Le Olimpiadi invernali di Sochi 2014 nello scacchiere caucasico. L'Abkhazia punta alla ripresa dei grandi flussi turistici, tra investimenti russi e ostilità georgiana
Di Elizabeth Owen*, per Eurasianet, 31 luglio 2008 (titolo originale: "Mining for Gold").
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Carlo Dall'Asta
Gagra, Abkhazia - Mancano ancora sei anni ai XXII Giochi olimpici invernali, ma sulle bancarelle della cittadina balneare di Gagra, nel Nord dell'Abkhazia, i gadget di Sochi 2014 sono già in bella vista. Non è un caso.
Per l'autoproclamata Repubblica, i Giochi offrono l'occasione di mostrare al mondo che l'Abkhazia esiste e che può reggersi sulle proprie gambe. L'interrogativo è se la sua economia riuscirà ad essere pronta in tempo.
A prima vista sembra che ci sia un buon margine. Le bellezze naturali di certo non mancano in questa regione secessionista sul Mar Nero, anche se nel panorama non figurano né un aeroporto commerciale, né un circuito per le carte di credito né uno di sportelli bancomat e, dopo 13 anni di embargo economico, la scelta dei prodotti al consumo è ristretta. Le autorità sostengono che l'Abkhazia ha tre anni per fare i necessari adeguamenti alle infrastrutture, riaprire il suo principale aeroporto e migliorare gli alberghi e i servizi finanziari.
"Questa è una grande, grandissima sfida per l'Abkhazia", ha dichiarato in una recente intervista il viceministro degli Esteri de facto, Maxim Gunjia. "Avremo un enorme progetto internazionale vicino ai nostri confini e dovremo adeguarci agli standard internazionali. Se vogliamo trarre dei benefici dalle Olimpiadi invernali, dobbiamo iniziare a lavorare fin d'ora".
Questo lavoro, "in varie forme e con una considerevole assistenza russa", è già incominciato.
Nel centro di Sukhumi, la capitale dell'Abkhazia, sta prendendo forma una piccola e luccicante stazione ferroviaria bianca, vicino a quella originale della cittadina, che era invece frutto del forte sviluppo dell'era staliniana e che ricorda la passata identità della regione, meta di vacanze nell'era sovietica. Con la sala d'aspetto decorata coi colori dell'Abkhazia, la nuova stazione è opera della Sochi Trasporti, un'azienda privata che a quanto si dice garantirà un servizio quotidiano di treni da Ochamchira, nel Sud dell'Abkhazia, a Sochi. Le corse da Sukhumi a Sochi potrebbero essere da quattro a cinque al giorno, secondo una stima.
Insieme ai treni arriveranno gli aeroplani. La nuova stazione di Sukhumi prevede anche uno sportello che venda biglietti aerei per Sochi, ma per ora gli osservatori esterni, scettici, lo ritengono solo un proposito ottimista.
Situato alla fine di una strada sconnessa, lussureggiante di vegetazione subtropicale, l'aeroporto Babushera di Sukhumi, chiuso dalla fine della guerra del 1992-1993 contro la Georgia, non sembra essere in grado di sostenere un regolare servizio aereo passeggeri. L'Organizzazione internazionale per l'aviazione civile, un'agenzia delle Nazioni Unite, ha decretato che la riapertura dell'aeroporto potrebbe comportare sanzioni per le compagnie aeree partecipanti. Tbilisi ha dato eco a queste minacce.
Ma questo non vuol dire che i progetti non esistano. Situato a circa 25 minuti dal centro cittadino, secondo gli osservatori locali l'aeroporto, con la sua doppia pista, potrebbe facilmente sostenere il potenziale flusso di traffico aereo che Sochi ha finora sperimentato.
"Se serve per i Giochi, aprirà", profetizza l'economista Beslan Baratelia, vicepresidente del Partito per lo Sviluppo economico dell'Abkhazia. "Il governo russo potrebbe dare vita a una qualche compagnia che garantisca voli limitati", ha aggiunto.
L'ufficio del Presidente de facto dell'Abkhazia, Sergei Bagapsh, stima il costo del progetto a 30 milioni di dollari.
Il ministro de facto dell'Economia, Kristina Ozgan, prevede che l'aeroporto possa diventare un progetto "umanitario", analogamente all'opera di ripristino svolta dagli ingegneri russi sulla ferrovia tra Ochamchira e Sukhumi. "Io ritengo che la questione sarà risolta allo stesso modo di quella della ferrovia", ha detto la Ozgan. Non siamo riusciti ad ottenere un commento dalle autorità russe.
Dalla Georgia nessuna medaglia
A Tbilisi, analisti e autorità georgiane giudicano ridicolo che tutti gli sforzi per rendere l'Abkhazia pronta per le Olimpiadi arrivino per gentile concessione del bilancio russo o di investitori russi. Un'ulteriore prova, sostengono, del fatto che la Russia sta cercando di annettersi il territorio.
Ma la Ozgan e altri leader abkhazi contestano questa idea. L'assistenza finanziaria russa non vuol dire che le Olimpiadi di Sochi saranno cruciali per l'economia dell'Abkhazia, né che andranno ad influire sulla sua autodichiarata indipendenza, ha replicato.
"Io non direi che tutta la nostra economia si basi sul fatto che avremo un determinato ruolo a Sochi", ha dichiarato la Ozgan. "No, Sochi è solo una delle possibili opzioni per avere delle entrate nel bilancio della Repubblica. Ma ciò non significa che sia una delle opzioni più importanti o fondamentali.
Sembra che l'Abkhazia venga sfruttata, per i giochi di Sochi, soprattutto come centro di fornitura. La maggiore priorità della regione consiste nel fornire materiali da costruzione per Sochi "pietre e cemento, in particolare" e nello sviluppare le infrastrutture per trasportare i carichi di merci fino al sito dei Giochi olimpici, ha detto la Ozgan. Incoraggiare "un considerevole numero di persone a visitare i nostri siti culturali" si colloca al terzo posto, ha aggiunto.
Le autorità dell'Abkhazia ritengono che una serie di attentati dinamitardi avvenuta all'inizio di quest'estate fosse intesa a ricordare ad investitori e turisti che le Olimpiadi di Sochi si svolgeranno 22 chilometri a Nord di un territorio disputato. Le autorità della Georgia hanno negato di essere coinvolte negli attentati.
Gli operatori del settore balneare ed alberghiero ammettono che quest'anno le presenze sono in calo, ma non esistono dati ufficiali sull'entità di questa diminuzione. Nel 2007 l'Abkhazia annunciò di aver raggiunto la cifra record di 2 milioni di turisti.
La crescita delle tensioni con la Georgia potrebbe aver allontanato alcuni vacanzieri russi in cerca di sole, ma a Gagra, una mecca del turismo estivo in Abkhazia, diverse centinaia di turisti continuano ad affollare le spiagge. "Ci vuole ben più di un'esplosione per tenerci lontani", commenta Volodya, un meccanico di mezza età che indossa un berretto da capitano di marina, mentre osserva degli amici a cavalcioni su un canotto gonfiabile. "Siamo russi. Siamo abituati all'incertezza".
La ristrutturazione del grattacielo dell'Abkhazia Hotel di Gagra, opera di una compagnia russa, indica che ci sono altri che condividono la stessa opinione. Anche se un boom simile alla frenesia costruttiva che ha colpito Tbilisi o Batumi non ha ancora preso piede, l'economista Baratelia sostiene che il mercato immobiliare in Abkhazia stia già incominciando a crescere per le Olimpiadi. "La situazione in Abkhazia è cambiata a partire dall'annuncio della scelta di Sochi", ha detto.
Così, mentre i venditori ritirano dal mercato le loro proprietà, nell'aspettativa di prezzi potenzialmente più alti con l'approssimarsi del 2014, Baratelia stima che i prezzi delle case siano raddoppiati. Le compagnie russe nel frattempo stanno comprando terreni edificabili, non solo a Gagra ma anche nella vicina cittadina marittima di villeggiatura di Pitsunda. Fuori Gagra sono poi in progetto dei villaggi temporanei per i circa 20.000 lavoratori dei Giochi olimpici di Sochi, ha aggiunto Baratelia.
Il potenziale di crescita su questa tendenza, "in ogni caso di breve periodo", può solo far piacere a Sukhumi, almeno quanto può irritare Tbilisi. Come ha sostenuto il de-facto viceministro degli Esteri Gunjia: "Il turismo è meglio del petrolio, e noi siamo molto fortunati."
*Elizabeth Owen è redattrice di Eurasianet a Tbilisi