Proteste a Tbilisi contro la legge sugli agenti stranieri © Maikowl/Shutterstock

Proteste a Tbilisi contro la legge sugli agenti stranieri © Maikowl/Shutterstock

Nonostante le violente proteste di piazza, i forti segnali di preoccupazione da parte di Stati Uniti ed Unione Europea e il secco veto della presidente Zourabishvili, il governo del Sogno georgiano spinge per l'approvazione finale della controversa legge sugli agenti stranieri

22/05/2024 -  Marilisa Lorusso

Il 13 maggio la Commissione per gli affari legali del parlamento georgiano ha sostenuto in terza lettura il disegno di legge sugli agenti stranieri. Ne sono seguiti nuovi scontri con i manifestanti che si oppongono al provvedimento, venti persone arrestate tra cui due americani e un cittadino russo.

Il giorno seguente il parlamento ha approvato il progetto di legge in terza lettura con 84 voti favorevoli e 30 contrari. Anche stavolta, violente proteste fuori dal Parlamento, con tafferugli anche all’interno fra i deputati. Tredici persone sono state arrestate mentre il livello di sicurezza nel parlamento veniva elevato a codice rosso: l'organo legislativo è quotidianamente sotto assedio da parte di una protesta risoluta, che si è allargata al mondo dell’università e di altri settori della società georgiana.

Nel frattempo i partiti di opposizione Movimento Nazionale Unito, Lelo e Strategia hanno dichiarato che non avrebbero più partecipato alle attività parlamentari.

Il parlamento di Tbilisi aveva a disposizione circa una decina di giorni per inviare il testo di legge per la firma alla presidenza, ma lo ha fatto quasi subito dopo l'approvazione. Il 18 maggio la presidente Salome Zourabishvili ha posto il veto a quella che viene definita dall'opposizione e dalla stessa presidente “legge russa”, mentre i manifestanti marciavano verso il palazzo del Parlamento da varie località della capitale.

Secondo le procedure, la presidente avrebbe avuto quindici giorni per formulare osservazioni e rimandare la legge per emendamenti e un nuovo voto, ma anche in questo caso il processo è stato immediato: il testo è tornato al mittente senza osservazioni, considerate dalla Zourabishvili quali meri pretesti per cambiamenti cosmetici. Quindi, come atto politico di rifiuto in toto della legge, l’ha semplicemente respinta come inaccettabile.

La quarta e ultima lettura è attesa, ma non c’è ancora una data certa.

Gli USA

È in via di collisione il rapporto fra il governo del Sogno georgiano e lo storico alleato statunitense. Quando era ormai evidente che la terza lettura sarebbe stata una copia delle precedenti, senza la volontà di rallentare né negoziare sul processo, l’addetta stampa della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha dichiarato che Washington è “profondamente turbata dalla legislazione georgiana sugli agenti stranieri in stile Cremlino”, sottolineando che la sua approvazione richiederebbe una rivalutazione fondamentale delle relazioni USA-Georgia, ma anche riconoscendo le proteste dei georgiani che si oppongono alla legislazione perché divergente dai valori democratici ed euro-atlantici.

Il sottosegretario di Stato americano per gli affari europei ed eurasiatici James O'Brien si è recato in Georgia con l’intenzione di incontrare i rappresentanti del Sogno e discutere la legge e i rapporti bilaterali.

Bidzina Ivanishvili si è rifiutato di incontralo perché si ritiene vittima di non meglio specificate sanzioni “de facto” contro di lui. Irakli Kobakhidze, sembrando più l’assistente dell’oligarca che il primo ministro del paese, ha spiegato che Ivanishvili è risentito perché non gli viene concesso l’accesso a due miliardi di euro a causa di un annoso contenzioso in atto con la Credit Suisse, del tutto scollegato al tema delle sanzioni.

O’Brien ha ricordato la significativa assistenza degli Stati Uniti alla Georgia dal 1992, ma ha avvertito che il mancato allineamento con le norme dell’UE potrebbe mettere a rischio questa partnership, soprattutto se l'attuale retorica e le azioni anti-occidentali dovessero continuare.

Gli USA rilanciano : il 19 maggio il deputato repubblicano Joe Wilson ha annunciato un disegno di legge per imporre sanzioni, compreso il divieto di visto, ai funzionari georgiani responsabili della legge sugli agenti stranieri e di violazioni dei diritti umani, avvertendo che ignorare il veto presidenziale avrà delle conseguenze. Wilson ha sottolineato l’importanza delle norme democratiche in Georgia e ha proposto misure come il rafforzamento delle relazioni se la legge verrà abrogata.

Il provvedimento – una sorta di lascia o raddoppia - è stato ribattezzato “Megobari Act”, Mobilizing and Enhancing Georgia’s Options for Building Accountability, Resilience and Independence Act, e prevede un’agevolazione del regime dei visti con la Georgia, condizioni commerciali favorevoli e un miglioramento del supporto militare.

Ma il Sogno si è subito barricato contro questa ipotesi di cooperazione rafforzata in caso di ritiro della legge, che per i tempi e modi di approvazione è chiaramente un’ipotesi non contemplata, e ha scaricato il barile dicendo che “la salute delle relazioni georgiano-americane dipende dalle giuste azioni della parte americana”.

L’UE

Anche l’Unione Europea le sta provando tutte per frenare la corsa allo scontro aperto fra la Georgia del Sogno e quella degli ultimi trent'anni, delle piazze, di tutti i sondaggi, nonché del mandato elettorale che lo stesso Sogno aveva ricevuto quattro anni fa: quella del percorso di integrazione europea. Hanno preso parola e iniziativa le istituzioni europee e alcuni paesi membri che hanno mandato i loro rappresentanti a dialogare con il governo.

Il 13 maggio sono arrivati in Georgia i presidenti delle Commissioni per gli affari esteri dei parlamenti di Lituania, Repubblica Ceca, Finlandia e Polonia e il presidente della Commissione per gli affari esteri del Bundestag tedesco. Ma dal Sogno hanno latitato: né il governo né il presidente del parlamento li hanno voluti incontrare.

Si sono quindi mossi i ministri degli Esteri di Lettonia, Estonia, Islanda e Lituania, arrivati il 15 maggio per incontrare la presidente Salome Zourabishvili, il primo ministro Irakli Kobakhidze e il presidente del parlamento. L’incontro con quest’ultimo è culminato con un episodio imbarazzante per il paese.

Il presidente del parlamento Shalva Papuashili ha ripetuto un teatrino frequente nell’universo del Sogno: ha dichiarato che in via privata i ministri degli Esteri hanno appoggiato le posizioni del Sogno. Questo succede spesso, con i rappresentanti del Sogno che sostengono che i diplomatici occidentali in conversazioni private sostengono posizioni diverse da quelle espresse in pubblico.

Questa volta però Shalva Papuashili è stato clamorosamente sbugiardato dagli interlocutori che hanno smentito categoricamente le sue parole, e che si sono anche uniti alla piazza a confermare che l’Unione Europea è attenta a quanto sta succedendo ed è pronta a dare sponda alle volontà di integrazione.

Sia singoli stati membri che europarlamentari hanno sollecitato le istituzioni europee a aggiornare la valutazione sul percorso di integrazione europea della Georgia, alla luce di quanto sta accadendo, e valutare uno stop e un regime sanzionatorio, anche per le violenze registrate ed evidenziate in sede europea.

La dichiarazione dell’Alto Rappresentante Josep Borrell con la Commissione europea sull’adozione della legge sugli agenti stranieri dopo la terza lettura annuncia questo scenario: “L’adozione di questa legge ha un impatto negativo sui progressi della Georgia nel percorso verso l’UE. La scelta sulla via da seguire è nelle mani della Georgia.”