Di nuovo a scuola: in quali condizioni si apre il nuovo anno scolastico nei Balcani? Ci sono edifici adeguati e riscaldati? E i programmi di studio, sono ancora quelli scritti dai nazionalisti? Una nostra guida sul tema delicato del sistema educativo.
In Bosnia Erzegovina l'Alto Rappresentante Wolfgang Petrisch sta cercando di fare pressioni per arrivare ad unificare un sistema sostanzialmente tricefalo. Tra i primi passi la revisione dei libri di testo attualmente in uso e tutti pubblicati all'indomani degli Accordi di Dayton. E dell'immediato dopoguerra si trascinano ancora la parzialità e la lettura dei fatti, da parte di ciascuna delle tre comunità, in chiave fortemente nazionalista.
Anche in Croazia il cambiamento del clima politico, le aperture democratiche e la fine dell'era Tudjman ha portato un'aria nuova nella scuola. Si sono invertiti i processi di rafforzamento del controllo statale sulle istituzioni scolastiche e di politicizzazione e uso ideologico delle scuole in chiave nazionalista. Come si spera si inverta in fretta la tendenza agli scarsi investimenti nel settore scolastico che hanno portato ad un peggioramento sul piano delle infrastrutture educative, con conseguente progressiva delegittimazione del sistema educativo e degli insegnanti. E si possono già evidenziare alcuni passi positivi: non si vive più la paura del controllo statale e si sono aperti spazi di creatività per tutti gli attori del processo educativo a favore dell'introduzione di metodi partecipativi nell'insegnamento.
In Serbia l'attuale ministro per l'educazione e lo sport, Tunde Kovac-Cerovic, afferma che "sappiamo tutti come l'approccio del passato regime nei confronti dell'educazione, in particolare a riguardo delle minoranze, sia stato estremamente negativo... rilevante è vedere cosa dev'essere cambiato oggi in Serbia per migliorare la situazione del sistema educativo", ma Ada Sostaric ci descrive una situazione ancora drammatica per quanto riguarda le infrastrutture scolastiche e il materiale principale per l'insegnamento nonché, elemento più grave, il ristagnare dei metodi educativi.
Sistemi scolastici quindi in profonda trasformazione. Scuola che ha fortemente subito la crisi e la disgregazione dell'ex-Jugoslavia e ne ha anche amplificato i paradossi vittima di una retorica nazionalista che ha caratterizzato molte se non tutte le comunità che vivono e vivevano al di là dell'Adriatico. In parte però anche humus per la rivolta alle logiche nazionaliste. E' il caso di OTPOR (Resistenza) il movimento studentesco nato dalla facoltà di Filosofia di Belgrado che per primo ha iniziato a far barcollare il regime di Milosevic, o del Forum per la libertà nell'educazione di cui ci parla Lino Veljak, che in Croazia ha promosso per tutti gli anni '90 un'opposizione alle politiche nazionaliste del governo croato e alcuni membri del quale, dopo le elezioni nel gennaio 2000, hanno assunto funzioni importanti nel sistema scolastico croato (vice-ministro dell'educazione, presidente e vicepresidente della commissione parlamentare apposita, ecc...).
Per questo la scelta dell'Osservatorio di focalizzare con questa guida l'attenzione su un settore ritenuto cruciale. Com'era impostato il sistema scolastico nella ex-Jugoslavia? Quale la situazione attuale? A che punto siamo su tematiche importanti quali quella dell'integrazione scolastica delle minoranze presenti sul territorio? Quale la situazione sulla riforma dei programmi e dei libri di testo?
Ada Sostaric ci descriverà il settore scolastico in Serbia con i suoi contrasti tra spinte innovatrici, endemica mancanza di fondi e resistenze al cambiamento. Mihailo Antovic ci aiuterà invece a contestualizzarlo grazie ad un'analisi retrospettiva dell'evoluzione in questi ultimi dieci anni. Dario Terzic analizzerà il sistema scolastico in Bosnia dove faticosamente si sta cercando di dare unità a tre differenti sistemi sviluppati in Republika Srpska e nelle zone croate e musulmane del Paese. Una scommessa contro i risultati della pulizia etnica ed un passaggio obbligato per dare un futuro unitario a questa giovane Repubblica. Dalla Croazia invece Lino Veljak farà una panoramica generale per poi soffermarsi sulla problematiche dell'integrazione scolastica delle minoranze e dei portatori di handicap fisico o mentale. Saranno inoltre pubblicati due contributi analitici a cura di Francesco Strazzari e Branislava Baranovic. Il primo si soffermerà sul legame tra politiche educative ed identità nazionale nei Balcani mentre la seconda ha analizzato i libri di testo utilizzati nelle scuole della Bosnia Erzegovina all'indomani degli Accordi di Dayton.