Grecia, dopo il fuoco si abbattono le costruzioni abusive
8 august 2018
Tremila e duecento costruzioni abusive verranno abbattute con una procedura d'emergenza solo nella regione dell'Attica. Il governo greco, guidato dalla sinistra radicale di Alexis Tsipras ha così annunciato le prime misure dopo i devastanti incendi dello scorso 23 luglio, che hanno provocato la morte di 91 persone e centinaia di feriti.
Alla base del provvedimento c'è il tentativo di mettere in sicurezza un territorio segnato da diffuso abusivismo, figlio di corruzione e burocrazia inefficiente, che è stato tollerato in Grecia per decenni, per essere poi spesso “legalizzato” da parte delle autorità attraverso sanatorie, che secondo i critici hanno assicurato consenso politico alle élite di governo a scapito della sicurezza.
Nelle aree costiere, come a Mati, il centro più colpito dalle fiamme, molto spesso le costruzioni illegali hanno di fatto ostruito l'accesso al mare, nonostante gli espliciti divieti.
“Il caos dell'abusivismo non può più essere tollerato”, ha dichiarato Tsipras, il cui esecutivo è sotto il fuoco incrociato dell'opposizione, che accusa il governo di aver dato una risposta del tutto inadeguata alla situazione di emergenza.
Venerdì scorso Nikos Toskas, ministro per l'Ordine pubblico e la Protezione civile, ha rassegnato le dimissioni, pur rigettando le accuse rivolte nei suoi confronti. Nei giorni seguenti i capi di polizia e vigili del fuoco sono stati rimossi, mentre il direttore della protezione civile ha rassegnato le proprie dimissioni lunedì.
Lo stesso Tsipras ha però rispedito al mittente la responsabilità di quanto accaduto, ricordando che l'abusivismo ha profonde radici in Grecia, negli anni in cui l'attuale opposizione di centro-destra e di sinistra ha governato il paese.
Alle critiche verso le istituzioni elleniche, si sono unite anche quelle verso l'Unione europea e la Troika, che nei lunghi anni della crisi economica hanno imposto tagli draconiani alla spesa pubblica ad Atene. “Caserme dei pompieri, centri per la protezione civile, ambulanze ed ospedali sono a corto di personale”, ha scritto su “The Globe and Mail” Yannis Varoufakis, già ministro delle Finanze e leader del movimento DiEM25.
“L'UE non ha contribuito a combattere le fiamme – cosa che non rientra nei suoi compiti – e non è certo responsabile di settant'anni di abusi sull'ambiente da parte della società greca. Ma è fuor di dubbio che nel decennio appena trascorso la Troika, costituita da UE, FMI e Banca centrale europea, ha attivamente privato lo stato ellenico delle risorse e capacità necessarie in situazioni di emergenza”.