Venerdì 6 e sabato 7 dicembre l'Osservatorio organizza a Rovereto il suo secondo convegno nazionale. Si può costruire la pace senza un profondo sforzo di elaborazione del conflitto? Il ruolo della cooperazione allo sviluppo
Quanti interventi umanitari, quante case e scuole ricostruite, quanti progetti di sviluppo sono stati realizzati nei tanti dopoguerra, lungo le moderne tragedie del nostro tempo. E quanto tempo invece è stato dedicato alla ricostruzione della pace? Della pace non come "assenza di guerra", ma della pace più solida che può essere chiamata riconciliazione? Quante guerre appena sopite ci stiamo trascinando, dove le cause profonde non sono state rimosse e nella coscienza collettiva come nell'animo delle persone cova ancora la paura, spesso anticamera della violenza? Quanti conflitti armati sono destinati e riesplodere, a volte più brutali di prima?
E' su questi temi che l'Osservatorio sui Balcani propone di confrontarsi con il Convegno nazionale Abitare il conflitto: c'è pace senza riconciliazione? che si terrà venerdì 6 e sabato 7 dicembre prossimi a Rovereto (TN).
E' certo un obiettivo ambizioso proporsi di parlare di conflitto e riconciliazione andando oltre la dimensione individule, già affrontata da molti progetti di sostegno psicologico promossi nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, per affrontare quella collettiva drammaticamente inaffrontata.
Solo recentemente nei Balcani si è iniziato a cercare di capire e definire cosa sia avvenuto in questi tragici dieci anni. In Bosnia Erzegovina ed in Serbia sono state create delle Commissioni sulla verità e la riconciliazione, sul modello sudafricano, che hanno iniziato a lavorare tra polemiche e contestazioni. A Belgrado si è da poco tenuto un Convegno internazionale sulla figura e le opere di Hannah Arendt. Ed il suo "La banalità del male", cronaca sul processo Eichmann, ci riporta in modo intenso all'attualità del processo Milosevic e del ruolo del Tribunale dell'Aja nel fare luce sulle tragedie di questi ultimi dieci anni.
I due giorni saranno caratterizzati da un programma eterogeneo: venerdì pomeriggio si aprirà con una tavola rotonda moderata da Tonino Perna a cui interverranno Marcello Flores, autore di "Verità senza vendetta", Jakob Finci, Presidente del Circolo '99 di Sarajevo e tra i promotori delle Commissioni per la verità e la riconciliazione, Drinka Gojković, filologa ed editorialista nella rivista Mostovi, Salman Natour tra i promotori dell'Istituto per gli studi arabi ed israeliani Emile Touma di Haifa ed Elisabetta Noli, vice presidente di Amnesty International - Sezione Italiana. Porterà i saluti della Repubblica del Sudafrica il Console Generale in Italia Alwiyn Figgins.
Sabato i lavori proseguiranno con il convegno nazionale che si articolerà su studi di caso, momenti aperti al confronto ed al dibattito.
Il convegno rientra nel più ampio programma legato all'inaugurazione dei nuovi spazi della Biblioteca civica G. Tartarotti di Rovereto e pertanto allarga i propri appuntamenti alla cittadinanza ed alle scuole con una serie di iniziative collaterali. Tra queste l'incontro L'Assedio della memoria. Le biblioteche e le nuove guerre con Jakob Finci e Livio Senigalliesi, gli eventi compositi di Oltre il muro - immagini e performances su guerra e memoria a cura di Scarlattine Teatro con fotografie di Livio Senigalliesi, e la mostra/laboratorio fotografico di studenti albanesi della Scuola d'Arte di Pec/Peja e giovani dell'enclave serba di Gorazdevać.
L'Osservatorio sui Balcani intende promuovere con questo Convegno, una nuova provocazione ma anche una "semplice" intuizione su cui vorrebbe confrontarsi: che non ci possa essere pace senza riconciliazione, né riconciliazione senza elaborazione del conflitto.
Per approfondimenti:
Percorsi di riconciliazione nei Balcani
Il teatro nelle situazioni di guerra e post conflitto
Recensione de La guerra moderna come malattia della civiltà, di Nicole Janigro
Il progetto fotografico e teatrale 'Oltre il muro' di Livio Senigalliesi e di Scarlattine teatro
INFO:
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