Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo appello della Coalizione per la difesa del fiume Vrbas, in Bosnia Erzegovina, lungo il quale è prevista la costruzione di una grossa idrocentrale
A cura della Coalizione per la difesa del fiume Vrbas
Il Primo ministro della Republika Srpska, Dragan Mikerevic, ha firmato un contratto di concessione per la costruzione di due idrocentrali sul fiume Vrbas, con i rappresentanti del Consorzio HES Vrbas, Vladimir Zevnik e Boris Goljevscek.
L'investimento per la HPP "Banja Luka Niska" con una capacità di 37.2 Mega watt e la "Krupa" con 48.5 Mega watt è di 164.722.00 euro.
La trentennale concessione include un anno di sviluppo del progetto, 4 anni di costruzione e un periodo di utilizzo di 25 anni. Il rappresentante della azienda investitrice, la Compagnia tedesca "Messerschmitt Bolkow Blohm " (MBB), la quale fa parte della multinazionale "DaimlerChrysler", il signor Hans Schmitz, ha detto che questo progetto fornirà molti posti di lavoro locali, mentre il contratto specifica che "il concessionario potrà ingaggiare le capacità locali solo se queste saranno competitive".
La Commissione per il tender è composta da membri che sono stati accusati di frodi fiscali e per di più, alcuni di loro sono stati dimessi dall'Alto rappresentante dalle loro funzioni. Dal momento che la posta in gioco è così alta c'è pure la possibilità che ci possano essere stati dei casi di corruzione nella fase decisionale, la quale anch'essa dovrebbe essere parte delle indagini.
La Coalizione per la difesa del fiume Vrbas invita il Governo a spiegare le condizioni e i criteri per la scelta della "Gradjevinar" di Kraljevo e la "Viaduct" di Portoroz in qualità di concessionari. Le due aziende non hanno mai costruito una idrocentrale o un progetto simile. La Gradjevinar ha costruito strade e stazioni di autobus, e la Viaduct opera in Croazia e in Slovenia. La domanda è, se sono così competenti perché non hanno realizzato le centrali sui fiumi Soca o Ibar?
La petizione di 6.500 firme dei cittadini di Banja Luka è stata completamente ignorata, così come la Decisione 1186/55 sulla Protezione del Canyon Vrbas da Banja Luka alla città di Jajce. Un sondaggio della TV ha mostrato che l'88% dei cittadini disapprova la costruzione di idrocentrali.
L'idro accumulazione può causare terremoti. Banja Luka si trova nella nona zona sismica. Ricerche mostrano che dopo la costruzione della idrocentrale di Bocac, all'inizio una area tranquilla, ha avuto circa 100 scosse di terremoto in un anno. Questi terremoti hanno danneggiato gli edifici nei presi della centrale inclusa la stessa diga.
La idrocentrale pianificata deteriorerà la qualità dell'acqua del fiume Vrbas, e farà aumentare i costi della produzione d'acqua di 2-7 volte. Questi costi sono molto superiori ai benefici che la Republika Sprska avrebbe dalla costruzione della centrale. Tale è il prezzo che dovranno pagare i 250.000 cittadini di Banja Luka.
L'aumento del livello dell'acqua del fiume Vrbas distruggerà l'habitat di molte specie, alcune delle quali endemiche. Studi disponibili mostrano che l'area interessata è ricca di specie relitte, anche se la documentazione della idrocentrale conferma che queste cose non sono state indagate abbastanza.
Nonostante non sia stato ancora fatto lo studio sull'impatto ambientale, il Comitato ambientale del parlamento nazionale ha concluso che il Contratto di concessione include la difesa ambientale. Il presidente del Comitato ambientale, signor Nedjo Djuric ha appoggiato l'adozione del contratto. Il conflitto di interessi è evidente dal momento che lui stesso è il proprietario della compagnia responsabile dello studio sull'impatto ambientale. I deputati del parlamento non sono stati informati della situazione e sono stati ingannati sul fatto che la necessaria procedura legale riguardante l'ambiente fosse stata rispettata.
La cosa più sconvolgente riguardo questo progetto è la mancanza di trasparenza e di partecipazione pubblica nella fase decisionale. Nonostante la procedura legale per la concessione della idrocentrale sul fiume Vrbas sia iniziata nel 2002, il governo non ha organizzato un dibattito pubblico nelle aree più popolate, come la città di Banja Luka. Mentre secondo il disegno di legge sull'ambiente la partecipazione del pubblico durante la presa delle decisioni è obbligatoria. Oltre 250.00 persone di Banja Luka, le comunità locali, le ONG, le associazioni e altri non sono stati informati in modo appropriato circa il progetto e il suo impatto negativo sull'ambiente.
Questa non è la sola iniziativa del governo per la costruzione di ampie dighe in Bosnia e Erzegovina che è appoggiata dalla lobby mondiale dell'energia e delle edilizia. Queste lobby non esitano a distruggere anche quelle aree protette come il Canyon del fiume Tara (sulla lista dei beni protetti dall'UNESCO). L'idrocentrale di Buk Bijela è un progetto ancora più controverso perché ha un carattere transnazionale. In Montenegro nel giugno del 2004 è stata avviata una campagna che dura ancora oggi. Le ONG locali hanno lanciato una petizione contro la grande diga di Buk Bijela e hanno raccolto più di 25.000 firme. È chiaro che il governo della Republika Srpska (BiH) e il governo del Montenegro non hanno voluto ascoltare la vox popoli e che le forze dominanti sono quelle dei benefici economici.
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