Aperto un procedimento per corruzione contro il procuratore distrettuale di Zagabria, Krunoslav Canjuga. La criminalità organizzata in Croazia sarebbe forte quanto in Serbia, dove tuttavia l'omicidio Djindjc ha prodotto una durissima reazione.
Lunedì 14 aprile il Procuratore capo della Repubblica croata, Mladen Bajic, ha sospeso dalle sue funzioni il procuratore distrettuale di Zagabria, Krunoslav Canjuga. Questa importante notizia sembra confermare le voci relative alla intenzione del governo del primo ministro Racan di intraprendere una vasta azione contro la corruzione nel Paese. Il sistema giudiziario, la polizia e la politica croate sarebbero fortemente compromesse dalla corruzione.
La sospensione di Canjuga ha avuto effetto immediato. Il fatto che non sia stato rimpiazzato da un altro procuratore, ma sospeso, indica che potrebbe essere messo in stato d'accusa nel prossimo futuro.
Sembra che Canjuga fosse coinvolto nella rete del cosiddetto "racket giudiziario" che operava secondo un modello ben oliato. Quando la polizia riusciva a rintracciare una organizzazione criminale, richiedeva l'apertura di un procedimento alla procura. La cosa si svolgeva poi secondo il seguente schema: la difesa assumeva sempre gli stessi avvocati, quelli bene introdotti presso la procura, e i casi venivano rigettati. In alcune circostanze, quando era troppo complicato rigettare immediatamente le richieste della polizia, venivano avviate delle indagini. Ma queste erano condotte appositamente in maniera tale da non portare al ritrovamento di alcuna prova.
Una volta che le richieste venivano rigettate, gli avvocati della difesa, la procura e il giudice si spartivano i soldi ricevuti per il servizio. Sembra che anche Krunoslav Canjuga partecipasse a questo sistema.
Le informazioni fatte avere al pubblico su tutto questo sono piuttosto scarse. Secondo alcune fonti, la polizia avrebbe segretamente registrato una conversazione tra un avvocato e il procuratore distrettuale Canjuga. Stavano discutendo di come dividere una tangente ricevuta per un caso. Non è chiaro se la polizia stesse intercettando un avvocato, e abbia accidentalmente colto la conversazione con Canjuga, o se Canjuga stesso fosse sotto intercettazione da parte della polizia.
L'opinione pubblica in Croazia sta diventando sempre più insofferente per la incapacità del governo di intraprendere misure serie per porre fine alla corruzione largamente diffusa nel Paese. I media hanno portato alla attenzione del pubblico diversi esempi di corruzione, dal sistema sanitario a quello giudiziario, dalla polizia al mondo della politica. Ma nonostante tutte queste testimonianze, non ci sono processi per corruzione.
Ora, il governo ha evidentemente deciso di affrontare le critiche dell'opinione pubblica e di smettere di tollerare il problema. Le elezioni sono state programmate per il prossimo autunno, e il momento per convincere i cittadini che il governo ha deciso di affrontare la questione della corruzione prendendo alcuni passi decisivi è già arrivato. La gestione del caso del procuratore distrettuale Krunoslav Canjuga dimostrerà se il governo ha deciso di affrontare il fenomeno solo in superficie o se verranno intraprese azioni decisive.
La ampia battaglia avviata dal governo serbo in reazione all'assassinio del primo ministro Zoran Djindjic contro gli affari della criminalità presente nei livelli più alti delle forze di polizia, dei servizi segreti e del sistema giudiziario è fortemente sostenuta dai Croati, che sottolineano il fatto che anche la Croazia dovrebbe seguire l'esempio del governo serbo. Molti ritengono infatti che l'incidenza della criminalità, della corruzione e della illegalità diffusa siano altrettanto comuni in Croazia come in Serbia, e che l'unica differenza, finora, sia che la Croazia non ha dovuto far fronte ad un evento tragico come l'assassinio di Djindjic.
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