Uno spettacolo teatrale debuttato nel 2001 che parla di Srebrenica. Per non dimenticare. Da allora più di 200 repliche. In occasione del decennale dell'eccidio di Srebrenica lo spettacolo è stato rappresentato anche a Tuzla ed a Sarajevo
Di Giovanna Giovannozzi, Roberta Biagiarelli, Simona Gonella
Le persone di Sarajevo si chiedono quanti anni, e quanti milioni di altre vittime, ci separano dal giorno in cui nomi come Gorazde saranno celebrati come Guernica e Marzabotto, e si faranno grandi film sul loro martirio. E' soprattutto per questo che i cittadini di Sarajevo sono impazziti. Si può essere assediati, decimati, torturati, vilipesi: ma bisogna sapere che, di là dai nidi degli sparatori e dai fili spinati, di là dalle barricate della città assediata, c'è una comunità di persone che sentono e pensano come noi, che sentono e pensano a noi.
Adriano Sofri, Lo specchio di Sarajevo
Intorno al 9 luglio 1995 l'armata serbo bosniaca attacca la Zona Protetta di Srebrenica e il territorio circostante. L'offensiva si protrae fino all'11 luglio 1995, giorno in cui le unità serbo bosniache entrano in Srebrenica. Seguono stupri, mutilazioni, esecuzioni di civili, sepolture di vivi. Ma il massacro di 9.000 civili di quella metà di luglio è solo l'epilogo di una storia iniziata tre anni prima, una storia di Assedio.
Dicono: chi è sopravvissuto a Srebrenica non può dire di avere sentimenti in corpo, e chi non l'ha conosciuta, non può dire di aver visto la guerra in Bosnia. E' per questo che abbiamo voluto raccontare l'assedio e la caduta di Srebrenica.
"Io sono nata in un paese davanti al mare...", una donna torna bambina scrutando l'orizzonte. "Cosa c'è dall'altra parte?" si chiede. Una domanda semplice, ma scopriamo che certe domande non ce le facciamo mai. O almeno, quella domanda non ce la siamo fatta, quando la risposta era una, e semplice: dall'altra parte del mare c'è una terra, e una guerra.
Un'attrice sola sul palco per più di un'ora diventa narratrice e protagonista di una storia dove la Ragion di Stato e gli Interessi di Politica Internazionale, hanno giocato a Risiko con la vita di decine di migliaia di persone. Questo "spettacolo" ricorda le vittime e punta il dito sui carnefici: Aggressori e Aggrediti.
Ci siamo chieste spesso, procedendo in questo lavoro, se non fosse un progetto fin troppo ambizioso voler riempire di senso parole come Assedio o Massacro, voler colmare la distanza tra l'una e l'altra parte del mare. La risposta non l'abbiamo ancora trovata. Oggi raccontare questa storia è sempre più difficile. Le parole rischiano di semplificare la complessità di ciò che è accaduto, di offendere il dolore di molti... E questo non è nelle nostre intenzioni. Semplicemente abbiamo tentato di dare una voce agli eventi, di infilare tra le tante cose dette e taciute il nostro sguardo. Solo questo, e mai come ora ci siamo sentite tanto lontane dalla Verità.
"A come Srebrenica" ha debuttato al Festival del Teatro e del Sacro di Arezzo nel1998. Le repliche sono proseguite ininterrottamente fino ad oggi raggiungendo le 200 rappresentazioni. A partire dal 2001 lo spettacolo ha debuttato nella sua versione spagnola al Festival di Madrid Sur, a Leon ed al Festival internazione di Sitges 2002. Per il settimo anniversario (2002) della strage la narrazione è stata presentata al Festival Bascar-sijske Noci di Sarajevo. In occasione del decennale (1995 - 2005) del massacro lo spettacolo è stato rappresentato a Tuzla e a Srebrenica.