Il superlatitante croato, ricercato per crimini contro l'umanità in relazione alla operazione "Tempesta", rilascia tranquillamente una intervista ad un settimanale di Zagabria, accusando Tudjman di avergli impedito di conferire con la Procura dell'Aja.
Il generale croato Ante Gotovina, incriminato dal Tribunale Internazionale dell'Aja due anni or sono e latitante da allora, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale di Zagabria "Nacional". Ancora più scioccante della intervista in sé è il messaggio che il generale ha inviato al pubblico dopo essere rimasto in silenzio per due anni. Gotovina afferma di riconoscere il Tribunale Internazionale, e accusa il precedente governo dell'Hdz ("Comunità Democratica Croata", il partito nazionalista fondato dall'ex presidente Tudjman, ndr) per la sua attuale posizione.
Queste due dichiarazioni distruggono completamente tutte le argomentazioni finora utilizzate dalla estrema destra per attaccare la coalizione di centro sinistra al governo e "difendere" gli interessi di Gotovina. La destra aveva sempre sostenuto che, proprio come loro, Gotovina non ha mai riconosciuto il Tribunale dell'Aja né avrebbe mai collaborato con i suoi inquirenti. L'estrema destra ha anche accusato il primo ministro Racan di usare tutti i mezzi a sua disposizione per cercare di far finire in galera Gotovina. Adesso, tuttavia, la intervista di Gotovina mostra chiaramente chi è responsabile della sua situazione.
"Sono convinto che il Tribunale non mi avrebbe mai incriminato se il precedente governo mi avesse permesso di parlare con la Procura nel 1998 - dichiara Gotovina nell'intervista. Il generale afferma che il governo dell'Hdz non lo aveva avvisato del fatto che gli inquirenti dell'Aja lo volevano interrogare. Per chiunque sia minimamente al corrente dello stato della politica croata del tempo, è assolutamente chiaro che una decisione tale non avrebbe potuto essere presa dal governo di allora senza la approvazione o la iniziativa del presidente Franjo Tudjman.
"Stavo guardando la televisione a casa. Nel corso del suo rapporto annuale, l'ex ministro degli Esteri Mate Granic ha dichiarato che il governo, d'accordo con Gotovina, aveva deciso che il generale non avrebbe discusso della questione dei crimini di guerra commessi durante l'operazione denominata Oluja (Tempesta). Sono quasi caduto dalla sedia quando l'ho sentito. Questa era la prima volta che il mio nome era menzionato in connessione con il Tribunale dell'Aja, così come era la prima volta che il governo dichiarava che stava collaborando con me sulla questione - spiega Gotovina nella intervista."
Questa circostanza avrebbe impedito a Gotovina di difendersi, fino a quando l'Aja non ha emanato un atto di incriminazione.
"Sono pronto a parlare con la Procura se mi accordano lo status di indiziato. Se la mia deposizione non avrà l'effetto di annullare la incriminazione, andrò all'Aja di mia spontanea volontà - afferma Gotovina."
Il presidente Mesic, uno dei più ferventi sostenitori della necessaria collaborazione tra la Croazia e il Tribunale Internazionale, ha dichiarato di essere pronto a garantire personalmente per Gotovina. Mesic ha affermato che avrebbe chiesto al Tribunale di acconsentire alle richieste del generale permettendogli di conferire con gli inquirenti del Tribunale a Zagabria in veste di indiziato e non di incriminato.
In questo modo si sanerebbe la scorrettezza perpetrata nei confronti del generale da parte del governo precedente, che non aveva informato Gotovina della richiesta avanzata dall'Aja.
La portavoce del Tribunale, Florence Hartmann, ha tuttavia dichiarato che Gotovina deve presentarsi di persona all'Aja.
"Qualora nel corso della discussione con la Procura il generale Gotovina presentasse delle forti argomentazioni che invalidassero la messa in stato d'accusa, la procura sarebbe pronta a ritirare l'incriminazione - ha dichiarato la Hartmann. Ma perché questo possa avvenire, il generale dovrà recarsi di persona al Tribunale dell'Aja."
Gotovina non è ancora pronto per una mossa simile. Le garanzie di Mesic e le discussioni in vista tra Zagabria e l'Aja potrebbero tuttavia risultare in un compromesso, che permetterebbe al governo Racan di risolvere uno dei problemi maggiori che si trova a fronteggiare e uno degli ostacoli più grandi nella strada della Croazia verso la Unione Europea.
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