Una passione travolgente per le danze greche, allargatasi poi alle tradizioni degli altri paesi dei Balcani. Rita De Vito, fondatrice con Giulia Acciaroli, di "Paradosi", racconta di come è nata Eudemonia, laboratorio di danze tradizionali greche in programma a Borgo Acqua Paola a inizio maggio
Dall’1 al 5 maggio si terrà in una località non lontano da Roma, precisamente al Borgo Acqua Paola sul lago di Bracciano, un laboratorio di danze e musiche della Grecia e dei Balcani tutti. Il nome del progetto, di cui questo incontro è il primo di una serie che gli organizzatori auspicano lunga, si chiama Eudemonia, composto da “eu” buono e “daimon”, demone: non la semplice felicità, come recita il loro manifesto, ma la felicità intesa come scopo della vita. Abbiamo rivolto qualche domanda a Rita De Vito, fondatrice con Giulia Acciaroli di "Paradosi", (www.paradosi.net@gmail.com) associazione che a Roma insegna danze tradizionali greche.
Con questa iniziativa i vostri interessi, diciamo geografici, si sono allargati, estesi cioè dalla Grecia a tutti i Balcani. Come mai?
L’interesse per le danze greche mi ha portata ad approfondire la conoscenza della varietà delle danze nelle diverse aree geografiche della Grecia, le cui sonorità, ritmi e moduli coreutici sono molto diversi e connessi con la storia passata di ogni territorio e comunità che ha visto scambi, occupazioni e il delinearsi di diversi confini nel corso del tempo. Lo studio delle danze greche negli anni mi ha messo molto in contatto con il territorio greco e incontri significativi sono avvenuti proprio nel nord della Grecia.
Quando nei festival di danze popolari, nei quali sono stata chiamata ad insegnare, ho avuto l’opportunità di confrontarmi con danze tradizionali di altri territori, in particolare quelle dei paesi confinanti con la Grecia, si è acceso l’interesse per le similitudini e le differenze. Alcuni attuali confini geografico-politici sono molto recenti rispetto alla vita dei popoli a cui appartengono le tradizioni, la cui cultura e musica resta espressione di tutta la storia vissuta.
Nella prima edizione di Eudemonia ci è sembrato quindi molto interessante soffermarci sul tema delle danze nelle terre di confine, in particolare dell’Epiro e Albania, Macedonia e Macedonia del Nord, Tracia e Bulgaria e Turchia. Indagando così l’ambivalenza del significato di confine che certamente crea un di qua e un di là, un dentro e un fuori, ma allo stesso tempo non c’è linea del genere che non sia condivisa, di là sempre c’è qualcun altro, anzi di là sempre è di qualcun altro.
È stato naturale coinvolgere Kyriakos Moisidis e Panaiotis Zikidis, perché da più di venti anni sono punti di riferimento nella mia formazione ed esperti proprio delle tradizioni di quei territori e Roberto Bagnoli, incontrato in uno dei festival di cui parlavo, insegnante di fama internazionale che da sempre si occupa di danze dei Balcani e che ritengo essere un maestro molto preparato.
Il programma contempla altre attività che vanno oltre la danza e la musica: ginnastica, escursioni. Quali le finalità di tutto questo?
Da sempre ho condiviso con Giulia il piacere di danzare e il benessere che ne deriva. Il desiderio di creare sempre più occasioni per danzare insieme agli altri nasce proprio dalla consapevolezza del benessere che può derivare da momenti di condivisione attraverso la musica, il canto e il movimento. Il contatto con la natura e la magia del luogo che abbiamo scelto non possono che favorire tutto questo.
In un residenziale, in cui il tempo è dilatato, abbiamo inserito altre attività valorizzando anche le bellezze del territorio che ci ospita, prevedendo escursioni nel bosco circostante alla scoperta delle cascate e degli antichi ponti romani, ma anche della vicina Riserva di Canale Monterano. Un progetto in cui lo sguardo è verso i territori non può escludere l’attenzione al territorio in cui il progetto si svolge. La ginnastica del mattino insieme al canto fanno parte di quelle attività volte a curare il buon demone che è in ognuno di noi. Come il nome Eudemonia suggerisce direi che la finalità sia proprio questa!
Qual è il tuo ruolo e quello di Giulia nel contesto di Borgo Acqua Paola, noto per essere un centro di ritiri olistici? Non a caso i laboratori delle danze, della musica e del canto, così come della ginnastica dolce, portano nomi delle filosofie orientali come Shiva e Yogananda.
Siamo le ideatrici e organizzatrici di questo progetto, questa è la prima edizione, ma come forse si capisce da quello che ho raccontato è perfettamente in linea con il lavoro che svolgiamo a Roma nella promozione e diffusione delle danze tradizionali della Grecia. Quando abbiamo cominciato a pensare a Eudemonia ci siamo messe alla ricerca del luogo giusto e quando siamo entrate per la prima volta nel Centro Borgo Acqua Paola, non abbiamo avuto dubbi che la ricerca fosse finita. Pensato e costruito per ospitare gruppi di persone nello svolgimento di attività di carattere olistico, ha tutte le caratteristiche per accogliere il nostro progetto. Lo scambio con Paola, che lo ha creato e lo gestisce con amore, ci ha fatto poi scoprire tutte le potenzialità del luogo, pieno di bellezza ed energia.
Il tuo interesse personale nei confronti della Grecia, e ora più in generale dei Balcani, nasce da legami famigliari o da una semplice passione, nata come?
Non ho origini greche ma la danza popolare mi ha sempre appassionata. Le danze del sud Italia rappresentano le mie origini, ho studiato per molti anni quelle orientali, ma le danze greche, con il loro immenso patrimonio, mi hanno letteralmente rapita.
Nel 2000 l'incontro a Roma - città in cui vivo - con musicisti e danzatori appassionati di tradizioni elleniche ha segnato l'inizio di tutto. Immediatamente ho iniziato a viaggiare in Grecia per approfondire questa conoscenza. Partecipando a seminari formativi sono entrata in contatto con molti maestri e musicisti, cultori delle tradizioni. Ho instaurato con molti di loro un legame profondo e questo ha costituito un elemento fondamentale nel mio percorso di insegnante.
Nei corsi stabili che seguo da molti anni ho sempre amato favorire lo scambio con i miei contatti in Grecia, arricchendo così l'aspetto culturale della danza e la possibilità di conoscere un Paese attraverso lo studio delle sue tradizioni.