Due bulgari su tre non vanno a votare per le elezioni locali. Vittoria di Pirro per i socialisti, crollo del partito dell'ex zar Simeon. Un articolo di Andrea Ferrario, pubblicato su Notizie Est.
Il dato più rilevante delle elezioni locali svoltesi domenica scorsa in Bulgaria è la bassissima percentuale dei votanti - nemmeno il 30% a livello nazionale! Alle amministrative del 1999, che già avevano suscitato preoccupazioni per la bassa percentuale, si era recato alle urne 51% degli aventi diritto al voto. A Sofia, che di norma ha le percentuali più alte, ha votato solo il 25%. In generale, la percentuale dei votanti è stata bassissima nelle grandi città e relativamente alta nei villaggi.
I dati complessivi di questo primo turno sono: BSP (socialisti, ex comunisti) 33%; SDS (destra, al governo fino al 2001) 21%; NDSV (partito di governo dell'ex zar Simeon Sakskoburggotski) poco meno del 10%; DPS (partito della minoranza turca, al governo) poco meno del 10%. Il resto è andato a candidati indipendenti, liste locali e minipartiti.
Nella capitale Sofia il migliore risultato (ma si andrà comunque al ballottaggio) è stato ottenuto dal favoritissimo sindacouscente Stefan Sofijanski, il "Kennedy" bulgaro, fino a ieri molto popolare, ex leader locale della SDS e ora a capo di un proprio piccolo partito di centro-destra, in buoni rapporti con il premier Sakskoburggotski. Tutti ritenevano che il secondo posto sarebbe andato a Nadezda Mihajlova, leader della SDS, che si era messa in gioco candidandosi a sindaco nella capitale, che tradizionalmente vota a destra. Invece al ballottaggio andranno Sofijanski e Aleksandrov, quest'ultimo candidato del BSP, divisi solo da un 2%. Bassissima la percentuale ottenuta dal candidato del NDSV, il businessman Ivanov-Luciano. A livello di consiglio comunale, per la prima volta dal 1989 i socialisti hanno superato, seppure di solo l'1%, la SDS, un risultato politicamente e psicologicamente importante. Secondo gli osservatori, comunque, Sofijanski avrebbe i numeri per uscire vincente al ballottaggio di domenica prossima.
Nelle altre città tutto più o meno è andato secondo quanto previsto. Plovdiv, seconda città del paese, tradizionalmente la più di destra, ha visto la vittoria al primo turno del candidato della SDS, che andrà al ballottaggio con quello del BSP. In consiglio comunale, tuttavia, la destra ha ottenuto un risultato solo di poco superiore ai socialisti. Ruse, importante città sul Danubio, è andata al candidato della SDS. Le città sul Mar Nero, come è tradizione, hanno votato a sinistra o per candidati indipendenti. Kardzhali, città a maggioranza turca, è andata al DPS. Da notare che i socialisti hanno subito sconfitte a sorpresa in un paio di loro roccaforti, come la città operaia di Pernik.
Sulla base dei primi commenti pubblicati dalla stampa bulgara e delle prime dichiarazioni degli esponenti politici, si possono trarre le seguenti conclusioni:
1) Considerazioni generali: la bassissima affluenza alle urne costituisce un notevole problema politico, che dimostra come la gran massa dei bulgari sia politicamente poco "gestibile". Se all'altissima astensione (70%) si aggiunge la percentuale di votanti che ha dato la propria preferenza a liste locali o candidati indipendenti (20-25%), emerge un quadro nel quale i "grandi" partiti tradizionali (BSP, SDS e DPS) o di più recente formazione (NDSV) sono in realtà delle piccole forze politiche, senza una presa consistente sulla società.
2) BSP: ha registrato un vittoria apparentemente netta, ma ottenuta in massima parte grazie alla scarsa affluenza: i suoi elettori sono infatti molto aumentati come percentuale sul totale dei votanti, ma sono leggermente diminuiti in numero assoluto. I socialisti potrebbero comunque ora ambire a elezioni parlamentari anticipate, ma continuano nella loro politica attendista. Il segretario Stanishev ha dichiarato che per ora non si parla di elezioni anticipate, per "non turbare il processo di adesione all'UE e alla NATO". Una linea apparentemente contraddittoria, visto che si tratta di un partito monolitico che, a differenza degli altri, non ha divisioni interne o fazioni in conflitto. Con ogni probabilità, oltre alle difficoltà nel mettere a punto un programma in grado di affrontare i problemi del paese, il BSP si rende conto che questa vittoria è una non vittoria e che una sua ascesa al governo avrebbe il sostegno attivo solo di una netta minoranza dei bulgari.
3) SDS: a livello nazionale tiene in termini percentuali (si temeva che andasse peggio), ma brucia molto la sconfitta a Sofia, sia per il fiasco del candidato-sindaco Mihajlova, sia a livello psicologico per il sorpasso subito a favore dei socialisti. Inoltre, sebbene le sue percentuali tengano, la SDS ha perso ben 170.000 elettori rispetto alle amministrative di quattro anni fa. Il partito è molto diviso tra vari leader e fazioni, finora la Mihajlova lo aveva tenuto insieme, ma la sconfitta personale che ha subito a Sofia intacca la sua autorità. Qualcuno dice addirittura che la SDS si potrebbe dividere in vari partiti (e infatti in origine era una coalizione di partiti di destra).
4) NDSV: sconfitta totale, dalla maggioranza quasi assoluta nelle politiche del 2001 arriva a meno del 10% e i suoi leader hanno disertato le conferenze stampa dopo il voto. Il partito dell'ex zar non è riuscito a ottenere nemmeno un sindaco. Anche il NDSV, come la SDS, è diviso al suo interno, dove è particolarmente forte la fazione del gruppo parlamentare raccoltosi nella corrente "Novoto Vreme" ("La nuova era"): ora potrebbero aprirsi spaccature serie.
5) DPS: buon risultato nelle zone a maggioranza o a forte presenza turca/musulmana. Tuttavia va notato che questo partito, la cui strategia dichiarata è quella di diventare una forza politica nazionale "non etnica", aveva presentato per la prima volta propri candidati in tutto il paese - qui ha ottenuto un insuccesso, perché al di fuori delle sue roccaforti ha ottenuto risultati bassissimi e quindi si riconferma come "partito turco-musulmano" per eccellenza.
Un quadro generale riassunto nel suo complesso con efficacia dal politologo Borislav Vilarov: "Nel 2001 il NDSV, emerso come dal nulla, era riuscito a infrangere il modello bipolare, ma al posto di quest'ultimo non è nato nulla di reale".
Secondo tutti gli osservatori il ballottaggio che si svolgerà domenica in svariate città non dovrebbe alterare nella sostanza i risultati di questa prima tornata di voto, fatta eccezione per l'importante secondo turno di Sofia e per eventuali sorprese dell'ultimo minuto in città dove l'esito è dato per scontato, come per esempio Plovdiv.
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