In Italia il meeting annuale dell'European Network for Civil Peace Services (EN.CPS)
Lo scorso aprile si è tenuto, per la prima volta in Italia, il meeting annuale dell'EN.CPS (1) (European Network for Civil Peace Services).
La Casa della pace di Milano, l'Associazione per la pace e il Centro Studi Difesa Civile (CSDC) hanno fortemente voluto questo meeting, intitolato Civil Peace Services in EU politics: streghthening non-military options (i servizi civili di pace nelle politiche comunitarie: sostenere le prospettive della scelta non-militare), proprio per permettere alle organizzazioni componenti della rete europea di entrare in contatto diretto con la realtà italiana.
L'EN-CPS lavora per la creazione a livello europeo di contingenti di caschi bianchi (o Corpi Civili di Pace (CCP) o peace services) da inviare in zone di conflitto, ed è in quest'ottica che nel corso del meeting sono stati affrontati i problemi e le prospettive del percorso per far implementare all'Unione Europea le ormai numerose raccomandazioni parlamentari per istituzionalizzare l'opzione non-militare (civile) dei Corpi civili di pace. Per la prima volta è stata poi presentata la possibilità di una missione internazionale congiunta del network, probabilmente a Cipro.
In particolare il dibattito sulle strategie per sostenere l'opzione non militare nelle politiche dell'Unione ha sollevato le seguenti questioni:
Dal punto di vista della comunicazione al grande pubblico, si è riscontrata l'opportunità di non confondere la costruzione nel breve periodo di strumenti professionali per la costruzione della pace con l'obiettivo dell'abolizione degli eserciti. Il caso Svizzero (due referendum persi per questo motivo) ha dimostrato chiaramente la difficoltà di perseguire contemporaneamente uno sforzo verso il riconoscimento istituzionale dell'intervento civile nei conflitti e l'opposizione tout court agli strumenti militari.
D'altro canto, per individuare comuni modalità d'azione, si cercherà di creare un codice di buona condotta che possa funzionare anche da parametro per stabilire dei criteri di valutazione comuni alle varie esperienze di CCP/caschi bianchi. In quest'ottica c'è bisogno di uno studio a livello europeo, che sistematizzi le "buone pratiche" e possa essere utilizzato per costruire ulteriore reputazione e credibilità all'approccio dei CCP. In questa direzione il CSDC, in accordo con altre organizzazioni interessate, sta avviando un'indagine che permetta di trarre il meglio dalle esperienze italiane, facendo seguito alla ricerca (in arrivo in libreria) su "ONG e la trasformazione dei conflitti." (a cura di F.Tullio, Edizioni Associate Editrice Internazionale, pagg. 500 circa).
Il piano di lavoro che è uscito dall'incontro è alquanto denso:
* un gruppo di lavoro avrà il compito di elaborare un questionario da sottoporre alle varie organizzazioni per giungere a degli obiettivi operativi comuni;
* un gruppo di lavoro cercherà di verificare la possibilità di organizzare da parte del network una conferenza sui CCP europei che aggiorni pubblico e istituzioni sugli sviluppi, da tenersi probabilmente a Bruxelles tra ottobre e novembre;
* si potrebbero realizzare scambi di stagisti tra le varie organizzazioni attraverso lo European Volunteers Service;
* la prossima riunione annuale nella seconda metà di marzo 2003 in Austria.
Il lavoro europeo potrà ora portare nuove energie e prospettive anche al movimento per la pace italiano.
Alcune esperienze significative presentate durante l'incontro:
Associazione per la pace, riportando di Action for Peace, e l'Associazione Papa Giovanni XXIII, testimoniando della Operazione Colomba e di "Anch'io a Bukavu", hanno attirato l'attenzione degli ospiti, sorpresi dalla dimensione di massa di queste iniziative.
Si sono anche confrontati gli approcci formativi che si stanno attuando in materia: il Centro Studi Difesa Civile, col corso di formazione professionale di 500 ore organizzato insieme al Comune di Roma, che applica un approccio comprendente la gestione delle emozioni; l'ASPR, che nei pressi di Vienna forma gli osservatori internazionali supportato dal Ministero degli Esteri austriaco; lo Stichting Burger Vredes Teams Nederland in Olanda; la Fondazione Alexander Langer con le scuole estive multinazionali.
Anche l'aspetto di "lobbyng pacifista" era rappresentato, con la responsabile dello European Prevention Liaison Office- EPLO, che a Bruxelles difende il punto di vista di 14 grandi ONG e reti europee.
Altre esperienze europee:
- Austria: Austria Peace Service, un coordinamento di varie organizzazioni pacifiste austriache di cui fa parte anche l'ASPR. Entrambe le organizzazioni, benchè fortemente strutturate, stanno attraversando un periodo difficile dovuto al taglio dei finanziamenti pubblici deciso dal governo di destra.
- Germania: Il forum ZFD è una delle realtà più organizzate tra i partecipanti al network, raccoglie molte organizzazioni e lavora soprattutto grazie a fondi dei ministeri degli esteri e della cooperazione. Il ZFD, nonostante storicamente sia nato da organizzaizoni politiche e ecclesiastiche, ha deciso di separare l'attività politica contro la guerra dall'organizzazione professionale dei corpi civili di pace, in modo da proseguire l'opera di lobbying per l'istuzionalizzazione dei CCP.
- Inghilterra: Peaceworkers UK funge da segretariato di un network di 4 grandi organizzazioni non governative inglesi per le attività che concernono l'intervento civile nei conflitti. Attualmente l'organizzazione sta promuovendo a livello istituzionale la creazione del servizio civile di pace in Inghilterra ed è il nodo britannico della nascitura Nonviolentpeaceforce. ....
Il progetto Nonviolent Peaceforce: nasce da un'esperienza americana, ma aspira a divenire di respiro mondiale attraverso la creazione di una ONG internazionale, federazione di organizzazioni regionali presenti in tutti i continenti, che promuova un corpo civile multinazionale e multiculturale completamente autofinanziato. Nonviolentpeaceforce ha aperto da poco anche un ufficio europeo a Bruxelles. Altre informazioni su www.nonviolentpeaceforce.org
- Svizzera: Le organizzazioni svizzere Gruppe für eine Schweiz ohne Armee (Svizzera), stanno attraversando una crisi profonda in seguito alla bocciatura di due referendum ( 80 per cento di no e un'astensione molto alta) a cui avevano lavorato negli ultimi mesi. I referendum in questione riguardavano: l'abolizione dell'esercito e la creazione di un contingente civile di caschi bianchi.
a cura di Karl Giacinti e Alessandro Rossi
CSDC/ Associazione per la Pace
(1) L'EN.CPS è una rete di coordinamento di organizzazioni che lavorano per creare "Servizi Civili di Pace" in molti paesi europei. Queste organizzazioni hanno in comune l'obiettivo di sviluppare gli strumenti di interventi civili nei conflitti, attraverso peace teams adeguatamente addestrati, ma anche attraverso campagne di informazione e lavoro di lobby per accrescere la consapevolezza pubblica e delle istituzioni verso la risoluzione nonviolenta dei conflitti.
Maggiori informazioni riguardo al network sono disponibili sul sito www.4u2.ch.