Grecia, dove va SYRIZA?
8 february 2013
Recenti sondaggi di opinione hanno portato alla luce un certo ristagno nel gradimento politico della Coalizione della Sinistra Radicale (SYRIZA), partito in grado di raggiungere il 26,89% delle preferenze alle politiche del giugno 2012, arrivando sfiorare una storica vittoria elettorale ai danni della destra di Nuova democrazia.
Oggi SYRIZA, paladino dell'annullamento della politica di austerità imposta alla Grecia dal memorandum d'intesa firmato con la troika UE-FMI-BCE, raccoglierebbe poco più del 20% dei voti. In una recente intervista al quotidiano eKathimerini, il leader della coalizione Alexis Tsipras non si mostra però preoccupato.
Secondo Tsipras, “è paradossale considerare 'stagnante' il rating di un partito che, in pochi anni, è passato dal 4 al 20% dei consensi”. Il calo relativo, sarebbe dovuto piuttosto al sempre più marcato rifiuto dei cittadini greci nei confronti della politica “tout-court”.
Per sanare le ferite di una società che continua ad essere drammaticamente ostaggio della crisi (anche se la Grecia, negli ultimi mesi, è sempre meno presente nei radar dei media internazionali) Tsipras ribadisce la sua visione politica: resettare il memorandum “che non è la medicina, ma la malattia”, e dare vita ad un piano che possa far ripartire produzione e crescita economica. “Solo con la crescita potremo iniziare a restituire il nostro debito”, sostiene Tsipras.
L'unico modo per cambiare rotta secondo Tsipras è la vittoria ad Atene di “un governo di sinistra guidato da SYRIZA”. Possibile allora un'intesa con le altre forze progressiste (PASOK, Sinistra democratica) che hanno scelto la via del governo di larghe intese con Nuova democrazia?
Tsipras lascia aperta la porta del dialogo. Se da una parte ribadisce che il centro sinistra tradizionale, scegliendo di sostenere il memorandum e cadendo sotto il controllo del premier Antonis Samaras, “di fatto si è auto-sciolto”, dall'altra sostiene che “una politica anti-austerità credibile richiede unità a sinistra, ma anche il supporto di chi in passato ha dato fiducia ai partiti tradizionali”.
Per salvare la Grecia (e l'Europa) dall'austerità “voluta dalla Germania”, conclude Tsipras “c'è bisogno di un piano di sinistra, sostenuto però dalla maggioranza dei cittadini ellenici”.