Bulgaria: lo "Scalzo" e la rivoluzione dei pomodori

27 november 2012

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Martedì 20 novembre. Nikolay Kolev “Bosiya” (lo Scalzo), dissidente di lungo corso, poeta pubblicista e (colorita) figura della transizione bulgara, si presenta davanti al parlamento di Sofia con un sacchetto pieno di pomodori marci. E' solo.  

Nikolay Kolev "lo Scalzo" - Francesco Martino/OBC

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come annunciato una settimana prima sulla rete, ha intenzione di prendere a colpi di verdura le principali istituzioni, per protestare contro “corruzione, criminalità, irresponsabilità, nebbia mediatica e demoralizzazione” che affondano il paese.

“Bosiya” riesce a lanciare un solo pomodoro, poi viene fermato dalla polizia, trattenuto per 24 ore e accusato di teppismo: il pomodoro volato verso il “narodno sabranie” potrebbe costargli fino a due anni di reclusione.

Il suo gesto, però, non cade nel vuoto: nei giorni successivi, sui social network nasce e si ingrossa un gruppo che inneggia alla “rivoluzione dei pomodori”. Senza chiedere autorizzazioni di rito, gli scontenti annunciano che sabato 24 novembre saranno a migliaia, per colorare di “rosso pomodoro” un parlamento “ormai privo di qualsiasi rappresentatività”.

Cordoni di polizia circondano l'istituzione, ma nella sera uggiosa di sabato, sono al massimo 300 quelli che vengono ad urlare la propria rabbia ad un palazzo vuoto. Vola anche qualche pomodoro, che atterra disfacendosi sull'acciottolato che circonda il “narodno sabranie”.

Le idee di “Bosiya” per uscire dalla crisi politica ai più sembreranno poco ortodosse. “Bisogna sospendere la Costituzione”, ha dichiarato Kolev ad OBC. “Poi dovranno esserci elezioni in cui tutti i bulgari possano mandare i propri rappresentanti ad un Consiglio popolare, a cui toccherà mettere a posto le cose”. Difficile prevedere un tale sviluppo.

Anche se la “rivoluzione dei pomodori”, almeno per il momento, non infiamma le piazze, il partito di governo GERB ha poco da festeggiare. Il 2013 è anno elettorale: e i sondaggi danno il vantaggio sull'opposizione socialista, che sembrava incolmabile, in costante declino.