A fine mese si vota in Georgia per le politiche. La campagna elettorale è caratterizzata da una forte polarizzazione tra due schieramenti, Sogno georgiano e Movimento Nazionale Unito (MNU). Il dibattito è limitato a scontri personali, con qualche episodio di violenza
Il 31 ottobre si vota in Georgia per il rinnovo del parlamento. Sogno Georgiano cerca la conferma elettorale che ne farebbe il partito di maggioranza per tre legislature di fila, mentre la variegata opposizione tenta il ribaltone, che ad oggi rimane piuttosto improbabile. Il Candidato Primo Ministro del Sogno è Giorgi Gakharia , mentre per il MNU è l'ex presidente Mikheil Saakashvili.
In corsa elettorale
Sono sessanta i soggetti politici registrati al voto presso la Commissione Elettorale Centrale . Fra questi nomi ormai storici della Georgia post-Rivoluzione delle Rose, come ad esempio Movimento Nazionale Unito (MNU) - che ne fu protagonista - e tutte le sue progressive emanazioni. Il MNU ha perso infatti, in vari momenti, pezzi da cui sono nati sfidanti di oggi come il Partito Georgia Europea, o il partito Girchi, o ancora Georgia Vittoriosa. Si è poi alienato da ormai più di un decennio parti della coalizione originale con cui aveva girato vittoriosamente pagina della storia georgiana, come il Movimento Democratico. Ora il MNU ha raccolto attorno a sé una nuova coalizione con cui spera di ottenere il mandato dei cittadini a governare il paese.
È altrettanto isolato il partito di governo, Sogno Georgiano, la cui coalizione si è assottigliata nel tempo, perdendo man mano i partiti Repubblicano e Conservatore, oltre che allo storico partito degli Industriali.
Cercano un nuovo consolidamento elettorale Alleanza dei Patrioti, nonché varie formazioni politiche anche recentissime come Lelo, partito del fondatore della Banca georgiana TBC, tutti partiti minori che però ambiscono a minare il bipolarismo Sogno-MNU. Un bipolarismo - ad oggi sbilanciato a favore del Sogno in termini di risultati elettorali - costruito più sugli scontri personali che sul confronto dei contenuti dei programmi, una caratteristica che ha di fatto avvelenato le ultime campagne elettorali georgiane.
Una battaglia senza esclusione di colpi
Il quadro politico georgiano è caratterizzato da una grande polarizzazione. Il MNU accusa i partiti nati dalle ceneri delle sue correnti di voler entrare in coalizione con il Sogno. Questi a loro volta negano ma sottolineano le distanze dal MNU. Insomma, non una campagna facile, anche nei toni, e una competizione che non conosce esclusione di colpi.
Sta attentamente monitorando la natura e il livello di legalità di quanto sta avvenendo l’Organizzazione dei Giovani Avvocati Georgiani (GYLA) che ha pubblicato un suo primo report sulla campagna elettorale.
GYLA suona l’allarme su diversi comportamenti elettorali, due in particolare: voto di scambio e uso di risorse amministrative a vantaggio di un partito.
Questo ultimo fenomeno è molto diffuso nella storia elettorale georgiana. Un po' è dovuto al retaggio ancora sovietico di far coincidere il partito di governo con lo stato nel suo insieme, per cui chi governa si sente autorizzato a usare tutte le risorse dello stato per le proprie battaglie politiche, piegando le misure che dovrebbero essere adottate nel pubblico interesse alla propria riuscita elettorale.
GYLA punta il dito a questo riguardo contro una serie di provvedimenti come l’aumento di un fondo di risorse a vantaggio di 40.000 malati oncologici, deciso non ai tempi della legge finanziaria o all’inizio dell’anno finanziario, ma il 20 agosto, quando si stava aprendo la campagna elettorale. È inoltre esattamente il giorno prima dell’inizio della campagna che il ministero della Difesa ha cancellato il debito che 1000 persone avevano contratto dopo essere state curate in ospedali militari. Sogno Georgiano, secondo GYLA, avrebbe inoltre cercato di capitalizzare i successi nella gestione della crisi pandemica personalizzandoli, e attribuendone i meriti al leader di Sogno Georgiano Bidzina Ivanishvili, attraverso il fondo StopCov .
Giochi sempre più pesanti
Il 24 settembre ha preso la parola anche l’Ombudsperson, il mediatore civico del paese, che ha dato a sua volta l'allarme dicendo che intimidazioni, minacce e violenza avevano infettato la campagna elettorale. Del resto pochi giorni prima delle sue dichiarazioni erano state vandalizzate alcune sedi del MNU. Uno di questi episodi è accaduto a Bolnisi dove è avvenuta una pesante rissa che ha coinvolto diversi attivisti, soprattutto di Sogno Georgiano e MNU. Il bilancio dello scontro è stato di una decina i feriti e un ricoverato in rianimazione. Dopo l’incidente il vice-Presidente del Parlamento - Mamuka Mdinaradze del Sogno Georgiano - ha invitato i sostenitori di Sogno Georgiano e i cittadini in generale a non cedere a provocazioni .
L’appello dell’Ombudsperson però non ha sortito l’effetto desiderato, anzi ha raccolto le critiche del Sogno che lo accusa di appoggiare con le proprie dichiarazioni l'opposizione. Il 29 settembre un nuovo fatto di violenza: Giorgi Mumladze di “Civil Platform 20/20” ha accusato di essere stato aggredito e picchiato da Amiran Giorgadze, presidente dell’Assemblea cittadina di Marnueli che dirige la campagna del Sogno Georgiano in città. Quest'ultimo ha rigettato le accuse dicendo che è il MNU che provoca.
Sempre a Marnueli, una troupe televisiva è stata aggredita e una persona è stata portata in ospedale, il materiale danneggiato. Secondo la televisione per cui la troupe lavora, Mtavari Arkhi TV, i due giornalisti e il cameraman sono stati aggrediti mentre riprendevano membri di Sogno Georgiano, mentre secondo la ricostruzione della tv pubblica georgiana sarebbero rimasti coinvolti in scontri fra sostenitori del Sogno e del MNU. Denunciava un’aggressione anche l’osservatore elettorale di un seggio in città del MNU, secondo il quale mentre transitava con il padre e un altro membro del partito in macchina sono stati accerchiati da circa 100 persone e picchiati. Marnueli è stata quindi teatro di una catena di episodi che hanno portato ad alcuni arresti .
Questi episodi si ripetono nonostante il 22 settembre il ministero degli Interni abbia creato dei gruppi di polizia con l’apposito scopo di monitorare che nessuna violenza o violazione di diritti turbasse il periodo elettorale . E proprio contro la polizia GYLA ha sollevato alcune critiche, ricordando che a luglio, pur essendo presente, non è intervenuta quando uno dei candidati del Sogno, Enzel Mkoyan, aveva minacciato e inseguito armato un membro dall’Alleanza dei Patrioti ad Akhalkalaki, nel sud del Paese. E non era nemmeno la prima volta che succedeva.
Rispetto all’episodio, GYLA aveva concluso che “l’inadeguata risposta da parte degli organi di polizia porta i segni di una preferenza politica per Enzel Mkoyan e i suoi privilegi legali, […] comportando una distorsione del clima elettorale nel suo insieme”, parole scritte a metà settembre e che si sono malauguratamente materializzate pochi giorni dopo.