per il rinnovo dei dieci parlamenti cantonali della Federazione BiH.
La pubblicazione dei risultati e la formazione degli organismi di potere
A causa della lentezza nell’inserimento dei dati nel sistema informativo unitario da parte delle commissioni elettorali municipali e comunali, i dati completi relativi alle elezioni della scorsa domenica non sono ancora disponibili. La CIK aggiornerà quotidianamente i dati fino alla pubblicazione dei risultati definitivi che devono essere resi noti entro trenta giorni dal voto.
Una volta pubblicati i risultati definitivi, si potrà procedere alla formazione degli organismi del potere legislativo e di quello esecutivo eletti a suffragio diretto, a meno che la CIK non decida di ordinare la ripetizione del voto in alcuni seggi a causa di eventuali irregolarità. Ci si aspetta che prima si insedi la Presidenza tripartita della BiH e poi gli organismi di potere a tutti gli altri livelli. Gli organismi a livello di entità devono essere formati entro dieci giorni dalla pubblicazione ufficiale dei risultati del voto. Spesso però le scadenze previste dalla legge non vengono rispettate, come dimostra chiaramente il caso del governo della Federazione BiH: dopo le elezioni del 2018, a causa dell’ostruzionismo da parte dell’HDZ BiH, non è mai stato formato un nuovo governo, quindi è ancora in carica l’esecutivo precedente a cui è stato affidato un mandato tecnico. Un altro esempio è quello del Consiglio dei ministri della BiH che, a causa dell’impossibilità di raggiungere un accordo tra le forze politiche uscite vincitrici dalle elezioni dell’ottobre 2018, è stato formato solo alla fine del 2019.
L’ultima fase del processo elettorale consiste nella formazione degli organismi eletti a suffragio indiretto, ossia l’elezione dei membri della Camera dei popoli dell’Assemblea parlamentare della Federazione BiH [nominati dai parlamenti cantonali] e dei membri della Camera dei popoli dell’Assemblea parlamentare della BiH [nominati dalla Camera dei popoli della BiH e dall’Assemblea popolare della RS], nonché alla nomina del presidente e dei due vicepresidenti della FBiH.
Le modifiche alla legge elettorale nel giorno del voto
Nella serata di domenica 2 ottobre, poco dopo la chiusura dei seggi, l’Alto rappresentante della comunità internazionale in BiH Christian Schmidt ha introdotto ulteriori emendamenti alla legge elettorale della BiH, proseguendo così sulla strada intrapresa nel luglio di quest’anno quando aveva deciso di introdurre una serie di modifiche tecniche alla normativa elettorale.
Come si legge in un comunicato stampa diffuso dall’Ufficio dell’Alto rappresentante, lo scopo del nuovo pacchetto di modifiche alla legge elettorale è quello di migliorare il funzionamento delle istituzioni della Federazione BiH e di garantire che la volontà dei cittadini, democraticamente espressa, venga rispettata. Gli emendamenti in questione riguardano le trattative post-elettorali e la formazione degli organismi di potere eletti a suffragio indiretto, prevedendo l’introduzione di alcuni meccanismi finalizzati ad evitare il blocco delle istituzioni, nonché scadenze più rigide per garantire il buon funzionamento del sistema politico della FBiH. Sono previste anche alcune sanzioni per il mancato rispetto delle nuove scadenze.
“Questa non è, e non può essere una grande riforma della legge elettorale. Tale riforma però resta necessaria e se ne discute ampiamente. Raccomando fortemente che queste due cose vengano considerate indipendentemente l’una dall’altra. È un lavoro che deve ancora essere fatto e io sono pronto a fare la mia parte per sostenere [il processo di riforma]”, ha dichiarato Schmidt spiegando la sua decisione di introdurre nuovi emendamenti alla legge elettorale.
Le modifiche introdotte prevedono l’aumento del numero dei delegati della Camera dei popoli della Federazione BiH da 58 a 80. Quindi, la Camera dei popoli sarà costituita da 23 (e non più 17) rappresentanti di ciascun popolo costituente (bosgnacchi, croati, serbi) più 11 (anziché 7) rappresentanti degli Altri, garantendo così che i delegati del gruppo degli Altri vengano nominati da tutti e dieci i cantoni (finora venivano nominati solo da cinque cantoni). Inoltre, è previsto che i gruppi dei delegati di ogni popolo costituente possano proporre i loro candidati alle cariche di presidente e vicepresidente della FBiH solo se le candidature vengono appoggiate da 11 (anziché 6 come previsto dalla Costituzione della FBiH) delegati del gruppo. Qualora i candidati non dovessero essere proposti entro 30 giorni dalla formazione della Camera dei popoli, le candidature saranno valide se appoggiate da sette delegati del gruppo, e se le candidature non dovessero essere presentate entro 50 giorni, sarà sufficiente l’appoggio di quattro delegati. Infine, per quanto riguarda la procedura di nomina dei giudici della Corte costituzionale della Federazione BiH, secondo le modifiche introdotte, qualora il presidente e i vicepresidenti della FBiH non dovessero nominare tutti i giudici della Corte costituzionale, la Camera dei popoli della BiH potrà nominare il primo candidato della lista fornita dal Consiglio superiore della magistratura e dal Consiglio della procura.
La delegazione dell’UE in Bosnia Erzegovina ha reagito all’introduzione dei nuovi emendamenti alla normativa elettorale distanziandosi dalla decisione di Schmidt. “L’UE prende atto della decisione dell’Alto rappresentante di modificare la Costituzione della Federazione della BiH e la legge elettorale della BiH. Si tratta di una decisione presa unicamente dall’Alto rappresentante. I poteri esecutivi dell’Alto rappresentante (poteri di Bonn) dovrebbero essere utilizzati solo come misura di ultima istanza contro atti illeciti irrimediabili”, si legge in un comunicato stampa diffuso dalla delegazione dell’UE in BiH. Nel comunicato si poi afferma che il miglioramento del funzionamento delle istituzioni bosniaco-erzegovesi è la principale priorità sulla strada della BiH verso l’adesione all’UE.
Irregolarità
Durante le elezioni della scorsa domenica in molti seggi elettorali sono state registrate diverse irregolarità, che però non dovrebbero incidere notevolmente sui risultati definitivi e sulla regolarità del voto.
Alcune organizzazioni non governative e osservatori internazionali hanno denunciato gravi violazioni della legge elettorale, nonché tutta una serie di irregolarità.
La missione di osservazione internazionale guidata dall’Osce ha definito le elezioni della scorsa domenica come ben organizzate e competitive, al contempo però mettendo in guardia sull’acuirsi delle divisioni etniche e sull’esistenza delle visioni discordati del futuro della BiH. Nel corso di una conferenza stampa convocata lunedì 3 ottobre, la missione dell’Osce ha affermato che in Bosnia Erzegovina il suffragio universale ed egualitario non è ancora garantito e che a causa del fallimento dei negoziati tra le principali forze politiche non sono state introdotte le riforme necessarie della normativa elettorale, anche se – come hanno sottolineato gli osservatori internazionali – i recenti emendamenti hanno contribuito a migliorare alcuni aspetti del processo elettorale.
Dall’inizio dell’anno, e soprattutto durante la campagna elettorale, è stata registrata tutta una serie di irregolarità e violazioni della legge elettorale. La CIK ha sanzionato alcune persone per la violazione della norma che vieta di fare propaganda elettorale prima dell’avvio ufficiale della campagna, per l’abuso delle risorse pubbliche ai fini della propaganda elettorale e per le manipolazioni riguardanti la composizione dei seggi elettorali.
Durante le precedenti elezioni è emerso che i seggi elettorali rappresentano l'anello più debole del sistema elettorale della BiH, essendo soggetti a manipolazioni e abusi.
Nella sua prima valutazione delle operazioni di voto, la coalizione delle organizzazioni non governative Pod lupom [Sotto la lente] ha affermato che nella maggior parte dei seggi le elezioni si sono svolte in conformità con la legge elettorale della BiH e con i provvedimenti ad essa collegati. Non sono però mancati abusi e irregolarità. Il giorno del voto Pod lupom ha registrato 65 gravi violazioni della normativa elettorale. Presso un seggio elettorale a Novi Grad, in Republika Srpska, sono state trovate alcune schede elettorali precompilate. La CIK ha fatto sapere che in quel seggio elettorale il voto sarà ripetuto. Sono stati registrati anche alcuni casi, seppur pochi, di intimidazioni e pressioni esercitate sugli elettori affinché votassero determinati candidati. Varie irregolarità sono state denunciate a Bugojno, Zenica, Bijeljina, Zvornik e Novi Grad.
I costi della propaganda elettorale
Nei tre mesi precedenti all’avvio della campagna elettorale, la leadership politica della BiH ha concesso tutta una serie di aiuti una tantum a diverse categorie della popolazione per un importo complessivo di 278 milioni di marchi (142 milioni di euro). Nello stesso periodo, stando ai dati diffusi da Transparency International BiH, sono state organizzate ben 334 cerimonie di chiusura dei lavori pubblici per un totale di 266 milioni di marchi (136 milioni di euro) ed è stata avviata la realizzazione di 345 opere pubbliche per un importo complessivo di 1,1 miliardi di marchi (560 milioni di euro).
Stando ai dati pubblicati da Transparency International, nelle prime tre settimane della campagna elettorale i partiti politici hanno speso intorno ai 9,6 milioni di euro per propaganda elettorale, compresi manifesti, pubblicità (su tv, media cartacei e Facebook) e comizi elettorali. A spendere la somma più cospicua è stato l’SNSD (1,6 miliardi di marchi), seguito dall’SDA (1,5 miliardi) e da PDP e SDP (600 milioni di marchi ciascuno).
Domenica 2 ottobre i 3.371.487 aventi diritto votavano per eleggere i membri della Presidenza tripartita della BiH, per il rinnovo della Camera dei rappresentanti dell’Assemblea parlamentare della BiH e dell’Assemblea parlamentare della Federazione BiH, per l'Assemblea popolare della Republika Srpska e per i parlamenti cantonali della FBiH, nonché per eleggere il presidente e i due vicepresidenti della Republika Srpska. In Bosnia Erzegovina le elezioni generali (presidenziali e politiche) si svolgono ogni quattro anni.